Domani via libera definitivo. Monti ottiene l'approvazione a tempo di record per sentirsi più forte nelle trattative di giovedì a Bruxelles: "Scriverò al presidente Van Rompuy per sottolineare i progressi dell'Italia". Ma promette a Pd e Pdl modifiche al provvedimento nel prosieguo dell'iter parlamentare
Il Governo incassa due delle tre fiducie poste sul disegno di legge per la riforma del mercato del lavoro, che introduce tra l’altro il nuovo articolo 18 e modifica le tipologie dei contratti. Domani è previsto il terzo ed ultimo voto. In attesa del sì finale domani pomeriggio, il premier Mario Monti ha insistito sull’importanza di questa riforma per poter andare a trattare con Angela Merkel avendo fatto i “compiti”. Ma lo stesso presidente del Consiglio si è solennemente impegnato nell’aula della Camera di intervenere presto con modifiche al testo, nei punti chiesti da Pd e Pdl. E per quest’ultimo a ribadire le richieste è stato Silvio Berlusconi in persona.
Nel pomeriggio la Camera ha votato le fiducie ai primi due articoli del provvedimento, che contengono rispettivamente le norme sulla flessibilità in entrata ed in uscita, nonchè quelle sugli ammortizzatori sociali. Quindi il nuovo articolo 18 ha ora il sì della Camera, dopo quello già dato dal Senato. Ma tra le novità approvate in serata c’è anche nuova struttura degli ammortizzatori sociali, con la nuova Aspi, l’assicurazione sociale per l’impiego.
Prima di questo passaggio parlamentare, però, si sono registrati due eventi rilevanti. Monti, parlando alla Camera sul consiglio europeo del 28 e 29 giugno, ha insistito sulla rilevanza della riforma del mercato del lavoro per potersi presentare più forte all’appuntamento: l’Italia non è solo un Paese con i conti in ordine, ma ha anche approvato quelle “riforme strutturali” senza le quali la Germania non vuole cedere alla messa in comune delle garanzie sul debito, come ha ribadito Frau Merkel anche ieri. Anzi il presidente del Consiglio ha detto che domani, subito dopo il voto finale, scriverà al presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, per sottolineare i “progressi” dell’Italia nelle riforme strutturali.
Ma Monti si è fatto carico, nella sede solenne dell’aula parlamentare, anche dei travagli dei partiti della sua maggioranza, specie il Pdl, che votano le quattro fiducie pur non condividendo del tutto il provvedimento. Di qui “l’impegno del governo”, ribadito da Monti, di modificare in successivi provvedimenti il disegno di legge nella parte della flessibilità in entrata, come ha chiesto il Pdl, nonchè in quella sugli ammortizzatori sociali, come chiede il Pd, senza dimenticare gli esodati.
Dei mal di pancia del Pdl, Monti ha avuto contezza attraverso le parole dirette di Berlusconi, durante l’incontro svoltosi a Palazzo Chigi. “Abbiamo riportato a Monti le inquietudini del gruppo – ha detto l’ex premier – voteremo la fiducia nonostante condividiamo il parere del presidente del Confindustria su questa legge” che, come noto, l’ha definita “una boiata”. E d’altra parte più di un deputato del Pdl, a partire da Renato Brunetta, ha votato no alle due fiducie.
Della stessa opinione di Confindustria, ma per ragioni opposte, è anche il sindacato, con la Cgil che domani terrà una serie di manifestazioni contro la riforma che si terranno nelle principali città italiane. A sostenere la Confederazione guidata da Susanna Camusso, nel sit in domani davanti a Montecitorio, ci saranno anche il Prc di Paolo Ferrero e il Pdci di Oliviero Diliberto.