A Genova nessuno sconto: si passa dal 4 al 5 per mille per la prima casa. A Torino per le seconde abitazioni imposta pari al 10,6. A Firenze mantenuta l'aliquota al 4 per mille. Ritocchi all'imposta per Napoli. Roma non ha ancora deciso e Bologna dovrebbe fissare il prelievo al 5,5
Palazzo Marino prova a rendere più digeribile l’amaro boccone dell’Imu rimodulando le aliquote a favore di ceti deboli e negozianti e rinunciando così a quasi 30 milioni di gettito. La scorsa notte dopo una maratona durata dodici ore il Consiglio comunale di Milano ha varato la delibera sulla tassazione degli immobili. Per le prime case di categoria A4, A5 ( abitazioni popolari e ultra popolari) l’aliquota viene ridotta al 3,6 per mille. Per le case A2, A3, A6, A7 l’aliquota rimane invece ferma al valore base del 4 per mille. Stangata in arrivo viceversa per gli immobili di lusso (categorie A1, A8 E A9) con il prelievo che sale al 6 per mille. Sulle seconde case l’aliquota è fissata al 10,6 per mille (il 3 per mille in più rispetto all’aliquota base, ndr), ma se l’abitazione è affittata con regolare contratto il prelievo si ferma al 9,6. Buone notizie per artigiani e commercianti, l’aliquota del 10,6 per mille inizialmente prevista per laboratori e negozi si riduce infatti all’8,7.
Sono in generale giornate convulse per la gran parte delle amministrazioni comunali chiamate ad approvare i bilanci previsionali con le aliquote di loro pertinenza entro fine giugno. Al penultimo secondo il governo ha concesso una proroga fino al 31 agosto accogliendo le richieste dei Comuni. Alcuni meccanismi di premialità rendono comunque vantaggiosa l’approvazione entro la scadenza iniziale. Nelle scorse ore ha così chiuso la pratica, non senza fibrillazioni e defezioni nella maggioranza, anche il Comune di Genova guidato dal neo sindaco Marco Doria. Sotto la Lanterna non si fanno sconti, l’Imu sulla prima casa viene infatti alzata dal 4 al 5 per mille, quella sulle seconde abitazioni sale al 10,6. Maratona notturna anche a Torino, comune che deve maneggiare un bilancio particolarmente delicato visto gli oltre 3 miliardi di debiti contratti negli anni scorsi. Nel capoluogo piemontese l’aliquota sulla prima casa è fissata al 5, 75 per mille, mentre per le seconde case è pari al 10,6. Previsti sconti per alloggi Atc e locazioni convenzionate. In generale sono tempi difficili per i contribuenti della Mole che quest’anno pagheranno 886 milioni di tasse contro i 746 milioni del 2011.
Tra le altre grandi città Bologna dovrebbe fissare il prelievo al 5,5 per mille sulla prima casa e al 9,6 sulla seconda. Risparmia le prime case la giunta fiorentina di Matteo Renzi che mantiene l’aliquota 4 per mille alzando invece quella sulle seconde al 10,6. Tutto rimandato a Roma dove il Consiglio convocato pochi giorni fa per deliberare in merito è stato rimandato a data da definirsi. La giunta Alemanno sembra comunque orientata verso un prelievo del 5 per mille sulle prime case e del 10,6 sulle seconde. Ha invece approvato i ritocchi il Comune di Napoli del sindaco Luigi De Magistris. L’aliquota sulla prima casa è fissata al 5 per mille, quella sulle seconde al 10,6. Coda polemica per la decisione della Giunta di far pagare l’aliquota massima del 10,6 per mille all’Iciap, l’istituto partenopeo che gestisce le case popolari, equiparato così alle altre società immobiliari.
In generale i Comuni, che devono fronteggiare un taglio dei trasferimenti da 2,5 miliardi di euro, si sono orientati verso un tentativo di salvare le prime case, rifacendosi sulle seconde. In una tassa complicata per quanto riguarda modalità e tempistiche del pagamento vale la pena ricapitolare alcune scadenze. Archiviata la rata dello scorso 18 giugno che ha portato nelle casse di Stato e Comuni 10 miliardi di euro e calcolata con aliquote base uguali per tutti, il gioco (si fa per dire) adesso si complica. I Comuni hanno tempo fino a fine agosto per fissare le aliquote di loro pertinenza ma nel mese successivo possono ancora apportare correzioni alle delibere in base all’andamento del gettito (in teoria anche abbassando le aliquote). A sua volta il governo può ritoccare le aliquote fino al 10 dicembre calibrandole sul flusso, sotto o sopra le previsioni, degli incassi. Solo allora sapremo finalmente e definitivamente pagare con la seconda rata che andrà versata entro lunedì 17 dicembre.