Gli ex alleati di centrodestra non si presentano e fanno mancare il numero legale. La strategia è legata all'esito del vertice europeo, in base al quale Berlusconi deciderà se andare ad elezioni anticipate. In quel caso Lorenza Lei rimarrà direttore generale
Nel giorno del voto per la nomina dei sette consiglieri del cda Rai, Pdl e Lega non si presentano in commissione di Vigilanza. Salta così il numero legale, visto che i loro rappresentati sono 21 sui 40 componenti l’intera commissione. A darne notizia, uscenda dalla riunione dopo la seconda chiamata andata a vuoto, è stato il capogruppo del Pd in commissione, Fabrizio Morri, che ha definito “irresponsabile” il comportamento dei due partiti. Morri ha anche annunciato che ora il presidente della commissione, Sergio Zavoli, convocherà un Ufficio di presidenza per calendarizzare una nuova votazione.
L’assenza dei due ex alleati di centrodestra è giustificati dall’attesa per il vertice europeo, dal quale il Pdl ha annunciato di volere vedere dal Presidente del Consiglio risultati concreti. In caso contrario, Berlusconi infatti intende andare ad elezioni anticipate, al contrario di Letta e del segretario Alfano che invitano alla prudenza. Così la Vigilanza rimarrebbe ingessata e si andrebbe alle urne con la Lei ancora direttore generale. Il Carroccio, da parte sua, ha annunciato nei giorni scorsi che avrebbe votato scheda bianca e ha presentato una proposta di riforma del servizio pubblico. Di fatto, però, contribuisce alla strategia del Pdl che intende ingessare il rinnovo dei vertici. Monti, da parte sua, qualora il summit Ue desse “risultati” e in caso di persistenza del blocco politico, avrebbe intenzione di proporre il commissariamento e di proporre Anna Maria Tarantola per risanare i conti dell’azienda, già indicata come Presidente di viale Mazzini. La strategia attendista in questo caso avrebbe vita breve. L’assenza di oggi quindi non riguarda l’incertezza sui nomi da candidare. Se il Pd è compatto su Tobagi e Colombo, dall’altra parte il Pdl ha intenzione di votare per Verro, Pilati e Maccari. L’Udc avrebbe scelto De Laurentiis e così mancherebbe soltanto un uomo in quota Lega. Che, molto probabilmente, sarebbe concordato col Pdl. La volontà del centrodestra, quindi, è di mantenere il controllo dell’azienda.
Al termine della seduta in Vigilanza, Morri ha aggiunto che il governo a questo punto dovrebbe “convocare un vertice di maggioranza per un chiarimento sulla Rai, dopo che ci aveva chiesto di soprassedere alla nostra richiesta di modificare la legge Gasparri perchè non c’erano i tempi e bisognava procedere con urgenza”. Secondo l’onorevole Giorgio Merlo del Pd, il suo partito “si è mostrato molto più responsabile perchè, pur volendo cambiare la governance, aveva aderito alla richiesta del governo di non lasciare la Rai nel guado”. Anche Vincenzo Vita del Pd è intervenuto criticamente sulla decisione di Pdl e Lega: “Il Pdl si sta assumendo una gravissima responsabilità. Dovrà risponderne pubblicamente. Dopo aver detto che era urgentissimo il rinnovo del cda, che non c’era tempo per cambiare la Gasparri, adesso non votano. Io credo che si tratti di una messa in scena perchè non si sono messi d’accordo sui nomi”. Oltre al Pd alla votazione di oggi erano presenti diversi esponenti del terzo polo: i rappresentati dell’Udc, Flavia Perina di Fli, e uno dei due esponenti dell’Idv. Il radicale Marco Beltrami era presente ma non ha partecipato al voto.