“Casapound è incompatibile con Parma, città antifascista”. Parte dal quartiere Montanara, storica roccaforte rossa della città ducale, la marcia pacifica per chiedere la chiusura della sede di CasaPound. Da via Carmignani, dove lo scorso 12 maggio è partita l’offensiva di un gruppo di militanti di estrema destra contro il circolo Minerva, centinaia di persone armate di striscioni e bandiere hanno sfilato per il quartiere, puntando dritto su via Jacchia, che dal 2009 ospita l’associazione. Il corteo, blindato dalle forze dell’ordine che hanno circondato la sede dell’associazione per evitare disordini, ha fatto la sua prima tappa proprio davanti al circolo Minerva.
La senatrice del Pd Albertina Soliani, che per prima di fronte all’aggressione di un mese fa al locale aveva allertato questore e forze dell’ordine, oggi guidava il corteo dietro allo striscione del Comitato antifascista Montanara insieme ad altri esponenti politici locali. Anche il Movimento 5 stelle, che ieri aveva presentato una mozione contro ogni forma di fascismo, era presente con i due consiglieri comunali Mirco Zioni e Sebastiano Pizzigalli.
Il sindaco Federico Pizzarotti nei giorni scorsi aveva ammesso la difficoltà della convivenza di CasaPound e antifascisti nel quartiere, ma aveva anche aggiunto che “come amministrazione non possiamo fare nulla per far chiudere la sede”. È questo invece l’appello lanciato anche oggi dal corteo, che ha attraversato il Montanara per concludersi in piazzale Rondani, di fronte al monumento alle Barricate antifasciste. Per ribadire che la presenza dell’associazione, a Parma, è un insulto alla memoria della città medaglia d’oro alla Resistenza.
Anche la senatrice Soliani dopo il 12 maggio aveva presentato un’interrogazione urgente al ministro degli Interni e il Governo ha risposto riconoscendo l’entità del problema, sentito anche in molte altre città. “Parma è un obiettivo sensibile per CasaPound – ha detto il sottosegretario di Stato per l’Interno De Stefano – e questo richiede una pronuncia inequivocabile dell’amministrazione comunale”. Ma d’altra parte è il gruppo di estrema destra che si difende, raccontando la propria versione dei fatti. Poche ore prima del corteo è stato presentato un dossier di CasaPound che ha come obiettivo quello di dimostrare che sono gli antifascisti a creare disordini in città. I militanti di via Jacchia vogliono smentire le parole del questore Salvatore Longo, che durante la Festa della polizia aveva detto che l’estrema sinistra a Parma non riveste questioni di ordine pubblico, minacciando invece provvedimenti amministrativi e penali contro il gruppo di estrema destra.
In un dvd realizzato dai poundini si susseguono scene e spezzoni tratti dalle manifestazioni sotto i Portici del grano contro l’amministrazione Vignali, ma anche da altri cortei di protesta che hanno visto in prima fila gli antagonisti dei militanti di estrema destra, e ancora danneggiamenti contro la sede e minacce di morte contro gli esponenti di CasaPound. “Gli antifascisti hanno creato disordini, e non solo contro di noi – ha detto Mora – denunceremo la Soliani per diffamazione, visto che ha detto che CasaPound fa propaganda antisemita”. Il rappresentate cultura regionale Filippo Burla ha ricordato poi le intimidazioni dello scorso anno, che costrinsero la libreria Battei ad annullare la presentazione del libro “Nessun dolore”, fino alla scorsa manifestazione per far chiudere la sede, nel 2009, quando per l’occasione a Parma fu fatto arrivare il coordinatore nazionale Gianluca Iannone.
Ma a differenza di allora, oggi non c’è stata nessuna contrapposizione tra i due gruppi, perché proprio per non creare problemi di ordine pubblico, Mora e i suoi hanno deciso di tenere chiusa la sede. Una ritirata preventiva che però non è bastata a fermare il corteo, e soprattutto a far cambiare idea alle centinaia di persone che ancora una volta oggi hanno chiesto di cancellare per sempre il simbolo di CasaPound a Parma.