C’è il tradimento dell’amato e quello degli ideali, il tradimento religioso e quello politico. Don Giovanni e Giuda, Bruto e Cassio, Stalin e, massì, Scilipoti.
La storia dell’umanità è fondata sul tradimento, a cominciare da quello di Eva, che tradì l’impegno a non consumare il famoso frutto, per finire (ma solo temporaneamente) con gli appunti che un terreo Berlusconi vergava su chi lo stava lo mettendo in minoranza durante la celebre votazione di soli pochi mesi fa (novembre 2011): «Traditori».
Questo e molto altro ci racconta “Tradimento – In politica, in amore e non solo”, l’ultimo saggio di Giulio Giorello (edito da Longanesi) filosofo fra i più acuti e brillanti. Ma essendo, appunto, il libro di un filosofo, suo scopo reale è invitarci a riflettere, fuori da ogni moralismo, sul senso e il significato profondo di un atto che solo a una lettura superficiale risulta essere per definizione negativo.
Per dire: se non ci fosse stato il tradimento di Giuda come avrebbe potuto, Gesù, sacrificarsi per l’umanità? Oppure: Bruto, è vero, ha tradito Cesare, ma non l’ha fatto proprio perché Cesare aveva tradito il suo mandato?
E non è certo un caso se Giancarlo De Cataldo ha dato il titolo “I traditori” (Einaudi) al suo ultimo romanzo dedicato al Risorgimento e ai suoi eroi non sempre limpidi.
Certo, chi ha il cuore in pezzi per un tradimento subito, difficilmente giustificherà Don Giovanni, che tradisce le sue vittime per troppo amore, e non ne apprezzerà la rigorosa coerenza che lo induce a infilare senza tentennamenti la porta dell’inferno cantando (da Mozart e Da Ponte): «No ch’io non mi pento!».
Particolare non trascurabile, a dispetto dell’iconografia che vuole il traditore viscido e mellifluo, tradire richiede una certa dose di coraggio. Sempre che, beninteso, si tratti di alto tradimento, dove “alto” non sta per “grave” ma ne definisce il livello. Giuda, Don Giovanni, Baruch Spinoza (la cui interpretazione delle sacre scritture gli guadagnò l’accusa di eresia e tradimento) non agiscono nell’ombra ma, come scrive Giorello, «definiscono il corso delle loro azioni non nel vuoto dell’indifferenza ma nella messa a fuoco delle loro responsabilità nei confronti dei codici umani e persino della legge di Dio». E aggiunge: «Il traditore deve essere un coraggioso: per quanto siano subdole le sue azioni, infami i suoi scopi, deve avere almeno l’audacia di tradire – tutto e tutti, comprese le sue più radicate convinzioni: solo a questo prezzo diventa davvero l’angelo (cioè il messaggero) della libertà del soggetto”.
Il problema è che, oggi, raramente ci capita di trovarci di fronte a un Bruto o a uno Spinoza: ci tocca, ahinoi, più facilmente un De Gregorio, un Razzi, uno Scilipoti. Anche se, per converso, non possiamo negare la soddisfazione di veder disfarsi il mito leghista nel tradimento dei suoi fondatori, i Bossi e le Rosi Mauro che arraffano ed elargiscono come qualunque rappresentante di quella Roma ladrona che sbeffeggiavano e dicevano di voler combattere.
E come dimenticare che la decadenza del Caimano è iniziata dal tradimento del cofondatore del Pdl, uno che in materia può considerarsi esperto poiché ha fondato il precedente partito tradendo gli ideali di Salò, come ancora gli rimproverano i suoi ex camerati?
Ma fu poi vero tradimento quello di Fini? O tardiva presa di coscienza, insomma un killeraggio alla Bruto?
Il paragone, in realtà, appare improprio, essendo abissali le differenze fra la statura politica di Berlusconi e di Cesare, di Fini e di Bruto. Del resto, è ormai entrato nel linguaggio corrente un termine preciso per definire chi cambia più o meno disinvoltamente schieramento politico: non sono traditori, ma “voltagabbana”. Figure ben note nel panorama politico italiano che Giorello colloca nel girone dei trasformisti. Ed è forse utile, allora, ricordare un episodio citato dallo storico Cesare Bermani nel suo saggio “Il nemico interno” (Odradek): una settantina d’anni fa, all’indomani della Liberazione, alle Brigate Nere concentrate a Como dalla Repubblica di Salò bastò una notte per trasformarsi in camicie rosse e ottenere senza difficoltà l’iscrizione al Pci. La tela per la nuova casacca se l’erano procurata razziando in un magazzino il tessuto destinato alle divise dei carabinieri: il classico panno nero foderato di rosso.
Altri tempi, altri tradimenti, altri strumenti. Oggi, digitando su Google la parola “tradimento” si capita per primo sul portale dell’infedeltà: “Informazioni, news sul tradimento, e forum per traditi e traditori” e, poco più sotto, su “Incontri extraconiugali – Primo sito di incontri dedicato alle persone sposate”.
Per il libretto non sembrano esserci problemi, è un Mozart che manca.