Il presidente dell Regione Lombardia è stato sempre l'anima della kermesse di Rimini, ma le vicende giudiziarie e in particolare i suoi rapporti con Daccò impongono prudenza. Imbarazzo tra gli sponsor
C’è da credere che le ombre addensatesi sull’esponente di spicco dei memores domini si ripercuoteranno sul ricco calendario di ospiti ed eventi del meeting, facendo sì che quella di quest’anno sia un’edizione in tono minore.
Dietro la kermesse agostana di Cl c’è da sempre l’impronta forte di Formigoni. A Rimini l’ha sempre fatta da padrone, muovendo l’immensa macchina organizzativa, sin dal reperimento dei numerosi sponsor.
In questa trentatreesima edizione, intitolata “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”, che si terrà come di consuetudine nei padiglioni della fiera dal 19 al 25 agosto, il governatore lombardo è assente dal programma. Nel tempo che lo separa dall’inizio del meeting si è detto intenzionato a non ribattere più alle accuse dei giornali definite fantasiose (in particolare quelle de Il Fatto Quotidiano e di Repubblica).
Sarà dunque un Formigoni diverso quello che si vedrà all’annuale raduno ciellino. Sarà presente, nume tutelare, fra i padiglioni della fiera, ma non lo si vedrà dialogare con esponenti di spicco della politica, probabilmente non accetterà neppure di moderare un incontro. Troppo sgradite per lui, in questo frangente, le domande che gli verrebbero rivolte dalla stampa.
Ora il presidente della Lombardia deve scontare il peso della bufera mediatica, abbattutasi su di lui in conseguenza dell’inchiesta sulla sanità lombarda che lo vede indagato per i favori che avrebbe ricevuto dal faccendiere Piero Daccò, attualmente in carcere. Al vaglio degli inquirenti ci sono le vacanze di fine 2008 che il mediatore gli avrebbe pagato nell’esclusivo resort a 7 stelle “Altamer” di Anguilla, nelle Antille (45mila euro alla settimana), ma non solo: fra le note spese di Daccò figurerebbero anche aerei, barche, ristoranti e ville da migliaia di euro pagate a Formigoni, per guadagnarsi i favori della sua potente benevolenza, quando si trattava di scegliere a chi destinare i soldi della sanità pubblica.
È di 2 mesi fa la dichiarazione del titolare del ristorante lo Squero di Rimini, che avvalorerebbe questa prassi anche in Riviera: “Sì, Roberto Formigoni e Pierangelo Daccò sono stati qui in una sera di fine agosto 2009, quando era in corso il meeting di Comunione e Liberazione. E ha pagato Daccò la cena”.
La débacle formigoniana fa presagire anche un cauto dietrofront degli sponsor. I finanziamenti del Meeting confluiscono nelle casse della Evidentia Communication srl, società che può contare su 3.400 volontari e 8 milioni e 400.000 euro di fatturato. L’anno scorso il 70% del denaro speso per il meeting arrivava proprio dalle sponsorizzazioni.
Assieme alle defezioni prudenziali di alcuni sponsor è probabile che saltino i numerosi interventi di ministri e parlamentari che si registrarono nell’edizione 2011. Al meeting parteciparono il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e diversi ministri dell’agonizzante governo Berlusconi: c’erano Tremonti, Maroni, Frattini, Calderoli. A rappresentare il Pd andarono Bersani, Fassino e Letta.
E dire che il meeting era la roccaforte di Formigoni, era Formigoni stesso, il luogo dove egli dispensava strette di mano al popolo ciellino, beatamente convinto del retto operare del presidente. Uno a cui delegare ciecamente il proprio voto e la propria fiducia. Ora forse qualcosa anche in mezzo al suo gregge si è incrinato, nonostante agli esercizi spirituali di aprile 2012 fossero in molti a dirsi disposti a perdonare, a chiudere un occhio se non due sullo scandalo che sta colpendo Formigoni e con lui, inevitabilmente la rete consociativa del movimento fondato da don Giussani.