Il cerchio magico resiste. Al congresso federale della Lega Nord in corso alle porte di Milano non sono tutti maroniani. “Dare a me del Maroniano sarebbe come dire a Borghezio che è magro”. La battuta appartiene al senatore del Carroccio Giovanni Torri, che si dichiara poco entusiasta del nuovo corso del partito. “Altro che pulizia”, sbotta a microfoni spenti, “hanno espulso Lusi e la Mauro e basta”. E ancora: “E Stiffoni poi magari scopriamo che non ha rubato nulla”. Camicia verde e simboli padani in vista, Torri se la prende con le troppe camicie bianche, “presunto simbolo di purezza” presente al forum di Assago. “I democristiani lasciamoli fare a Casini e quella gente li, che lo sanno fare”, commenta, “i democristiani che abbiamo in Lega sono farlocchi”. Insomma, i leghisti ancora vicini a Bossi promettono vita dura al futuro segretario. “Diciamola tutta”, aggiunge il senatore, “i cerchisti erano tutti al primo mandato, li hanno silurati perché davano fastidio”. E la secessione, l’indipendenza? Torri, che è anche presidente della commissione Difesa del Senato, distingue: “Dipende da chi certe parole le pronuncia. In bocca Tosi assumono un significato decisamente contrario” di Franz Baraggino