“L’Italia ha perso e io godo”. Quanti di voi hanno letto o sentito dire una frase simile da parte di qualche conoscente? Grazie a Facebook e più in generale a Internet, è diventato più semplice sapere cosa passi per la mente di molte più persone di quelle che possiamo incontrare al bar. E’ stato così che durante questi magnifici campionati Europei di calcio, nei quali l’ottimo Prandelli ha creato un mezzo miracolo, ho scoperto di avere tra i miei contatti un numero relativamente alto di quelli che chiamerò i tifosi-contro.
I tifosi-contro sono quelle persone che odiano tutto ciò che incontri il favore della maggioranza. Come sentono aria di passione popolare, questi signori non si limitano a ignorare l’evento o a un banale “Non mi interesso di calcio”, che sarebbe una reazione normale e ultra-legittima. No, i tifosi-contro sono coloro che devono anzitutto far sapere al resto del mondo che loro non seguono la partita (o ciò che appassiona l’altro 90% del Paese). E già questo è un atteggiamento buffo: io non seguo centinaia di sport, per dire, ma se dovessi dedicare un post o uno stato di Facebook a ogni evento che non seguo, non parlerei d’altro.
Il secondo riflesso dei tifosi-contro – e questo è particolarmente vero quando parliamo di gente che si auto-percepisce come “intellettuale” – è che giudicano chiunque si appassioni ai destini della Nazionale di calcio come un gregge di stolti pronto a dimenticarsi i problemi della crisi economica al primo palleggio di Balotelli. Un atteggiamento elitario e snobistico, da maestrini sfiduciati verso la propria classe di studenti asini. Già Sandro Pertini, alla domanda di un collega “Ma non le pare esagerato esultare per una vittoria di calcio ai mondiali, con tutti i problemi che ci sono?” spiegò il senso del suo e nostro giubilo in termini di buon senso e di popolarismo:
“Ma i nostri problemi… ma buon Dio, insomma! Che ci sia una sosta nelle preoccupazioni, nella tristezza, nella insoddisfazione… ci sia un po’ di sosta! Dopo sei giorni di lavoro viene la domenica, no? Chi ha lavorato sei giorni ha diritto alla domenica di andarsene con la famiglia a gioire sulla spiaggia, in montagna o altre robe. E gli si dovrebbe dire: ‘Come mai tu gioisci quando ti attende il lunedì?’ Io penso a gioire la domenica, per il lunedì verrà il suo tempo”.
Che poi è lo stesso identico motivo per cui Napolitano ha ritenuto di invitare la Nazionale al Quirinale stasera. Davanti a questi atti politici che non a caso vengono da parte di Presidenti della Repubblica conoscitori del pensiero di Antonio Gramsci sulla rilevanza del nazionale-popolare in politica, i tifosi-contro fanno spallucce e proseguono imperterriti.
Ecco dunque che se al Circo Massimo si radunano 200.000 persone per vedere la partita sui grandi schermi, è in mezzo a loro c’è un neonazista più stronzo del solito che sventola una bandiera con la svastica, per i tifosi-contro quella bandiera con la svastica diventerà rappresentativa “della folla del Circo Massimo” o addirittura “del mondo del calcio”. E scriveranno post e commenti, condannando che il resto della folla “abbia lasciato fare“. Questo a prescindere dal fatto che se il tizio con la svastica è stato fotografato, identificato e arrestato per apologia di reato, è proprio perché qualcun altro, in mezzo a quella stessa folla di supporter della Nazionale, ha reagito denunciando il reato scattando una foto.
Quando l’Italia vinceva contro l’Inghilterra e la Germania, i tifosi-contro si lamentavano del chiasso fatto in strada dai tifosi dell’Italia per le strade della loro città. Pubblicavano agghiaccianti foto di cadaveri di cani, attribuite all’Ucraina, e scrivevano cose intelligenti tipo “Chi segue questi Europei è uguale a chi uccide i cani“. E dire che per chi voleva invitare al boicottaggio di questi Europei, gli argomenti più seri non mancavano: basti guardare al modo in cui è trattata l’opposizione politica in Ucraina. Ma i tifosi-contro hanno evidentemente più a cuore le sorti del randagismo a Kiev rispetto alle sorti dell’opposizione politica di Julia Timoshenko in quella stessa Capitale.
Ora che l’Italia ha (meritatamente) perso contro i campioni del Mondo, i tifosi-contro, che prima si vezzavano di non capire una cippa di fuorigioco e marcamento a zona, ora si scoprono saputi intenditori di calcio, e se la prendono contro le sostituzioni “sbagliate” di Prandelli, o i giocatori della Nazionale, descritti come brocchi o vecchi. Dimenticandosi che quell’allenatore, alla guida di quei brocchi, è arrivato a giocarsi la finale e che un forte ricambio generazionale c’è già stato rispetto ai Mondiali del 2006. I più meschini fra loro scrivono inni di gioia per la vittoria della Spagna, ma avrebbero gioito per la vittoria di qualunque altro avversario dell’Italia, appunto perché loro non sanno tifare-per, ma solo tifare-contro.
I tifosi-contro, anche se spesso non se ne rendono conto, partecipano all’evento collettivo appunto nelle vesti di chi condanna la partecipazione della maggioranza. Non mi è chiaro se lo fanno perché hanno in odio tutto ciò che sa di popolo, o se questa è una forma di puerile vendetta contro uno Stato dal quale si sentono tagliati fuori, magari perché politicamente extra-parlamentari, o disoccupati o gay sprovvisti dei più elementari diritti civili. Se l’ultima ipotesi è corretta, bisognerebbe proprio saper incanalare in modo più concreto e serio la propria (sacrosanta) atavica rabbia.
Sciltian Gastaldi
Scrittore e giornalista
Sport - 2 Luglio 2012
La Nazionale e il fenomeno dei tifosi-contro
“L’Italia ha perso e io godo”. Quanti di voi hanno letto o sentito dire una frase simile da parte di qualche conoscente? Grazie a Facebook e più in generale a Internet, è diventato più semplice sapere cosa passi per la mente di molte più persone di quelle che possiamo incontrare al bar. E’ stato così che durante questi magnifici campionati Europei di calcio, nei quali l’ottimo Prandelli ha creato un mezzo miracolo, ho scoperto di avere tra i miei contatti un numero relativamente alto di quelli che chiamerò i tifosi-contro.
I tifosi-contro sono quelle persone che odiano tutto ciò che incontri il favore della maggioranza. Come sentono aria di passione popolare, questi signori non si limitano a ignorare l’evento o a un banale “Non mi interesso di calcio”, che sarebbe una reazione normale e ultra-legittima. No, i tifosi-contro sono coloro che devono anzitutto far sapere al resto del mondo che loro non seguono la partita (o ciò che appassiona l’altro 90% del Paese). E già questo è un atteggiamento buffo: io non seguo centinaia di sport, per dire, ma se dovessi dedicare un post o uno stato di Facebook a ogni evento che non seguo, non parlerei d’altro.
Il secondo riflesso dei tifosi-contro – e questo è particolarmente vero quando parliamo di gente che si auto-percepisce come “intellettuale” – è che giudicano chiunque si appassioni ai destini della Nazionale di calcio come un gregge di stolti pronto a dimenticarsi i problemi della crisi economica al primo palleggio di Balotelli. Un atteggiamento elitario e snobistico, da maestrini sfiduciati verso la propria classe di studenti asini. Già Sandro Pertini, alla domanda di un collega “Ma non le pare esagerato esultare per una vittoria di calcio ai mondiali, con tutti i problemi che ci sono?” spiegò il senso del suo e nostro giubilo in termini di buon senso e di popolarismo:
“Ma i nostri problemi… ma buon Dio, insomma! Che ci sia una sosta nelle preoccupazioni, nella tristezza, nella insoddisfazione… ci sia un po’ di sosta! Dopo sei giorni di lavoro viene la domenica, no? Chi ha lavorato sei giorni ha diritto alla domenica di andarsene con la famiglia a gioire sulla spiaggia, in montagna o altre robe. E gli si dovrebbe dire: ‘Come mai tu gioisci quando ti attende il lunedì?’ Io penso a gioire la domenica, per il lunedì verrà il suo tempo”.
Che poi è lo stesso identico motivo per cui Napolitano ha ritenuto di invitare la Nazionale al Quirinale stasera. Davanti a questi atti politici che non a caso vengono da parte di Presidenti della Repubblica conoscitori del pensiero di Antonio Gramsci sulla rilevanza del nazionale-popolare in politica, i tifosi-contro fanno spallucce e proseguono imperterriti.
Ecco dunque che se al Circo Massimo si radunano 200.000 persone per vedere la partita sui grandi schermi, è in mezzo a loro c’è un neonazista più stronzo del solito che sventola una bandiera con la svastica, per i tifosi-contro quella bandiera con la svastica diventerà rappresentativa “della folla del Circo Massimo” o addirittura “del mondo del calcio”. E scriveranno post e commenti, condannando che il resto della folla “abbia lasciato fare“. Questo a prescindere dal fatto che se il tizio con la svastica è stato fotografato, identificato e arrestato per apologia di reato, è proprio perché qualcun altro, in mezzo a quella stessa folla di supporter della Nazionale, ha reagito denunciando il reato scattando una foto.
Quando l’Italia vinceva contro l’Inghilterra e la Germania, i tifosi-contro si lamentavano del chiasso fatto in strada dai tifosi dell’Italia per le strade della loro città. Pubblicavano agghiaccianti foto di cadaveri di cani, attribuite all’Ucraina, e scrivevano cose intelligenti tipo “Chi segue questi Europei è uguale a chi uccide i cani“. E dire che per chi voleva invitare al boicottaggio di questi Europei, gli argomenti più seri non mancavano: basti guardare al modo in cui è trattata l’opposizione politica in Ucraina. Ma i tifosi-contro hanno evidentemente più a cuore le sorti del randagismo a Kiev rispetto alle sorti dell’opposizione politica di Julia Timoshenko in quella stessa Capitale.
Ora che l’Italia ha (meritatamente) perso contro i campioni del Mondo, i tifosi-contro, che prima si vezzavano di non capire una cippa di fuorigioco e marcamento a zona, ora si scoprono saputi intenditori di calcio, e se la prendono contro le sostituzioni “sbagliate” di Prandelli, o i giocatori della Nazionale, descritti come brocchi o vecchi. Dimenticandosi che quell’allenatore, alla guida di quei brocchi, è arrivato a giocarsi la finale e che un forte ricambio generazionale c’è già stato rispetto ai Mondiali del 2006. I più meschini fra loro scrivono inni di gioia per la vittoria della Spagna, ma avrebbero gioito per la vittoria di qualunque altro avversario dell’Italia, appunto perché loro non sanno tifare-per, ma solo tifare-contro.
I tifosi-contro, anche se spesso non se ne rendono conto, partecipano all’evento collettivo appunto nelle vesti di chi condanna la partecipazione della maggioranza. Non mi è chiaro se lo fanno perché hanno in odio tutto ciò che sa di popolo, o se questa è una forma di puerile vendetta contro uno Stato dal quale si sentono tagliati fuori, magari perché politicamente extra-parlamentari, o disoccupati o gay sprovvisti dei più elementari diritti civili. Se l’ultima ipotesi è corretta, bisognerebbe proprio saper incanalare in modo più concreto e serio la propria (sacrosanta) atavica rabbia.
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Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - L'industria farmaceutica italiana si distingue come uno dei settori trainanti del Made in Italy e le Fab13 confermano la loro centralità nell'innovazione, nella ricerca e nella crescita economica del Paese con ricavi di 16,8 miliardi di euro nel 2023 (+60% rispetto al 2016) dei quali 12,8 miliardi dovuti all'estero, il 76% del totale. Lo rivela l'ultimo rapporto di Fondazione Edison dedicato alle Fab13, le storiche multinazionali a capitale italiano di Farmindustria, presentato oggi a Milano presso il Palazzo Edison. In un dialogo tra Marco Fortis, vicepresidente di Fondazione Edison, e Sebastiano Barisoni, vicedirettore esecutivo di Radio24, sono stati analizzati i risultati ottenuti dall'industria farmaceutica italiana negli ultimi 20 anni in termini di crescita della produzione, occupazione, ricerca e sviluppo, innovazione ed export.
Come evidenzia il report, queste imprese - che includono Alfasigma, Abiogen Pharma, Angelini Pharma, Chiesi Farmaceutici, Dompé Farmaceutici, I.B.N. Savio, Italfarmaco, Kedrion, Menarini, Molteni, Neopharmed Gentili, Recordati e Zambon - continuano a espandersi a livello globale. Con 67 siti produttivi e 43 centri di ricerca e sviluppo distribuiti in tutto il mondo, hanno consolidato la loro presenza internazionale mantenendo, al contempo, la direzione strategica e decisionale in Italia dove le vendite interne, al contrario di quanto accade sui mercati esteri, risultano stazionarie. Le 13 farmaceutiche italiane - ricorda una nota - sono riconosciute come uno dei 7 settori di eccellenza del Made in Italy, affiancando comparti strategici come la meccanica, l'alimentare e la moda.
"Le Fab13 - afferma Fortis - hanno saputo, da un lato, mantenere i valori della lunga storia di molte di esse e, dall'altro, puntare su un nuovo futuro fatto di investimenti e tecnologie innovative". Hanno inoltre "saputo puntare sull'internazionalizzazione, mantenendo tutte 'cuore e cervello' in Italia. Questo gruppo di 13 imprese" nel 2023 "ha superato i 16 miliardi di euro" di ricavi, "trainato dal fatturato estero e in particolar modo dalle esportazioni, che ammontano ad una cifra di tutto rispetto: 6,2 miliardi di euro. Per dare l'ordine di grandezza - chiarisce - si pensi che il valore della produzione italiana delle Fab13 che viene esportata è superiore all'export totale dell'Italia in India (5,2 miliardi) e non molto distante dall'export totale dell'Italia in Giappone (8 miliardi). E ancora: i 6,2 miliardi di export italiano delle sole Fab13 si collocano tra l'export di 2 colossi dell'eccellenza del Made in Italy: le navi da crociera (4,2 miliardi) e i vini (7,8 miliardi). L'incremento delle esportazioni delle Fab13 nel 2023 (+1 miliardo di euro) ha compensato, da solo, oltre un terzo del calo dell'export complessivo italiano di tutti i prodotti verso la Germania (-2,8 miliardi)".
Nel 2023, le Fab13 hanno investito complessivamente 3,4 miliardi di euro, di cui oltre 1 miliardo destinato alla Ricerca & Sviluppo, in crescita del 12% rispetto all'anno precedente. Un impegno significativo è stato dedicato anche alle acquisizioni internazionali, con un investimento di 1,7 miliardi per rafforzare il portafoglio prodotti e l'accesso ai mercati esteri. Questi investimenti, che rappresentano oltre il 50% delle risorse totali, testimoniano l'impegno delle aziende nel mantenere elevati standard qualitativi e tecnologici, sviluppando farmaci innovativi, terapie personalizzate e trattamenti per malattie rare. Va poi sottolineato che, pur avendo una forte presenza internazionale, queste aziende consolidano tutti i loro bilanci in Italia, garantendo un contributo fiscale rilevante per il Paese, che si traduce in risorse essenziali per il finanziamento della sanità pubblica e della ricerca scientifica. Significativo anche l'impatto del settore sull'occupazione. Oltre 47mila persone lavorano oggi nel comparto: quasi 15mila in Italia - circa il 22% degli addetti dell'intera industria farmaceutica - con una crescita del 3% rispetto al 2022.
"I dati emersi dal rapporto di Fondazione Edison - osserva Alberto Chiesi, presidente delle industrie farmaceutiche italiane Fab13 - ci confermano che stiamo andando nella giusta direzione: le Fab 13 sono oggi un motore strategico dell'industria farmaceutica italiana. E' dunque più che mai necessario consolidare la nostra competitività globale e continuare a generare valore per il Paese: abbiamo bisogno che le istituzioni siano al nostro fianco, perché è fondamentale un impegno forte e congiunto per affrontare le sfide future. Essere al nostro fianco non deve essere inteso nel senso di sostegno economico, ma nell'evitare di introdurre scelte normative che pregiudichino l'efficienza competitiva raggiunta". Tra queste - dettaglia la nota - una maggiore comunicazione con i decisori per sensibilizzare sul valore strategico della farmaceutica, un sistema normativo più chiaro e stabile che favorisca gli investimenti e riduca la burocrazia, il rafforzamento della tutela brevettuale per proteggere l'innovazione e attrarre nuovi investimenti in ricerca, la riduzione della pressione fiscale con la creazione di incentivi per rendere l'Italia un hub di riferimento per la farmaceutica.
E' stato inoltre sottolineato il bisogno di sostenere la ricerca sui farmaci orfani e sulle terapie innovative, di migliorare la sinergia tra università e imprese per formare e trattenere talenti nel settore scientifico, e di semplificare le procedure di approvazione e accesso ai farmaci, con particolare attenzione alla riduzione delle disomogeneità regionali. Il rapporto presentato oggi conferma dunque che le Fab13 rappresentano un pilastro dell'industria farmaceutica italiana e internazionale. Il loro contributo all'economia nazionale è fondamentale non soltanto in termini di crescita e occupazione, ma anche per il posizionamento dell'Italia tra i leader globali del settore farmaceutico.
Catanzaro , 17 mar. - (Adnkronos) - Una scossa di terremoto di magnitudo 3.4. è stata avvertita oggi lunedì 17 marzo alle 12.08 a Catanzaro. L'epicentro del sisma è stato registrato dalla Sala sismica Ingv di Roma a un chilometro da Tiriolo, paese a 10 chilometri dal capoluogo, a una profondità di 9 chilometri. La scossa è stata percepita distintamente anche dagli abitanti di Lamezia Terme.
In via precauzionale, diversi uffici e scuole della città sono stati fatti evacuare. Tra questi, il Convitto 'Galluppi', il plesso scolastico 'Campanella', l'Istituto 'Rodari', il liceo classico 'Galluppi'. Non si segnalano danni a cose o persone, tuttavia in tanti si sono riversati in strada subito dopo l'episodio. La scossa avvertita oggi segue ad altre 20 registrate tra Catanzaro e i Comuni di Tiriolo, Marcellinara, Miglierina e Settingiano, tra le giornate di sabato e domenica scorsi.
Roma, 17 mar. - (Adnkronos) - Il Premio Film Impresa è pronto a tornare per il terzo anno consecutivo dal 9 all'11 aprile, con un palinsesto ricco di proiezioni, incontri e riconoscimenti. Il programma della manifestazione è stato presentato questa mattina in una conferenza stampa a Roma. Il Premio Film Impresa è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria. Divenuto ormai un vero hub culturale e luogo d’incontro di riferimento, il Premio ha l’obiettivo di valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa e delle persone che vi lavorano. “Questo premio dimostra quanto l'audiovisivo possa essere un potente strumento di comunicazione per le aziende, capace di trasmettere valori, storie e visioni. Sempre più aziende scelgono di raccontarsi con contenuti audiovisivi di qualità, e il nostro obiettivo è dare loro il giusto riconoscimento e visibilità. Anche quest'anno ci aspettiamo opere straordinarie, con un'attenzione particolare ai giovani e all’innovazione", ha commentato il presidente di Premio Film Impresa Giampaolo Letta.
Il costante successo di Premio Film Impresa è testimoniato anche dal massiccio numero di opere ricevute nei mesi scorsi, che hanno raggiunto quota 200, di cui 140 entrate in preselezione. Un risultato reso possibile soprattutto grazie al lavoro che ogni anno, anche nei mesi successivi alla tre-giorni di aprile, ha permesso al Premio di prendere parte a importanti manifestazioni cinematografiche e culturali in tutta Italia, dalla Mostra del Cinema di Venezia alla Festa del Cinema di Roma, passando per il Tuscia Film Fest, il Lecco Film Fest, La Settima Arte di Rimini e Il Cinema: che impresa di Torino. "Le aziende partecipanti, presentando le loro opere audiovisive, offrono uno sguardo affascinante sui processi e le storie che si celano dietro i prodotti e i servizi che utilizziamo quotidianamente. Queste opere non solo evidenziano l'innovazione e la creatività, ma trasmettono anche la passione e l'impegno che caratterizzano il mondo imprenditoriale”, ha dichiarato il Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo.
“Il Premio, inoltre, valorizza un settore strategico per l’economia del nostro territorio, quello dell’audiovisivo. Il Lazio, infatti, è la prima regione per numero di imprese (2.500), occupati (15mila) e fatturato (3,3 miliardi di euro) e le imprese laziali della filiera cinematografica valgono il 55% del fatturato e il 62% del valore aggiunto nazionale”, ha concluso Biazzo. Anche quest’anno l’evento avrà luogo alla Casa del Cinema a Villa Borghese, dove la giuria, presieduta da Caterina Caselli, assegnerà un premio alle opere in concorso in ciascuna delle seguenti categorie: Area Documentaria - a cura di Umana; Area Narrativa - a cura di UniCredit; Area II&S: Innovative, Image & Sound - a cura di Almaviva.
Il regista Matteo Garrone riceverà il Premio Ermanno Olmi 2025, l’imprenditore e amministratore delegato di Webuild Pietro Salini riceverà il Premio Speciale Film Impresa Unindustria e l’attore e regista Luca Zingaretti riceverà il Premio Speciale Film Impresa. Ad affiancare la presidente di giuria Caterina Caselli, ci saranno esperti del settore, manager ed imprenditori: nello specifico, oltre al Presidente di Unindustria Giuseppe Biazzo e al delegato del Presidente Orsini per Confindustria - Gruppo Tecnico Industria del Turismo e della Cultura Leopoldo Destro, in giuria ci saranno la Presidente di Biagiotti Group Lavinia Biagiotti, il Presidente del Premio Salute e Sicurezza sul Lavoro di Unindustria Rodolfo Bertoli, la Presidente di Anima per il sociale nei valori d’impresa Antonella Sabrina Florio, l’attore Francesco Gheghi, il vicedirettore de 'Il Messaggero' Alvaro Moretti, la produttrice cinematografica Elisabetta Olmi e lo sceneggiatore e regista Giovanni Veronesi.
"Pfi alla sua terza edizione sembra proprio dimostrare quanto fosse praticabile il progetto di mettere a punto un prisma di illuminazione e valorizzazione delle opere audiovisive che incroci il linguaggio del cinema e la progettualità imprenditoriale, l’universo magmatico della transmedialità e la necessità di contenuti fortemente legati a lavoro, tecnologia, sostenibilità”, ha aggiunto il direttore artistico di Premio Film Impresa Mario Sesti. “Tutto questo oggi non è soltanto un sogno, ma sta diventando un programma avviato da un affiatato gruppo di lavoro e seguito da un orizzonte di comunicazione e imprenditoria attento e reattivo", ha concluso. “La terza edizione del Premio Film Impresa si conferma un appuntamento fondamentale per valorizzare il connubio tra impresa, innovazione e linguaggio cinematografico", ha dichiarato Lorenza Lei, Responsabile Cinema e Audiovisivo della Regione Lazio che ha aggiunto: "Vogliamo che il Lazio continui a essere una fucina di talenti, un polo di innovazione e creatività capace di attrarre produzioni e professionisti da tutto il mondo”.
Nella tre-giorni le proiezioni delle opere in concorso si alterneranno, come di consueto, ad incontri e talk di approfondimento che quest’anno avranno come pilastri tematici il futuro, l’innovazione e l’intelligenza artificiale. La terza edizione del Premio Film Impresa si avvale del patrocinio di Regione Lazio, Roma Capitale e Rai Teche, e della collaborazione di Confindustria, Anica, Una e Fondazione Cinema per Roma. L'iniziativa è realizzata in partnership con Almaviva, Edison Next, Umana e UniCredit, e con il supporto tecnico di Spencer & Lewis, D-Hub Studios, Ega e Tecnoconference Europe.Media partner dell'evento sono Il Messaggero, Prima Comunicazione e Adnkronos.
Roma, 17 mar. (Adnkronos Salute) - E' ancora troppo bassa la consapevolezza sulla malattia dell'occhio secco nella popolazione che, spesso senza saperlo, presenta già i primi sintomi. Questo l'elemento principale che emerge dai risultati della campagna 'Apri gli occhi sulla secchezza oculare', promossa da Alcon e conclusasi a dicembre. L'iniziativa ha coinvolto 40 specialisti tra Roma, Milano e Napoli, con oltre 550 visite gratuite pianificate. Nelle consulenze effettuate, gli esperti hanno riscontrato sintomi riconducibili alla malattia dell'occhio secco nella quasi totalità delle persone che hanno aderito all'iniziativa, sebbene coloro che dichiarano di essersi rivolti in passato a un oculista per questa problematica sono poco più della metà. In Italia - ricorda una nota - si stima che siano circa 13 milioni le persone con sintomi riconducibili alla secchezza oculare malattia, ma circa 7 milioni non si recano dall'oculista, figura chiave nella diagnosi. Dati sui quali riflettere considerando quanto emerso dalla campagna: oltre il 70% dei 3.457 utenti che hanno compilato il test di autovalutazione Osdi-6 (Ocular Surface Disease Index) sul sito aprigliocchi2024.it sono risultati idonei a una visita di controllo. I sintomi rilevati principalmente sono stati: occhi rossi, bruciore, sensazione di corpo estraneo nell’occhio e fotofobia, tutti segnali che si è in presenza della patologia.
"La malattia dell'occhio secco è sottovalutata, non c'è la giusta percezione nella popolazione che non considera" la secchezza oculare "come malattia, ma piuttosto come un disturbo passeggero che può portare ad alcuni sintomi da gestire in modo estemporaneo - afferma Stefano Barabino, responsabile del Centro di superficie oculare e occhio secco dell'Uoc Oculistica Asst Fatebenefratelli Sacco e docente alla Scuola di specializzazione in Oftalmologia dell'università di Milano - In realtà chi presenta i sintomi ha in corso un'alterazione della superficie oculare che nasconde un quadro molto più complesso. L'oculista è in grado di fare una diagnosi accurata della malattia dell'occhio secco, che, se fatta in modo tempestivo, porta a una gestione efficace con un impatto limitato sulla qualità di vita del paziente. Una visita periodica dallo specialista rappresenta un atteggiamento virtuoso da parte della popolazione che permette di preservare la salute oculare". Esiste un sommerso che è importante intercettare e gestire tempestivamente, perché trascurare i sintomi può portare ad un peggioramento della qualità della vista.
"Non sottovalutare i segnali iniziali dell'occhio secco è fondamentale per prevenire gravi complicazioni a lungo termine - osserva Antonio Di Zazzo, professore associato di Malattie dell'apparato visivo, Fondazione policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma - Sintomi come sensazione di corpo estraneo, bruciore e malessere agli occhi, che possono manifestarsi con stanchezza e il desiderio di tenerli chiusi verso la fine della giornata, dovrebbero essere presi seriamente".
Anche se tali segnali "possono apparire sporadici - illustra Di Zazzo - evidenziano la necessità urgente di consultare uno specialista. La malattia dell'occhio secco può progredire. Da una prima fase, completamente reversibile dopo un adeguato e tempestivo intervento, si passa a una condizione ancora trattabile, ma non curabile, fino ad arrivare a un terzo livello in cui la malattia diventa cronica e il trattamento farmacologico per il sollievo dei sintomi deve essere persistente ed immunomodulante. Questo rende cruciale l'agire tempestivamente per evitare che la malattia raggiunga una fase in cui si possa solo mitigare il disagio senza poter invertire il danno. Una rapida risposta ai primi segnali può decisamente cambiare l'esito del trattamento, mantenendo una migliore qualità di vita".
Per una gestione corretta ed efficace della malattia dell'occhio secco, è necessario creare la cultura della prevenzione che porta a un rapporto con l'oculista costante nel tempo. Controlli scadenzati permettono di preservare la salute degli occhi e di intercettare sintomi sospetti. "Le campagne di comunicazione sono fondamentali per educare il pubblico sui sintomi oculari e per incentivare l'adozione di abitudini preventive, come la visita regolare dall'oculista - rimarca Vincenzo Orfeo, a capo dell'Unità operativa di Oculistica alla Clinica Mediterranea di Napoli e professore a contratto all'università di Trieste - Spesso, sintomi apparentemente innocui come la sensazione di un corpo estraneo nell'occhio, il bruciore o la stanchezza visiva che porta a desiderare di chiudere gli occhi al termine di una giornata intensa, vengono ignorati o sottovalutati dalle persone. Questi segnali, sebbene possano apparire sporadici e di minore importanza, quando si manifestano con regolarità dovrebbero essere interpretati come campanelli d'allarme. La frequenza e la persistenza di questi sintomi - avverte - sono indicatori chiari che è tempo di consultare uno specialista. Le campagne di comunicazione giocano un ruolo imprescindibile nel trasformare la percezione di questi segnali, educando la popolazione a riconoscerne l'importanza e a reagire prontamente. L'obiettivo è promuovere un approccio proattivo verso la salute visiva, spingendo le persone a prevenire condizioni più gravi attraverso controlli regolari e tempestivi".
Il crescente interesse del pubblico verso le campagne che non solo offrono servizi, ma educano è evidente: oltre 9mila persone hanno scaricato la 'mini-guida sull'occhio secco' dal sito dell'iniziativa come ulteriore fonte di informazione. Questo notevole riscontro sottolinea l'importanza di promuovere una corretta cultura della salute. E' un chiaro segnale che, mettere la prevenzione prima della cura, è una strategia fondamentale per costruire una società più informata e virtuosa.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - “Oggi celebriamo la Giornata dell’Unità nazionale, della Costituzione, dell’Inno e della Bandiera. Un momento solenne per ricordare i valori fondanti della nostra Repubblica e rendere omaggio alla storia e all’identità dell’Italia. Rinnoviamo quindi i nostri sentimenti di profonda gratitudine nei confronti di tutti coloro che sacrificarono la loro vita per l’unificazione e l’indipendenza della nostra Nazione. Il modo migliore per onorare quel sacrificio è rafforzare il nostro impegno affinché i valori repubblicani vengano difesi ogni giorno, promuovendo il senso di appartenenza di tutti i cittadini alla comunità nazionale”. Così il presidente dei senatori di Forza Italia, Maurizio Gasparri.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - “Il governo Meloni la smetta di ingannare gli italiani: l’aumento delle spese militari porterà tagli alla sanità, scuola, trasporti e aumenterà il debito, che verrà pagato dai nostri figli. Abbiamo bisogno di più diplomazia, non di fare arricchire le lobby delle armi”. Così in una dichiarazione ai telegiornali Angelo Bonelli, deputato di Avs e co-portavoce di Europa Verde.
Roma, 17 mar. (Adnkronos) - "Domani al Senato e dopodomani alla Camera il Parlamento italiano dovrà esprimersi sugli indirizzi al Governo in vista del prossimo Consiglio europeo del 20 e 21 marzo sui temi del sostegno all’Ucraina e della difesa comune europea. Meno di una settimana fa sugli stessi argomenti la maggioranza al Parlamento europeo ha votato in tre modi diversi e il Pd si è spaccato a metà. Proprio perché è il momento della chiarezza, sia per le forze della maggioranza che per quelle dell'opposizione, e non quella delle mediazioni inconsistenti e delle parole equivoche, Azione presenterà come propria risoluzione il testo delle due distinte risoluzioni - una sull’Ucraina, l’altra sulla difesa – approvate il 12 marzo dal Parlamento europeo, che hanno il pregio della nettezza. Vedremo quante e quali forze politiche sapranno averne altrettanta". Si legge in una nota di Azione.