Lavori completati a inizio 2008, poi a fine 2011, adesso “a dicembre 2012”. Non parliamo della nuova avveniristica stazione ferroviaria di Bologna, progettata dall’archistar giapponese Arata Isozaki e che se andrà tutto bene verrà inaugurata alla fine di questo decennio. O all’inizio del prossimo. Parliamo invece del cosiddetto passante sotterraneo dell’Alta Velocità, quel tragitto di 10 km che nelle intenzioni di Fs dovrà snellire il traffico di superficie bolognese lasciando alla luce del sole solo i convogli dei pendolari e i treni merci.
Venerdì 22 giugno il passaggio dei primi due treni: due Frecciarossa in servizio tra Milano e Roma senza fermate intermedie. A dicembre, se tutto andrà bene, tutti i treni ad alta velocità (i treni Tav dunque) inizieranno a transitare attraverso il sottopasso che per quella data, se il calendario sarà rispettato, diventerà una vero e proprio scalo sotterraneo. “Da venerdì 22 giugno i treni non stop Milano-Roma arrivano 5 minuti prima a destinazione, un dato che per noi è significativo”, spiegano dall’Ufficio stampa di Ferrovie dello Stato. A non essere contenti sono invece gli abitanti della vicina via Carracci e di tutta la zona circostante i lavori: 450 famiglie e una quarantina attività commerciali che in alcuni casi si sono viste letteralmente rovinare vita e affari. “Hanno fatto passare i primi due treni? Spero almeno che non abbiano festeggiato – commenta Dino Schiavoni del Comitato No Tav di cittadini che da anni si batte per ottenere un risarcimento danni per i disagi subiti – Hanno accumulato oltre 4 anni di ritardo, speso centinaia di milioni di euro e non hanno nemmeno rispettato l’ambiente”.
“Le case di via Carracci sono state sventrate dalle vibrazioni dei lavori – continua Schiavoni – alcuni palazzi sono stati addirittura puntellati perché potenzialmente a rischio crollo”. Nel 2008, quando già era chiaro che i ritardi sarebbero stati biblici, erano già 6 i nuclei familiari costretti ad abbandonare le proprie abitazioni. In seguito si sarebbero aggiunti 10 negozi e una scuola. Un anno dopo sarebbero saliti a 442 i privati risarciti da Fs, 35 invece le attività commerciali. Un danno economico immenso perché molti dei proprietari che hanno tentato di andarsene non sono riusciti a vendere il proprio appartamento. “Nessuno è così pazzo da comprare, quelle case sono da ristrutturare da cima a fondo”, spiega Schiavoni.
Due i fronti del contenzioso con il gruppo Ferrovie dello Stato e con le ditte che hanno vinto gli appalti, a cominciare dalla questione delle polveri sottili. “Ci sono stati centinaia di sforamenti dei livelli del Pm10”. Per la precisione dal 2006 al 2009 sono stati 416 i superamenti dei livelli di polveri sottili rispetto a quanto consentito dalla legge. “Abbiamo prodotto migliaia di documenti dettagliati – spiega l’avvocato del Comitato di via Carracci, Nicola Giudice – il 2 ottobre prossimo ci sarà l’udienza di fronte al giudice di Bologna. Siamo fiduciosi”. Poi c’è tutta la questione risarcimenti. “Ci hanno rimborsato una cifra irrisoria e per giunta prevedendo solo 48 mesi di lavori – conclude Schiavoni – Noi però abbiamo dovuto penare per 96 mesi. Vogliamo indietro fino all’ultimo centesimo”.
Ultimo problema, ma non meno importante, quello della qualità della vita nella zona interessata dal cantiere della Tav. “Ora che le vibrazioni si sono di molto ridotte perché i lavori vanno verso la conclusione la vita nella zona resta spettrale. Via Carracci – conclude Schiavoni – è rimasta quasi deserta perché i cantieri hanno murato per centinaia di metri un lato della strada. Ormai non ci resta che una richiesta da fare: per favore ci dicano quando la nostra vita potrà ritornare alla normalità”.