Un nuovo testo che supera la distinzione tra sicurezza urbana e sicurezza pubblica che lo scorso marzo aveva spinto la Procura, e la Corte Costituzionale, a bocciare la prima versione del provvedimento comunale. Ora basterà anche solo un "abbigliamento, che possa ingenerare la convinzione che la lucciola stia esercitando" per far scattare le sanzioni
Dopo aver fatto della questione un cavallo di battaglia, Gnassi ha chiamato il prefetto di Rimini Claudio Palomba e gli ha chiesto aiuto per scrivere una norma a prova di ricorsi. Ovvero, un testo “contingibile” e “urgente”, valido solo in certi spazi ed entro una certa tempistica. Un testo, insomma, che superi quella distinzione tra sicurezza urbana e sicurezza pubblica che lo scorso marzo spinse la Procura a bocciare la prima versione del provvedimento Gnassi.
La nuova ordinanza è stata introdotta il primo luglio e resterà in vigore fino al 15 ottobre. Per la lucciola di turno basterà fare un gesto ai clienti per essere allontanata e mostrarsi recidiva per essere denunciata. Sono previste sanzioni amministrative da 300 a 500 euro, ma anche denunce penali grazie alla previsione nel provvedimento di alcune fattispecie di reato, tra cui sfruttamento della prostituzione, atti osceni, adescamento, circonvenzione d’incapace, violenze sessuali private, disturbo della quiete pubblica, risse e altro.
Ebbene, a poche ore dal via all’ordinanza sono state nove le prime prostitute sanzionate dalla Polizia municipale. Per capire se i loro avvocati faranno ricorso (nei casi recenti le prostitute hanno vinto) bisognerà aspettare che gli atti vengano notificati. Sta di fatto che tra sabato e domenica i vigili hanno applicato subito il divieto di “comportamenti diretti in modo non equivoco a offrire prestazioni sessuali a pagamento” in alcune zone ‘calde’ della città. Sono state pattugliate una serie di strade comunali tra cui viale Regina Elena e viale Regina Margherita, dove sono state sanzionate per un importo di 400 euro a testa le nove lucciole. Nel verbale di contestazione è inclusa l’intimazione formale a cessare la tenuta dei comportamenti contestati, la cui inosservanza potrà portare alla denuncia ai sensi dell’articolo 650 del codice penale per inosservanza dei provvedimenti dell’autorità giudiziaria.
Complessivamente, le aree su cui l’ordinanza vale sono viale Regina Elena, viale Regina Margherita, viale Principe di Piemonte, via Cavalieri di Vittorio Veneto, via Losanna, via Guglielmo Marconi. E poi su tutta la Statale 16 dal confine con il Comune di Bellaria-Igea Marina a quello con il Comune di Riccione e ancora nel centro di Rimini in piazzale Cesare Battisti, via Dardanelli, Piazzale Carso, via Principe Amedeo, via Varisco e nelle aree adiacenti.
Come si violano le nuove norme del Comune? “Con lo stazionamento della persona, con l’adescamento di clienti e l’intrattenersi con essi o con qualsiasi altro atteggiamento o modalità comportamentali, compreso l’abbigliamento, che possano ingenerare la convinzione che la stessa stia esercitando la prostituzione”, si legge nell’ordinanza. Si vieta inoltre di “richiedere informazioni a soggetti che pongono in essere questi comportamenti o di concordare con gli stessi l’acquisizione di prestazioni sessuali a pagamento”. La ratio di Gnassi è che “vogliamo dare uno strumento in più alle forze dell’ordine, che con grande abnegazione anche personale stanno combattendo il fenomeno”.