L’elezione di Pisapia a Sindaco di Milano un anno fa aveva anticipato la spinta al cambiamento espressa dai risultati elettorali della scorsa settimana. Non fu un caso se contro di lui si scagliò, quasi a volerne disinnescare la carica innovativa, lo stesso Beppe Grillo, quando diede per vincente Moratti. Oggi, l’indebolimento del sistema di potere formigoniano offre a Pisapia un margine di iniziativa insperato, più di quanto si sia lui stesso adoperato per ottenere. Usare tale posizione di forza per lanciarsi nelle alchimie della politica nazionale, come parrebbe tentato di fare, rischierebbe di omologarlo al gioco dei partiti. E’  invece nelle condizioni di operare, proprio partendo dalla dimensione comunale, una svolta di valenza nazionale attraverso un piano straordinario per la partecipazione popolare e la trasparenza. Indico qui alcuni punti che come Gruppo Radicale -federalista europeo abbiamo già proposto al Sindaco:

1) Pubblicità delle istituzioni: è l’Anagrafe pubblica degli eletti, cioè pubblicazione obbligatoria sul Sito del Comune in formato aperto e liberamente scaricabile di tutta l’attività istituzionale: riunioni del Consiglio, delle Commissioni e dei Consigli di Zona (e di Giunta, quando pubbliche); presenze dei Consiglieri, voti e atti presentati e approvati, verbali, redditi (e, su base volontaria, patrimoni) di eletti e nominati;

2) Pubblicità degli appalti e degli affari: sia per il Comune che per gli Enti e società partecipate, pubblicazione delle procedure d’appalto dall’inizio alla fine, gli elenchi dei fornitori, i Bilanci, le relazioni degli organi di controllo, le retribuzioni degli amministratori, gli obiettivi gestionali;

3) Eliminazione dei privilegi: far pagare le multe per le affisioni abusive ai partiti; tagliare il sistema dei biglietti omaggio per stadio e teatri, limitando a esigenze di rappresentanza nominative e pubblicamente rendicontate; eliminare i pass per le corsie preferenziali e per le soste; monitorare le esenzioni agli Enti ecclesiastici ed eliminare le convenzioni senza gara;

4) Liberazione della conoscenza e open data: pubblicare in formato aperto e riutilizzabile tutte le informazioni in possesso della pubblica amministrazione, favorendo così la nascita di iniziative, profit e non, per i servizi al cittadino;

5)  Partecipazione popolare: definire un piano d’azione per l’attuazione dei 5 referendum su Mobilità, Expo, Verde, Energia, Navigli; agevolare nuove iniziative popolari rilasciando ai dipendenti la delega per autenticare le firme, aprendo alla firma digitale e favorendo forme di partecipazione anche virtuale all’amministrazione della città, a partire dalla definizione di una procedura di bilancio partecipato.

Su obiettivi che sollevano problemi nei partiti, ad esempio in materia di libertà civili ed economiche, abbiamo come Radicali iniziato a muoverci attraverso delibere di iniziativa popolare. Ma su questi 5 punti di trasparenza e legalità, sui quali sono rari i dissensi espliciti, un’assunzione di responsabilità da parte del Sindaco consentirebbe di superare le resistenze burocratiche e di rivoluzionare il rapporto tra amministrazione e cittadini, certo molto più di quanto non possano fare nuove vecchissime formule partitiche nazionali.

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