“L’Italia è nell’abisso”. Il direttore del Centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, presentando l’ultima indagine sugli scenari economici, usa queste poche parole per descrivere lo stato del Paese. Il Csc prevede flessioni del Pil del 2,4% nel 2012 e dello 0,3% nel 2013, che seguono incrementi dell’1,8% nel 2010 e dello 0,4% nel 2011. “La recessione italiana si è già concretizzata più intensa”, si legge nella premessa dell’indagine di Viale dell’Astronomia. “Il 90% dell’arretramento di quest’anno è già acquisito nel secondo trimestre (-2,1%)”. Intanto l’Istat diffonde i dati sull’inflazione, a giugno al 3,3%.

“Non siamo in guerra – riferisce Confindustria -. Ma i danni economici fin qui provocati dalla crisi sono equivalenti a quelli di un conflitto”. A essere colpite, si spiega nell’indagine, “sono state le parti più vitali e preziose del sistema Italia: l’industria manifatturiera e le giovani generazioni. Quelle da cui dipende il futuro del Paese”. Per il Centro studi “l’aumento e il livello dei debiti pubblici sono analoghi, in quasi tutte le economie avanzate, a quelli che si sono presentati al termine degli scontri bellici mondiali. Una sorta di guerra c’è stata ed è tuttora in corso, ed è combattuta, una volta di più, dentro l’Europa e dentro l’Italia. Come nei secoli passati, in cui le divisioni e gli interessi di parte prevalevano su tutto e tutti”.

Grave la situazione dell’occupazione. Il 2013 si chiuderà con quasi 1,5 mln posti di lavoro in meno rispetto all’inizio del 2008. L’occupazione calerà dell’1,4% nel 2012 (-1% già acquisito al primo trimestre) e dello 0,5% nel 2013. “Solo sul finire dell’anno prossimo le variazioni congiunturali – spiegano gli esperti – torneranno positive”.

Brutte notizie anche per il pareggio di bilancio, che “si allontana”, anche se i conti pubblici “migliorano vistosamente”. Il deficit pubblico nel 2013 sarà pari all’1,6% del Pil e non si registrerà l’avanzo dello 0,1% previsto a dicembre.

Per il 2012 i consumi degli italiani sono previsti in marcata contrazione. La domanda totale calerà del 4,3% (-1% nel 2011). “In particolare – spiega l’analisi – i consumi delle famiglie diminuiscono nettamente (-2,8%), conseguenza della fiducia al minimo storico, dell’ulteriore riduzione del reddito reale disponibile, della restrizione dei prestiti e dell’aumento del risparmio precauzionale”. Per gli esperti di viale dell’Astronomia, “gli investimenti crollano dell’8,0% per effetto dell’estrema incertezza e del proibitivo accesso al credito bancario”.

La pressione fiscale effettiva, depurata dal sommerso, “schizzerà al 54,6%” nel 2013 dal 54,2% del 2012. Era al 51,1% nel 2011. Continua la corsa anche della pressione apparente, dal 42,5% del 2011 al 45,1% del 2012 fino al 45,4% del 2013. Le entrate fiscali sono “in forte accelerazione”, +5,2% quest’anno, per poi rallentare al +2,6% nel 2013.

Per quanto riguarda i dati diffusi dall’Istat sull’inflazione, il tasso annuo a giugno risale, passando al 3,3% dal 3,2% di maggio. Lo rileva l’Istat nelle stime preliminari, indicando un aumento dei prezzi su base mensile dello 0,2%. La principale spinta arriva dall’aumento congiunturale dei prezzi degli alimentari non lavorati. A giugno il rincaro del cosiddettocarrello della spesa, i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (dal cibo ai carburanti), è del 4,4% su base annua. Un rialzo in accelerazione su maggio (+4,2%) e superiore all’inflazione (3,3%).

L’aumento dell’inflazione è dovuto soprattutto all’impennata del prezzo della frutta fresca, in aumento a giugno del 9,6% su maggio e del 3,3% rispetto a un anno prima. Mentre sono in calo, su base mensile, i prezzi dei carburanti: la benzina scende del 2,5% su maggio, con il tasso di crescita tendenziale che, pur mantenendo la doppia cifra, frena al 16% (dal +17,8% di maggio). Quanto al prezzo del gasolio per mezzi di trasporto scende del 2,3% in termini congiunturali e rallenta al 18,8% su base annua (dal 19,2% del mese precedente).

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