La notizia viene riportata dal "Financial Times" in una intervista al presidente dell’Autorità europea per i mercati finanziari. L’inchiesta, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, punta a verificare se la valutazione degli istituti di credito è stato “sufficientemente rigoroso"
L’Esma, European Securities and Markets Authority, accende un faro sulle agenzie di rating, protagoniste negli ultimi anni di downgrading di banche, istituzioni e paesi che almeno in Italia hanno fatto aprire un’indagine penale. La Procura di Trani ha da poco più di un mese chiuso l’indagine sulle agenzie di rating che aveva “bocciato” l’Italia con i loro rapporti negativi, influenzando, secondo gli inquirenti, l’andamento dei mercati. Quella dell’organismo dell’Ue, proposto al monitoraggio e alla sicurezza dei mercati nell’Euroza, è invece un’indagine amministrativa. L’obiettivo è quello di verificare i criteri di valutazione sul rating delle banche delle tre pincipali agenzie di rating internazionali: Standard & Poor’s, Fitch e Moody’s.
La notizia viene riportata dal “Financial Times” in una intervista al presidente dell’Autorità europea per i mercati finanziari, Steven Maijoor. L’indagine, che dovrebbe concludersi entro la fine dell’anno, punta a verificare se la valutazione delle banche è stato “sufficientemente rigoroso e trasparente”. Infatti, spiega Maijoor, “il rating delle banche è molto importante perché c’è un’interazione con i rating dei debiti sovrani e dei titoli di Stato”. L’Esma, naturalmente informa il Maijor, con questa indagine non intende influenzare l’attuale politica di rating delle agenzie. “Non stiamo facciamo un rating dei rating. Non intendiamo porre delle restrizioni sulla metodologia usata. Stiamo soltanto chiedendo se le loro scelte rispondono ad un senso economico e se sono logiche”.
Proprio un paio di giorni fa, nell’ambito dell’inchiesta penale italiana, era emerso un particolare sulla dinamica dei report firmati dagli analisti poi indagati. In una mail proprio il responsabile delle banche aveva scritto agli analisti che l’informativa era sbagliata e che la situazione che descrivevano era proprio all’opposto della realtà. A riprova, secondo gli inquirenti pugliesi, della malafede degli analisti per cui verrà chiesto il rinvio a giudizio.
I presidenti di Adusbef e Federconsumatori esultano ricordando le molte denunce fatte, da quelle di “comportamento non professionale” sulla valutazione di Lehman Brothers prima del crack a quelle sulla degenerazione dei derivati, e sottolineano che “per dare la sveglia all’Esma” è stato “necessario l’intervento della magistratura, nello specifico del Pm di Trani Michele Ruggiero e le valutazioni della Corte dei Conti di danno per il nostro Paese. Per le due associazioni dei consumatori, comunque, “non è assolutamente il caso di esclamare ‘Meglio tardi che mai!’, perché il mancato intervento delle autorità di controllo comunitario circa il comportamento delle società di rating ha creato e continua a creare troppi danni per i risparmiatori, oltre che per i cittadini di stati sovrani, visto che il ‘rating’ è ormai richiamato in molte normative anche comunitarie (si pensi alla Mifid, ai prospetti dei fondi di investimento) perché il legislatore lo riteneva costruito con ragionevole oggettività. Ne deriva che un rating non affidabile e prodotto con meccanismi di semplice insindacabile valutazione di comitati societari ristretti, dà luogo a ripercussioni fortemente negative nel settore finanziario e, in particolare, a danno dei risparmiatori”.