Il programma è in grado di riconoscere il suono tremolante delle parole di chi è affetto dal morbo in stadio medio o avanzato. Secondo la Parkinson’s Voice Iniziative, la tecnica consente di effettuare screening di massa, anche 'visitando' i pazienti al telefono
L’idea è di Max Little, un matematico inglese che ha deciso di applicare gli algoritmi di analisi del suono alla voce umana. Il Parkinson è una malattia degenerativa che provoca tremore, rigidità e un rallentamento motorio che rende difficili i movimenti. In Italia gli ammalati di Parkinson sono oltre 200.000 e si stima che nel mondo gli ammalati siano tra i 7 e i 10 milioni. Contrariamente a quello che si pensa, la malattia non colpisce solo gli anziani, ma anche i giovani a partire dai 21 anni. Ovviamente l’età avanzata aumenta le probabilità di comparsa del Parkinson. Little ha messo a punto un sistema che consente di analizzare il tremore nella voce, uno dei sintomi più riconoscibili della malattia. Secondo quanto dichiarato dallo stesso ricercatore, il software è in grado di riconoscere la presenza del morbo nel 99% dei casi in cui il Parkinson è in fase evolutiva media o avanzata.
Alberto Albanese, docente di neurologia all’Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano, conferma la rilevanza del sintomo. “L’alterazione della voce rientra tra i disturbi motori provocati dal Parkinson, si tratta però di un sintomo che compare in una fase già avanzata della malattia. I sintomi precoci sono quelli che non riguardano le funzioni motorie, come la perdita dell’olfatto e le alterazioni del sonno”. Nessuna speranza quindi di poter individuare in anticipo la malattia? “Esistono alcuni test per la diagnosi precoce, come l’individuazione di alcune mutazioni genetiche che favoriscono la comparsa del Parkinson e la scintigrafia cerebrale, ma sarebbe impensabile utilizzarli per un controllo di tutta la popolazione. L’incidenza del Parkinson in Italia è di 11 nuovi casi per 100.000 persone per anno, ma dai 50 anni in su i nuovi casi salgono a 50 ogni 100.000 individui”.
Proprio l’idea di uno screening di massa è invece l’obiettivo di Max Little, che punta ad affinare il metodo di analisi vocale per trasformarlo in uno strumento di diagnosi su larga scala. Grazie alla diffusione dei telefoni cellulari, sarebbe infatti possibile eseguire un controllo vocale su 5 miliardi di persone attraverso una semplice telefonata. Per il momento il progetto è affidato alla Parkinson’s Voice Iniziative, attiva in USA, Brasile, Messico, Regno Unito, Spagna, Argentina e Canada. Il sito web dedicato all’iniziativa invita tutti i cittadini dei paesi coinvolti a telefonare per sottoporsi al test.
Al di là della funzione di prevenzione, secondo i sostenitori dell’iniziativa l’analisi vocale via telefono potrebbe essere utilizzata per altri scopi, come la verifica “a distanza” dell’efficacia nel dosaggio dei farmaci. L’obiettivo , per il momento, è quello di ottenere la collaborazione di 10.000 volontari che permettano di mettere a punto la tecnica. La telefonata, promettono sulla pagina Internet, non richiede più di 3 minuti e viene effettuata in forma del tutto anonima.