Pensate ad un mondo in cui metà dei casi di tumore scomparisse di colpo. Potrebbe sembrare un obiettivo irraggiungibile ma secondo molti ricercatori si tratta invece di uno scenario possibile già oggi. Un recente studio è solo l’ultimo di una lunga serie a sostenere che le conoscenze acquisite finora siano sufficienti per poter evitare almeno metà dei casi di tumore. Moltissimo dipende da noi visto che il fumo è responsabile da solo di 1/3 dei casi di tumore e il sovrappeso di un altro 20%. Nutrizione errata, sedentarietà, stress, eccessivo consumo di alcol sono altri fattori che hanno grande impatto sull’incidenza di tumore e che dipendono semplicemente dal modo in cui decidiamo di gestire la nostra vita.
Occorrerebbero azioni preventive più decise che puntassero non tanto su strategie punitive (tassare le bibite zuccherate per esempio) quanto sullo sviluppo a lungo termine di una cultura della salute a partire in particolare dai bambini negli anni scolastici.
C’è però un ostacolo che contribuisce a rendere gli sforzi in questa direzione poco efficaci. In molte persone, medici inclusi, esiste uno scetticismo di base sulla reale possibilità di prevenire il cancro. Questo scetticismo si riflette anche nel campo della ricerca dove la maggioranza degli studi si concentra su risultati a breve termine attraverso interventi tardivi non orientati alla prevenzione ma alla cura del tumore. Per questo si perde troppo spesso di vista quanto importanti siano le nostre scelte quotidiane per prevenire anche la più temibile delle malattie.
Oltre alla ricerca di nuove cure (cosa necessaria ma non sufficiente) occorre investire di più e in modo diverso nell’educazione alla salute che rappresenta l’unica vera possibilità a nostra disposizione di ridurre l’incidenza di molte malattie tra cui non solo i tumori ma anche l’infarto, l’ictus, l’Alzheimer, l’osteoporosi, il diabete tipo II e l’obesità.