Nel cuore di Genova c’è un quartiere, antico ghetto ebraico che oggi ospita per lo più extracomunitari, dove sorge una casa, vero e proprio laboratorio sociale per raccogliere e rispondere ai bisogni degli abitanti, e al centro di tutto, ora, una tv.
L’idea, realizzata dopo anni di lavoro, si è riuscita a concretizzare solo lo scorso anno, quando grazie al sostegno pubblico è nata GhettUp: una casa di quartiere, stretta tra via del Campo e piazza dell’Annunciata, il «quartiere dove il sole del buon dio non dà i suoi raggi» per intenderci, gestita da un consorzio di associazioni di cui è capofila San Benedetto al Porto di Don Gallo, per fornire una serie di servizi agli abitanti. Un migliaio circa, di provenienza ed estrazione varia: transessuali (una delle più numerose comunità trans d’Itlia), anziani e giovani italiani (che restano dov’erano o scelgono il quartiere per gli affitti ancora accettabili), studenti europei, romeni, sud-americani, nord-africani e mussulmani di varie nazionalità. Mondi che si conoscono e parlano poco e che la casa vuole raccogliere e raccontare, la sfida è anche rendere più vivibile e sicuro un quartiere che oggi lo è poco.
“Un cantiere delle relazioni” come lo ha chiamato Don Andrea Gallo all’inaugurazione del 24 febbraio 2011.
Le attività svolte dalla casa sono molte: dai corsi di alfabetizzazione e di italiano rivolti a stranieri allo sportello legale che offre consulenze gratuite agli abitanti del quartiere.
Tra tutte queste vogliamo parlarvi di GhettUp TV: una tv di quartiere per gestire la comunicazione dal basso, a livello comunitario con una particolare attenzione al territorio di riferimento in un ottica glocal. Anzi più precisamente « Trans-local – come precisa il regista Gianfranco Pangrazio, responsabile di GhettUp TV – Inseguire il territorio nelle sue trasformazioni e offrire interpretazioni aperte, senza la pretesa di dover dimostrare delle tesi o di sostituirsi alla realtà, vizio comune di qualsiasi mass-media.»
Ad oggi GhettUp TV, visibile per ora su youtube, ha avviato una serie di progetti fra i quali una serie di brevi documentari, veloci e agili, in cui la città e i suoi abitanti si raccontano, delle video inchieste sul gioco d’azzardo, sulla scena politica e culturale in Tunisia a ridosso delle ultimi elezioni, sulla manifestazioni anti-mafia organizzata da Libera a Genova l’8 marzo scorso. Due i progetti futuri: un notiziario a cadenza quindicinale incentrato sul quartiere e i suoi abitanti e un format culinario, un pretesto per entrare nelle case delle persone e raccontare un piatto non solo nelle sue valenze alimentari, ma anche e soprattutto culturali e affettive.
Come pensi abbia risposto il quartiere e la città di Genova alla vostra proposta?
«Chi ci conosce ci apprezza e ci vuole bene. In generale, invece, la gente non crede che si possa pensare e soprattutto fare una comunicazione auto-gestita. In effetti hanno delle buone ragioni per pensarlo visto lo strapotere dei mass-media… Eppure siamo convinti che a livello comunitario questo pensiero unico possa essere messo in discussione… Almeno questa è la nostra scommessa.»
In bocca al lupo GhettUp Tv da Tv Popolare.
di Anna Giordano