Cultura

We can all be Heroes!

Si è conclusa con un grande successo la prima edizione di Heroes, uno degli eventi più seguiti nella stagione live 2012 della Capitale, promosso dalle principali indie band romane, che si è svolto ogni venerdì presso il locale Le Mura nel quartiere San Lorenzo, dietro lo slogan “Roma come New York”. Una vera e propria sorpresa questa, considerando che nell’era della connessione globale in cui viviamo, dove chiunque può essere dove vuole semplicemente con un clic, il concetto di “scena musicale locale” sia ogni giorno che passa, sempre più obsoleto. “Scena” intesa come luogo e tempo, ma anche unità di tempo, come avvenuto a Seattle negli anni Novanta con il Grunge.
Ma cos’è Heroes?
 Rispondono a unanimità, gli artisti che vi hanno preso parte, che è un modo di ripensare il rapporto dei musicisti fra di loro, con la musica e con il pubblico. Certamente, questa “scena” è ancora piccola e isolata, ma è pur sempre nuova, stimolante, vitale, innovativa e potenzialmente travolgente. Dell’evento ce ne eravamo occupati nel momento del lancio dell’iniziativa. Ora che la prima edizione si è conclusa, siamo andati a raccogliere i pareri delle varie band che hanno animato le “eroiche” serate con la loro musica.

 

Per i Luminal, band che attualmente sta lavorando al suo nuovo disco, “Heroes era una scommessa, un provare a capire ‘cosa succederebbe se…’ pieno di punti interrogativi e di dubbi. Le difficoltà erano tante e la paura di fallire miseramente come tutti quelli che provano a fare qualcosa del genere c’era. Invece, dalla prima serata in poi, è successo qualcosa di magico, di incredibile. Andare a un concerto e sentirsi a casa, andare a una festa e sentire ogni volta come se fosse la tua festa. Un calore e una sincera voglia di far casino così non si trova ovunque. Concerti uno più bello dell’altro. Pubblico interessato e partecipe, tantissimi musicisti della ‘scena romana’ tutte le sere che chiacchierano e si aggiornano sui rispettivi gruppi, si va avanti, si cresce, si migliora insieme, si dà un calcio a questa nostra epoca mediocre. E per la prossima stagione stiamo già affilando i coltelli: sarà ancora migliore”.
Heroes rappresenta il materializzarsi di un’isola in un mare di miraggi, è la consapevolezza che gli sforzi che una band fa nell’arco della sua vita possano essere riconosciuti in modo genuino e professionale. Il panorama attuale della musica emergente è a dir poco deplorevole. Ci sono una marea di gruppi in giro per l’Italia, moltissimi sono un vuoto gioco che non durerà, molti sono interessanti, pochissimi hanno il talento e qualcosa di vero da dire. Ne abbiamo conosciuti. Esistono. “Spesso tutte queste categorie si trovano a girare a vuoto per anni tra un concorso e l’altro, come in una giostra che serve soltanto a gonfiare le tasche di viscidi organizzatori. Ma questi sono miraggi. Nessuno di questi mangiafuoco ci tiene davvero alla musica. In questi anni non abbiamo visto fare nulla per la musica emergente, se non contribuire alla sua sepoltura. Musica sommergente, come qualcuno diceva. Per questo l’evento, la famiglia Heroes, è quanto di più genuino abbiamo finora incontrato, a partire dalle band, fino ad arrivare al locale, ai gestori, ai tecnici, al pubblico” affermano i Cupe Vampe band indipendente del circuito romano. Per i Kardia, invece, Heroes ha rappresentato “lo scenario in cui si è generato un piccolo grande Rinascimento, è stato come un’accogliente cattedrale all’interno della quale imparare a riconoscere la propria forza. Heroes ha coinciso con nuovi stimoli. Con nuove possibilità di confronto e scambio. Heroes è stato il primo, il più lucido e al contempo barcollante banco di prova per il nostro abito musicale nuovo fiammante”. Dunque, una scena unica e forte “che si incoraggia e si foraggia a vicenda per andare avanti – ci dicono gli Spiral69 – dai padroni di casa de Le Mura, il ‘quartier generale’ di Heroes, ai fotografi fino al pubblico che qui, a differenza della maggior parte dei locali in giro per lo Stivale, TI ASCOLTA”. “Difficile spendere poche parole su un’esperienza bella e originale durata quasi 9 mesi di fila. Sono stati nove mesi di proposte originali, belle, interessanti e che hanno visto il venerdì come giorno protagonista della settimana in cui andare a Le Mura e ascoltare la buona musica live. Nel frattempo, a Roma, c’è chi aspetta con ansia che torni l’autunno… qualcosa vorrà pur dire”, dichiarano gli Operaja Criminale(Andrea Ruggiero e Matteo Scannicchio). 
“Viviamo in un’Italia in crisi, siamo artisti indipendenti e quindi non parte di un circuito mainstream in crisi anche peggiore, siamo stanchi di vedere nel nostro ambiente la dispersione costante di innumerevoli band valide e isolate che molto di più potrebbero fare unendosi – ci confessano i Betty Poison – crediamo fortemente che una società si riformi in via definitiva anche attraverso un’oggettiva evoluzione culturale e quindi attraverso la buona musica, l’arte e la forza delle idee, vogliamo, molto banalmente, cambiare le cose. In quest’anno, da attori e da spettatori dell’evento Heroes, abbiamo avuto la prova di aver visto giusto. Sul palco e attorno al progetto si sono aggregati tantissimi artisti e l’entusiasmo di tutti ha fatto il resto. Bellissimi concerti, meravigliosa aggregazione, tante idee, un totale successo tutto da replicare per una prossima stagione già impostata. Ci crediamo ancora di più, non abbiamo intenzione di fermarci e ora sappiamo che è possibile”. Per i Nokeys Heroes “è uno di quei gesti rivoluzionari nei quali crediamo. In un panorama desolante in cui pochi fanno e tutti si lamentano di quello che non viene fatto o del modo in cui accadono le cose, chi ha voglia di fare, di riprendersi il controllo si riconosce istintivamente. Quello che mancava in Italia era un tentativo serio di organizzare chi vede le cose in maniera diversa dai circuiti modaioli. Questo progetto deve continuare, deve crescere: è così che dovrebbero nascere i movimenti, da gente che si scambia emozioni violente, che si mette in gioco in prima persona e sceglie di correre il rischio di cambiare le regole, di non accontentarsi. WE CAN ALL BE HEROES”! Chiude il giovane cantautore Mezzafemmina, nome d’arte di Gianluca Conte arrivato dalla lontana Torino senza sapere nemmeno cosa l’aspettasse. “Ho trovato un calore magico che non ho trovato in nessun altro posto ed è stata una di quelle volte in cui non avrei mai voluto smettere di suonare. Per me, il mio concerto più bello dell’anno e non vedo l’ora di tornarci”. Alle serate hanno preso parte tantissimi altri artisti e band tra cui Monte Meccano, Pane, I quartieri, Megattera, Purple bear, Le Naphta Narcisse, Atome Primitif, Mug, Fru!t, Sergio G. La cavalla, Davide Tosches, Stefano Amen. Tutti insieme per Heroes, per una grande e allegra famiglia. Come sempre Vive le Rock!