Foto © ROY EXPORT COMPANY EST
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Il ritrovamento è avvenuto durante le ricerche su un altro film, il grande e crepuscolare Luci della ribalta, realizzato giusto sessant’anni fa, nel 1952, di cui pure sono venute alla luce alcune foto inedite che ritraggono Chaplin con Buster Keaton. Certi elementi di questo film sembrano infatti ripresi dal soggetto ora ritrovato, e non è un caso che il ritrovamento sia avvenuto in questa occasione. Anche Luci della ribalta è ambientato nell’universo dello spettacolo, e sia nel film che nel soggetto inedito c’è un artista in là con gli anni preoccupato per la carriera e il destino di una ballerina più giovane di lui. Inoltre il tema umanista del soggetto è tipicamente chapliniano: “Il tema è il fatto che la carriera non è il compimento dei desideri dell’uomo, ma solo una strada che lo conduce al suo destino”.
Chaplin aveva conosciuto Nijinsky negli anni Dieci, durante la lavorazione di uno dei suoi cortometraggi, Easy street. L’incontro deve aver lasciato il segno, se è vero che a distanza di alcuni decenni il regista scrisse questo soggetto, il cui personaggio principale era un danzatore che nella finzione avrebbe dovuto chiamarsi, guarda un po’, Naginsky.
Il ritrovamento è prezioso in sé, e quello di Chaplin, da sempre custode rigoroso dei suoi materiali, è un vero giacimento culturale forse unico al mondo. Ma la scoperta suggerisce che anche per il cinema vale ciò che vale per la letteratura, la pittura, l’architettura ecc. Ogni film è il risultato di un lavorio infinito, di una serie di concrezioni, di scaglie di lavoro e di tempo che si addizionano le une sulle altre, di correzioni continue che non si esauriscono mai e che seguono vie spesso misteriose. Il lavoro di ricerca in profondità fatto dalla Cineteca di Bologna prosegue quello avviato anni fa da un ricercatore come Kevin Brownlow, e confluito poi in un film di montaggio, Unknown Chaplin. Utilizzando molte riprese realizzate da Chaplin e poi rimaste inutilizzate, Brownlow aveva già mostrato il grado di perfezione che Chaplin perseguiva per ogni gag, per ogni soluzione scenica: spesso Chaplin modificava durante le riprese la struttura comica della scena, e ci sono spezzoni di film che raccontano la genesi e l’evoluzione di un’idea, come si trattasse di varianti successive di una poesia o di una tela.
Nel 1929 in un home movie girato da Douglas Fairbanks vediamo Chaplin giocare a inventarsi situazioni che poi sarebbero ritornate anni dopo nel Dittatore.
La Scuola Normale di Parigi da anni studia il cinema da un punto di vista genetico, mostrando proprio le vie tortuose dei percorsi della creazione, che peraltro questi ritrovamenti miracolosi mettono a nudo. E alcune università americane accolgono importanti fondi di materiali inediti (incredibile a dirsi, ma gli inediti di Fellini stanno in America…). Perché la stessa cosa non si fa nelle università italiane e si delegano per queste ricerche solo le Cineteche? In fondo una Scuola Normale c’è anche in Italia…
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