La commovente visita del pontefice nella chiesa in cui è morto, il 29 maggio scorso, don Ivan nel tentativo di salvare la statua della Madonna dal crollo del tetto: "La mia presenza in mezzo a voi è segno di speranza. La vita ricomincia con forza e coraggio"
Intanto, nella piazza in attesa, rimbalzavano i cori “Benedetto, Benedetto” tanto che sembrava di essere in piazza San Pietro e non tra le zone terremotate a Rovereto di Novi dove, alle 10.30 di questa mattina, è arrivato papa Benedetto XVI dopo essere atterrato nella vicina San Marino. Tremila persone hanno accolto il pontefice con entusiasmo fin dal suo atterraggio a San Marino di Carpi.
Da lì su un furgone bianco della Protezione Civile ha raggiunto la parrocchia del modenese e insieme al fratello del sacerdote vittima del sisma c’era Rosanna Cassini, collaboratrice di don Ivan, che ha consegnato al santo padre una lettera: “Gli abbiamo chiesto di non essere dimenticati qui dobbiamo ricostruire tutto. Non ci ho sperato fino all’ultimo quarto d’ora, ma poi l’ho visto arrivare. È stato un omaggio emozionante nei confronti di don Ivan. Ci voleva per rincuorarci”.
La visita è proseguita con giro nella zona rossa di Rovereto a bordo di un mezzo scoperto e poi l’incontro con la folla, su di un palco allestito in via Chiesa Nord. Agli applausi il pontefice ha risposto con un “non siete e non sarete soli”. E ha aggiunto nel suo discorso: “Fin dai primi giorni del terremoto che vi ha colpito, sono stato sempre vicino a voi con la preghiera e con l’interessamento. In questi giorni, in mezzo a tanta distruzione e dolore, voi avete visto e sentito come tanta gente si è mossa per esprimervi vicinanza, solidarietà e affetto. La mia presenza in mezzo a voi vuole essere uno di questi segni di amore e speranza. E ho visto che la vita ricomincia, vuole ricominciare con forza e coraggio”.
Sul parco, insieme al pontefice, c’era il cardinale Carlo Caffarra, arcivescovo metropolita di Bologna, che ha detto che “pur così duramente flagellato questo popolo sta ritrovando l’unità e a forza”. E c’era anche il governatore della Regione Emilia Romagna e commissario straordinario per il terremoto, Vasco Errani, che ha parlato anche del recupero del patrimonio religioso e aristico andato distrutto.
“Siamo una comunità che guarda avanti e vuole costruire”, ha aggiunto Errani, che tornando su temi più volte ribadito ha detto anche: “Per farlo bisogna fissare delle priorità, rispettare le regole ma senza burocrazia e vincendo l’indifferenza. Le scuole, perché una società moderna è solidale, si misura da come tratta anziani e bambini e noi vogliamo essere pronti per il prossimo anno scolastico. Il tessuto produttivo e industriale perché queste zone rappresentano la buona economia da riavviare per il bene dell’Italia e dell’Europa. La visita di oggi ci conforta e ci dice che dobbiamo e possiamo vincere questa sfida”.