Il leader spirituale tibetano è stato accolto tra gli applausi ai margini della zona rossa di Mirandola e ha donato 100mila dollari alla Croce Rossa per gli aiuti alla popolazione sfollata
La visita lampo, accolta con applausi scroscianti dalla popolazione di una Mirandola ancora in ginocchio, devastata e transennata, è iniziata per il Dalai Lama nella zona rossa, dove ha visto con i propri occhi le macerie, le case distrutte, le fabbriche crollate. Poi, la massima autorità religiosa buddista si è recata al Campo Friuli Venezia Giulia per meditare assieme alla popolazione e rivolgere un incoraggiamento a chi, soprattutto, ha perso i propri cari a causa del sisma.
“Vedendo questa distruzione – ha raccontato rivolgendosi soprattutto a una bimba, che ha perso un parente in seguito ai crolli verificatisi a Mirandola – ho provato profondo dispiacere. In passato ho visitato altri posti dove ci sono stati disastri naturali e ho sempre convinto le persone a pensare al futuro. Quando muore qualcuno che ci è caro, sappiamo che non potrà tornare. Ma dobbiamo pensare a quel che quella persona desidererebbe per noi, al fatto che vorrebbe vederci reagire. È quello che mi è successo quando ho perso i miei tutori, i miei maestri. In quel momento mi sono reso conto che il mio compito era cercare di realizzare quel che loro si aspettavano da me”.
Per ricostruire l’Emilia terremotata il Dalai Lama, che aveva già donato alla Croce Rossa Emilia Romagna 50.000 dollari per aiutare le popolazioni terremotate, oggi ha devoluto – altri 50.000 dollari, “perché quando si visita un luogo dove si è verificato un disastro simile – ha spiegato tra gli applausi – non lo si fa a mani vuote”.
“L’incoraggiamento portato dal Dalai Lama – ha aggiunto il governatore Errani, che assieme al primo cittadino di Mirandola ha ricevuto la tipica kata, la fascia in seta bianca donatagli in segno di saluto da Sua Santità – deve essere per noi un obiettivo. Non dobbiamo guardare indietro ma lavorare sodo per costruire. Ci sono persone che stanno vivendo grandi disagi ma sanno bene cosa significhi lavorare senza mai fermarsi. E dimostreremo al mondo che c’è un’Italia che sa ricostruire, non cederemo nemmeno un attimo. E per quanto possa sembrare paradossale, la riflessione a cui oggi siamo stati invitati è ancora più importante in una situazione di emergenza, perché bisogna prendersi quell’attimo per ricostruire bene”. Senza trascurare, insomma, quella sicurezza “che deve essere prioritaria in questa delicata fase. Noi non vogliamo costruire paesi accanto a centri storici compromessi – ha aggiunto Errani – rivogliamo i nostri centri storici. E ce la faremo”.
Dopo la visita del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, la presenza del Dalai Lama è stata “un importante momento di speranza e di dialogo sia per le persone duramente colpite dal terremoto che per i nostri volontari che da un mese curano la gestione dei campi in Emilia Romagna”, ha spiegato il vicepresidente del Friuli Venezia Giulia, Luca Ciriani. Il numero dei terremotati ospitati, spiega la Protezione civile, sta progressivamente diminuendo perché alcune famiglie hanno trovato ricovero da parenti, e i consolati stanno agevolando il rimpatrio degli stranieri.
Allestiti ormai tutti i campi di accoglienza, ora la priorità è allestire tende con dei condizionatori d’aria e con dei teli ombreggianti per permettere alle persone, specie se anziane o ammalate, di sopportare con maggiore agio la calura estiva.
“L’aiuto che ci ha portato il Dalai Lama è materiale e spirituale insieme – ha concluso il sindaco di Mirandola Maino Benatti – è una speranza fondamentale che ci incoraggia a essere solidali, pazienti e tenaci. E con questo atteggiamento ricostruiremo tutto ciò che abbiamo perduto”.