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Milano, due carabinieri condannati per pestaggio in caserma di un fermato

I militari arrestarono un pregiudicato a bordo di una vettura rubata. Nel comando, secondo l'accusa, gli legarono le mani, lo imbavagliarono, lo distesero a terra e lo colpirono ripetutamente. Anche la vittima condannata, in un altro giudizio, per calunnia

Milano, due carabinieri condannati per pestaggio in caserma di un fermato
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Due carabinieri sono stati condannati oggi, uno a un anno di carcere, l’altro a nove mesi, per aver pestato nella caserma di Montebello a Milano un uomo, fermato a bordo di un’auto rubata. Un terzo militare dell’Arma invece dovrà scontare quattro mesi per favoreggiamento e omessa denuncia, perché secondo l’accusa, aveva cercato di coprire il pestaggio. Le pene sono state inflitte dal giudice della prima sezione penale del capoluogo lombardo, Cristina Dani per il reato di lesioni aggravate.

L’aggressione sarebbe avvenuta il 12 agosto 2009, quando i due durante un servizio in strada, bloccarono Luciano F., con precedenti per droga, mentre guidava una macchina rubata. L’uomo venne portato in caserma e, stando alle indagini del pm di Milano Antonio Sangermano, i due militari, Piero Paolo A., 44 anni, e Gianluca P., 29 anni, gli chiusero la bocca con del nastro adesivo e poi lo picchiarono mentre era steso a terra, con le mani legate, usando anche dei manganelli. Dopo l’aggressione, all’uomo venne contestata anche l’accusa di resistenza a pubblico ufficiale e venne portato San Vittore.

L’uomo, che nel procedimento si è costituito parte civile, ha ottenuto un risarcimento a titolo di provvisionale di 7 mila euro, il risarcimento verrà stabilito in sede civile. Anche la vittima è stato condannato per gli stessi fatti, nell’ottobre del 2010, quando il giudice per le indagini preliminari, oltre a mandare a processo i tre imputati, gli diede un anno e 4 mesi di reclusione, con rito abbreviato, con l’accusa di calunnia. Durante la ricostruzione dei fatti avrebbe raccontato agli inquirenti alcuni particolari falsi, come l’aver perso un dente per un pugno in faccia, in realtà mai subito.

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