E’ uscito il 21 giugno “Fino all’ultimo giorno della mia vita”, il terzo libro scritto da Benny Calasanzio, stavolta insieme a Salvatore Borsellino, ed edito da Aliberti Editore.  Salvatore e Benny, come me, hanno vissuto il dramma del lutto familiare per mano mafiosa. Insieme abbiamo condotto tantissime battaglie e condividiamo gli stessi ideali, gli stessi valori, la stessa intensa passione per la verità e la giustizia.

In questa pubblicazione il fratello del giudice Paolo Borsellino racconta a Benny Calasanzio la vita di ogni giorno, i ricordi felici della sua giovinezza, la storia di una famiglia “normale”, il suo percorso personale. Non si tratta infatti di un volume celebrativo, ma di una narrazione molto intima, quasi confidenziale; dai bombardamenti di Palermo durante la seconda guerra mondiale agli episodi più semplici di una realtà che subisce una forte scossa il 19 luglio del 1992, quando un’autobomba fa saltare in aria Paolo e gli agenti della sua scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.  Quel tragico giorno segna fatalmente l’esistenza di Salvatore Borsellino che, dopo il primo processo, per molti anni si chiude in una specie di mutismo bruciante.

Poi, nel 2007, una sorta di rinascita: Salvatore torna a parlare in pubblico, in tutta Italia: della strage di Via d’Amelio, dei “segreti” legati alla nascita della cosiddetta “seconda Repubblica”, delle collusioni mafiose, dei poteri deviati. Da questi incontri, molti dei quali organizzati insieme a me e allo stesso Benny Calasanzio, nasce una nuova grande speranza: le Agende Rosse. Un movimento fatto di giovani; quei giovani in cui Salvatore Borsellino, con tutte le sue forze, ripone le proprie aspettative per il futuro di questo Paese, per la ricerca di verità e giustizia. Quei giovani cui Salvatore, anche attraverso questo libro, si dona totalmente. Fino all’ultimo giorno della sua vita.

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