“Non posso dire se quelle firme siano vere o false, ce lo dirà la sentenza alla fine del processo”. Nel giorno in cui il pm Alfredo Robledo ha chiesto il rinvio a giudizio del presidente della Provincia di Milano Guido Podestà con l’accusa di falso ideologico in merito alla vicenda delle firme false raccolte dal Pdl per le ultime regionali, l’interessato suggerisce di aspettare che la giustizia faccia il suo corso. Ma nella vicenda che riguarda le due liste a sostegno della candidatura di Roberto Formigoni, una cosa è certa: 926 firme tra quelle raccolte e autenticate sono state falsificate. Un dato che non scompone il presidente della Provincia, che rinnova l’invito alla prudenza: “Non si possono avallare giudizi mediatici, solo una sentenza potrà dirci se quelle firme sono false”. Il nome di Podestà, che all’inizio del 2010 era coordinatore lombardo per il Pdl e responsabile politico della campagna elettorale per le amministrative, è saltato fuori nel corso dell’interrogatorio di Clotilde Strada, una delle responsabili operative della campagna. Secondo la Strada, infatti, sarebbe stato Podestà a suggerire di utilizzare i certificati elettorali per autenticare le firme false, quando la scadenza del termine per la presentazione delle liste era ormai prossima. Podestà smentisce: “Quella sera arrivai nella sede del Pdl”, conferma, “ma mi dissero che tutto procedeva per il meglio”. E ancora: “Guardando bene le carte”, continua Podestà, “si capirà che la Strada ha anche cambiato versione”. L’udienza preliminare è fissata per il 12 ottobre prossimo. Nel frattempo arriva la solidarietà del presidente della Regione Formigoni: “Io non c’entro niente e spero che il presidente Podestà potrà presto vedere affermata la sua estraneità” di Franz Baraggino
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