L’azienda si presenta nel primo trimestre con un buco di 518 milioni di dollari, tagli al personale per quasi 5000 addetti e un tonfo in borsa che ha raggiunto il 18% del prezzo delle azioni. Intanto Apple obbligata a pagare 60milioni di dollari per l’utilizzo del marchio “iPad” in Cina; multa record dal Tribunale europeo a Microsoft
Dopo essere stata ai vertici del settore telefonia per alcuni anni, continua inesorabile la crisi della Research in Motion, l’azienda produttrice dei BlackBerry. I dati del primo trimestre dell’anno non lasciano spazio ad interpretazioni: l’azienda ha fatto registrare un rosso di 518 milioni di dollari con un fatturato passato da 4,2 miliardi ad appena 2,8 nel giro di qualche mese. Dopo le dimissioni dei fondatori Mike Lazaridis e Jim Balsillie ad inizio anno, il timone dell’azienda è passato in mano a Thorsten Heins che sta con tutte le sue forze cercando di recuperare una situazione che sembra ormai disperata. Ai 7,8 milioni di cellulari venduti, nel giro di qualche mese avrebbe dovuto aggiungersi il nuovo BlackBerry 10, la vera panacea a cui sarebbero affidate le sorti di Rim: negli scorsi giorni è però arrivata la smentita di Heins che ha rimandato l’uscita ai primi mesi del 2013. Alla base della decisione ci sarebbero ancora alcuni problemi a livello software, confermati dalle sue stesse parole: “Non voglio immettere sul mercato un prodotto che non è pronto a soddisfare le esigenze dei nostri clienti. Non ci sarà nessun compromesso sotto questo aspetto”.
Tra le voci in circolazione nelle scorse settimane si era anche parlato di uno scorporo del settore hardware dell’azienda oltre che di un possibile acquisto da parte di Facebook o Amazon. Anche su questo argomento è arrivata la smentita del nuovo Ceo di Rim che ha escluso categoricamente la possibilità di una vendita, almeno in questa fase. L’azienda dal canto suo sta lavorando duramente sul nuovo BlackBerry 10 che, a detta dei dirigenti, potrà rappresentare una vera rivoluzione per il mercato degli smartphone. Ma ai dati poco rassicuranti si uniscono anche le azioni di contenimento dei costi messe in atto da Heins sotto il nome di “Core – Cost Optimization and Resource Efficiency” tra cui il licenziamento di quasi 5000 addetti con un risparmio di circa un miliardo di dollari. E l’annuncio del rinvio del nuovo modello si è fatto sentire in modo considerevole anche sui mercati finanziari con una perdita di quasi il 18% delle azioni di Rim, ferme a circa 7,5 dollari.
La situazione di crisi è messa in ulteriore risalto dal confronto diretto con i concorrenti del settore, Apple – ovviamente – in primis, a un passo dal lancio del nuovo iPhone 5. Secondo le stime il nuovo smartphone Apple potrebbe vedere la luce a settembre/ottobre e dai dati di previsione dei laboratori JPMorgan Chase, il mercato sarà letteralmente dominato dal nuovo dispositivo della mela morsicata. Il momento d’oro dell’azienda sembra essere anche confermato dalla facilità con cui Apple può permettersi di chiudere le dispute su nomi e marchi a suon di milioni, ultimo il caso dell’“iPad” in Cina. Il provvedimento va a concludere una diatriba durata alcuni mesi che vedeva il gruppo Proview proprietario del marchio sul territorio cinese, una mossa dal valore di 60 milioni di dollari che ha permesso però di non finire ancora una volta al cospetto di un giudice. Nonostante il momento felice, in questi giorni Apple sta affrontando nuovamente la questione sulla durata della garanzia. Ma se la ride, pensando che Microsoft si è scontrata con l’Antitrust europea che ha sostanzialmente confermato la multa di 860 milioni di dollari per abuso di posizione dominante.