Se la Lega non ha ancora scaricato Formigoni, poco ci manca. “Tutto quello che è successo rende piuttosto difficile pensare che si possa continuare fino al 2015”, ha infatti dichiarato il triumviro Roberto Maroni riferendosi alle ultime notizie sull’inchiesta sulla sanità lombarda che, secondo quanto riportato sabato dal Corriere della Sera, vedono il governatore indagato dalla procura di Milano.
Prima di prendere parte al consiglio federale del Carroccio in via Bellerio, Maroni si è detto perplesso circa la possibilità che al Pirellone la legislatura possa arrivare fino al suo termine naturale. “Non mi interessa tanto capire se ci sono fondamenti di carattere penale perché – ha spiegato il segretario in pectore del Carroccio – questo è compito della magistratura, quanto capire se questa vicenda rende possibile la continuazione del governo della Regione Lombardia fino al 2015. Ci sono ragioni di merito che valuterà il giudice ma ci sono anche ragioni di oppportunità sul piano politico – ha concluso Maroni – che a volte rendono difficile o addirittura impossibile continuare su questa strada”. Della questione si occuperà oggi il consiglio federale: “Sentiremo il segretario lombardo Salvini e gli altri verranno a dirci cosa pensano e cosa sanno delle ultime vicende. Poi valuteremo”.
E che la giunta Formigoni è a rischio è stato confermato più tardi dal vice presidente della Lombardia Andrea Gibelli e dal capo gruppo in consiglio regionale Stefano Galli: ”Valuteremo nelle prossime settimane anche l’eventualità di un abbinamento tra le elezioni politiche del 2013 e le elezioni anticipate in regione Lombardia”, hanno dichiarato al termine della riunione.
Al consiglio federale si è anche parlato di altro ed è stato approvato all’unanimità la bozza del nuovo statuto, che prevede una gestione collegiale e il ruolo di presidente per Umberto Bossi. Bozza che sarà votata dal congresso federale di sabato e domenica. E’ stato approvato inoltre il bilancio consuntivo 2011 “verificato” dalla società di revisione Price WaterHouse.
A chi gli chiedeva un giudizio sulla volontà di Bossi di far rientrare, in qualità di presidente del partito, alcuni espulsi, Maroni ha risposto: ”Ci sono persone cacciate ingiustamente e alcune giustamente, e queste non rientreranno di certo”. E ancora: “Ne conosco tanti che negli anni sono stati cacciati ma sono rimasti veri leghisti, quindi vedremo ma caso per caso, per quanto mi riguarda non ci saranno amnistie nè repulisti”.