Nel disastro nucleare di Fukushima fu determinante “il fattore umano”. E’ quanto emerge dal rapporto di una commissione indipendente di indagine, istituita nel maggio 2011 con il compito di esaminare la gestione della crisi e fare raccomandazioni, secondo cui il disastro “è stato il risultato di una collusione tra governo, supervisori e il gestore dell’impianto, la Tepco, e la mancanza di governance delle suddette parti”. Il rapporto accusa i responsabili di aver “di fatto tradito il diritto della nazione alla sicurezza rispetto agli incidenti nucleari”. Per questo “concludiamo che il disastro è stato frutto dell’azione dell’uomo”.
Il disastro “poteva e doveva essere previsto e prevenuto” ed i suoi effetti “mitigati da una risposta umana più efficace”, si legge nel rapporto della commissione. “Sebbene provocato da questi eventi cataclismatici, il successivo incidente dell’impianto nucleare di Fukushima Daiichi non può essere considerato come un disastro naturale. Si tratta di un disastro profondamente frutto dell’azione dell’uomo”.
Secondo uno studio di Chris Busby, segretario scientifico dell’Eccr, il comitato europeo sul rischio radioattivo, la radioattività rilasciata dai reattori di Fukushima potrebbe causare quasi 420mila casi di cancro nei prossimi 50 anni.