Si tratta dell’ex sindaco di Avigliana (e attuale assessore) Carla Mattioli, dell’ex vice Arnaldo Reviglio e dell’attuale vicesindaco Andrea Archinà. La decisione è stata presa dalla commissione di garanzia provinciale. Motivo? La candidatura e il sostegno a “una lista contrapposta e diversa da quella autorizzata dal Partito democratico”
In Val di Susa il Partito democratico passa alle purghe contro i “dissidenti No Tav”. Il tira e molla andava avanti da mesi. Il Pd torinese ha deciso di espellere dalle sue fila alcuni eletti le cui posizioni erano e sono contrarie alla realizzazione della linea Torino-Lione. Sono l’ex sindaco di Avigliana (e attuale assessore) Carla Mattioli, l’ex vice Arnaldo Reviglio e l’attuale vicesindaco Andrea Archinà. “Un partito che espelle e non accoglie non ha futuro”, ha commentato alcuni democratici contrari alle “purghe”.
La decisione è stata presa lunedì dalla commissione di garanzia provinciale del partito, presieduta da Roberto Gentile. La motivazione è la candidatura e il sostegno a “una lista contrapposta e diversa da quella autorizzata dal Partito democratico”. Si tratta della lista No Tav “Avigliana città aperta” di Angelo Patrizio, candidato che lo scorso 7 maggio ha ottenuto il 47,79 per cento dei voti grazie all’apporto di alcuni esponenti “No Tav” del Pd, mentre altri appoggiavano insieme ad alcuni esponenti del Pdl Aristide Sada, candidato della lista “Grande Avigliana”, fermo al 34,44. “Ricordiamo che ad Avigliana il simbolo del Pd non era rappresentato, e che in entrambe le liste civiche erano candidati iscritti del Pd, e ancora che in quella vincente erano presenti tutti gli amministratori uscenti del Pd, tra cui gli espulsi”, hanno commentato cinque consiglieri regionali, Davide Gariglio, Stefano Lepri, Nino Boeti, Mauro Laus e Gianna Pentenero. Insieme hanno fatto notare il paradosso: “La segreteria provinciale in uno dei suoi due documenti, poi non approvati in direzione, escludeva la possibilità di liste non coerenti con i valori del centrosinistra, il che avrebbe dovuto impedire l’alleanza con il Pdl che invece ufficialmente il Pd ha perseguito. Alleanza peraltro sonoramente bocciata dagli elettori”. Infine la stoccata finale: “Un partito che espelle e non accoglie non ha futuro. Pensavamo che in un momento di crisi dei partiti sarebbe stato utile ripartire e prendere atto degli errori, invece si preferiscono le purghe”. Le risposte di Paola Bragantini, segretaria provinciale del Pd, e di Stefano Esposito, deputato pro-Tav, non si sono fatte attendere. Tramite i giornali locali hanno fatto sapere che da tempo qualcuno aspettava provvedimenti contro l’ex sindaco di Avigliana: “Erano anni che Carla Mattioli faceva il contrario di ciò che diceva il partito. L’espulsione è la soluzione naturale, anzi c’è voluto troppo tempo”, ha detto il deputato all’edizione locale de La Repubblica.
Mattioli, eletta due volte consecutive come sindaco di Avigliana, non era neppure al corrente della discussione sull’espulsione dei democratici No Tav. “Sapevo solo che si pensava di commissariare il circolo di Avigliana – spiega a ilfattoquotidiano.it -. Da parte loro sarebbe stato cortese farmi una telefonata dopo la decisione di sbattermi fuori”. Poi critica i burocrati del partito: “Fini intellettuali in passato sono stati espulsi dal Pci, e questo la dice lunga sulle teste di alcuni colleghi. I cittadini mi hanno votato perché in passato ho amministrato bene. Come altri colleghi di partito, come Sandro Plano (presidente della Comunità montana, ndr), vivo benissimo la politica affrontando i problemi dei cittadini e dell’ambiente. Non sto bene invece in un Pd fatto di burocrati torinesi”. E continua: “Non mi risulta che Penati si stato espulso dal Pd. Qual è la mia colpa? Scriverò al segretario Bersani e chiederò un incontro ufficiale”.
di Gianni Sartini