Ethicando ha aperto a marzo nella capitale francese grazie a Ludovica Guerreri e Caterina Avanza. "Il messaggio è preciso: vogliamo la qualità. Non si comprano i prodotti solo per aiutare chi ha bisogno, ma perché sono buoni e spesso anche migliori"
“Chi non può vedere un altro mondo è cieco”. Questa la frase che accoglie i clienti che, passeggiando vicino al Canal Saint Martin di Parigi, approdano alla bottega Ethicando, un concept store che vende prodotti made in social, fatti da circa 15 cooperative italiane. È una bottega, tra negozi e bistrot di artisti, una vetrina luminosa e poi sedie e tavolini e la promessa di un buon caffè. Le proprietarie, due italiane: Ludovica Guerreri e Caterina Avanza, rispettivamente romana e bresciana d’origine, ma parigine d’azione. Sono le parole ad accogliere i visitatori: “caffè, pasta, Italia”, parole scritte a pennarello bianco e in bella vista sulla vetrina che si affaccia su Rue de la Grange aux Belles, al civico 6. E poi “mafia”, naturalmente. Parole che in Francia vogliono dire tante cose e che bene o male attirano i passanti. È il cliché dell’italiano all’estero, anche se questa volta lo scopo è il riscatto.
video di Davide Leggio e Maria Letizia Perugini
“Era un progetto – spiega Caterina – che avevamo in testa da tanto tempo e per realizzarlo, ma soprattutto realizzarlo come volevamo noi, abbiamo faticato”. Trovare un locale, un affitto non troppo caro, firmare le carte, lottare contro burocrazia e ostacoli, pregiudizi, ma soprattutto cercare i prodotti da vendere. “Volevamo fare una bottega che fosse Made in Social – continua Caterina – ma che al tempo stesso lanciasse un messaggio ben preciso: vogliamo la qualità. La qualità in questo negozio è fondamentale: non si comprano i prodotti solo per aiutare chi ha bisogno, che sia il ragazzo che lavora in carcere o la donna con problemi psichici o le cooperative che lavorano in terre confiscate alla mafia: lo si compra perché è buono e spesso è pure migliore degli altri. Per questo abbiamo girato l’Italia alla ricerca di prodotti, ma soprattutto di progetti di qualità”. Una qualità che restituisca dignità al produttore, al venditore e anche al consumatore, seguendo un’etica dell’acquisto che è il cavallo di battaglia di Ethicando. “Sì è vero – aggiunge Ludovica – i clienti all’inizio entrano e ci guardano un po’ con lo sguardo estraniato con cui si possono guardare i poveri italiani sconfitti dalla mafia, ma con i nostri prodotti e le storie soprattutto che si portano dietro, riusciamo a fargli capire che la nostra è una battaglia comune. La mafia e i problemi che ci sono in Italia, ci sono anche in Francia e dalla lotta alla criminalità può venir fuori qualcosa di buono, anche semplicemente comprando una passata al pomodoro”.
Insomma, Caterina e Ludovica sono due cantastorie, donne dallo spirito forte che a Parigi hanno lanciato un’idea, un progetto, un sogno, ma che parlano il linguaggio delle azioni concrete. Oltre al negozio, Ethicando è anche un piccolo bistrot all’italiana con caffè, cappuccini e crostate fatte a mano. Bruschette e pappa al pomodoro i piatti più richiesti, e là dove i prodotti non vengono dalle cooperative, i fornitori sono solo ed esclusivamente piccoli produttori che lavorano sul territorio italiano. Da Ethicando tutto è made in social, anche le sedie, i tavoli e la libreria, costruiti apposta per l’evento dalla cooperativa Ferro e Fuoco del carcere di Fossano, Cuneo. “Sì abbiamo anche una libreria,” ha concluso Caterina, “perché vogliamo che questo posto sia un punto di incontro, un luogo dove scambiare idee ed opinioni, dove crescere. Per questo abbiamo un fitto calendario di iniziative culturali. Il 23 giugno scorso ad esempio, abbiamo avuto l’onore di ospitare Ettore Scola e la prima tappa europea di Cinemovel, il progetto che porta il cinema in terre confiscate alla mafia o nei territori dimenticati di Italia. Abbiamo proiettato il film “Placido Rizzotto” di Pasquale Scimeca riempiendo una piazza del centro ed è stata una bella soddisfazione”.