Sulla terrazza da incanto, di fronte all’isola Bella, riserva naturale del Wwf, si è celebrata la serata di gala che ha inaugurato il Taormina Film Festival, importante rassegna cinematografica estiva del nostro Paese. La location da sogno, in provincia di Messina, ha ospitato attori e registi con un ospite d’eccezione: “Il ministro della Pubblica Istruzione Francesco Profumo – si legge nel sito del festival – ha accettato l’invito del general manager del Filmfestival, Tiziana Roccasi e di Fabio Longo, responsabile del campus a partecipare ad alcune fasi del festival e ha presenziato alla serata inaugurale al Teatro Antico e gli appuntamenti conviviali come il cocktail e la cena di apertura al festival che si è tenuta nella suggestiva cornice della La Plage”.

La terrazza dell’hotel La Plage per il terzo anno consecutivo ha accolto il meglio del mondo del cinema e i protagonisti della rassegna. La Plage è una struttura del gruppo Ragosta, imprenditori di San Giuseppe Vesuviano, in provincia di Napoli coinvolti nel marzo scorso in una operazione anti-camorra. Anche quell’Hotel, secondo la Procura di Napoli, comprato nel 2007, sarebbe frutto dell’attività di rilulitura dei soldi di provenienza illecita, della camorra di Mario Fabbrocino, super boss vesuviano. I tre fratelli Giovanni, Fedele e Francesco, sono stati arrestati per concorso esterno in associazione camorristica e reimpiego di capitali illeciti con l’aggravante della finalità mafiosa, poi il Tribunale del Riesame ha annullato le ordinanze, escludendo le imputazioni contestate, come i rapporti con la camorra, e li ha rimessi in libertà. Resta ai domiciliari solo Fedele Ragosta, il patron del gruppo, per reimpiego di capitali illeciti (pende il ricorso in Cassazione), ma è caduta l’aggravante di aver favorito i clan.

Durante l’operazione del marzo scorso l’hotel è stato sequestrato e ora è custodito dall’amministrazione giudiziaria che, quando possibile come in questo caso, provvede a mantenere aperta la struttura “Così si salvaguardano gli standard occupazionali e l’attività”. L’amministrazione giudiziaria gestisce la struttura, all’orizzonte c’è la possibilità di confisca, acquisizione al patrimonio dello stato o il ritorno ai proprietari in caso di dissequestro. Un patrimonio, quello della famiglia Ragosta, stimabile in non meno di 1 miliardo di euro, sequestrato dalle fiamme gialle lo scorso marzo. Ad alimentare, secondo l’atto di accusa, l’ascesa imprenditoriale dei Ragosta i soldi del clan Fabbrocino, la famiglia imprenditoriale avrebbe ricevuto “dalla predetta organizzazione camorristica, somme di denaro di ingente importo, superiori ai 100 milioni di euro”. Un’accusa, la collusione con i clan, caduta con il pronunciamento del Tribunale del Riesame di Napoli che l’avvocato Mario Papa, legale di Fedele Ragosta, ha salutato così: “ L’odiosa onta della camorra è stata allontanata da uno dei più importanti gruppi produttivi del meridione”. Le indagini vanno avanti, i Ragosta ribadiscono la loro estraneità alle accuse. La Procura di Napoli, che aveva presentato nuova documentazione sui rapporti tra clan e gruppo imprenditoriale, ha, invece, presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Riesame anche perché il reimpiego di capitali illeciti implicherebbe anche la contestazione di altri reati. L’operazione della direzione distrettuale antimafia partenopea è stata coordinata dal procuratore aggiunto Federico Cafiero De Raho che denunciò, al momento degli arresti, come “L’indagine sia l’ennesima conferma che l’antica credenza che la camorra sia una banda di straccioni sia ormai superata da tempo”. Solo il processo, in caso di rinvio a giudizio, potrà chiarire ruoli e responsabilità dei coinvolti, intanto registi, attori e ministro si godono la terrazza nell’hotel sequestrato.

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