E’ il taglio sull’istruzione, tra i provvedimenti del governo per la revisione della spesa, che sta facendo più discutere: 200 milioni di euro in meno per il fondo per il finanziamento ordinario delle università. Una sforbiciata ritenuta inaccettabile da docenti, studenti e sindacati, ma su cui sembra possibile un ripensamento del governo, che alla fine potrebbe escludere questa misura dal decreto legge.
La polemica è montata subito anche per la contemporanea assegnazione alle scuole private di un’analoga somma a completamento della loro dotazione ordinaria; al punto da spingere il Miur a smentire con una nota sul suo sito chi ha voluto attribuirgli “la scelleratezza di voler umiliare l’istruzione pubblica, per di più con una ingiustificata partita di giro che toglie 200 milioni di euro dalle istituzioni pubbliche per darle a quelle private”: non c’è nessun legame tra i due interventi, e nessun risorsa in più alle scuole private, che anzi registreranno una “diminuzione” rispetto al 2011. E anche le scuole paritarie concordano: nessun aumento di fondi per noi, solo una riduzione del più ampio taglio previsto per il 2013, che rischia di portare “non pochi” istituti alla chiusura.
Il taglio del fondo per le università sarebbe un provvedimento “esiziale per il Paese” e porterebbe gli atenei a una situazione “apocalittica”, protestano i rettori. Parole analoghe a quelle degli studenti: si va incontro a uno “sfascio definitivo”. E anche i partiti della maggioranza, Pdl e Pd (è sceso in campo anche il leader Pierluigi Bersani), si sono schierati contri i tagli all’università e alla scuola.
Tra le misure che riguardano la scuola c’è la previsione che i docenti inidonei in maniera permanente all’insegnamento per ragioni di salute (3800, secondo le stime dei sindacati) dovranno riconvertirsi in assistenti tecnici oppure transitare nei ruoli del personale amministrativo o ausiliario. Mobilità regionale invece per gli insegnanti che hanno perso la cattedra per effetto dei tagli (tra gli 8 e i 10 mila, in base alle stime delle organizzazioni sindacali). Mentre dovrebbe saltare la norma che introduce una stretta per i bidelli e che prevede il ricorso ad appalti esterni per le pulizie delle scuole. Molto critici i sindacati: “Il governo Monti prosegue nell’opera di demolizione dell’istruzione e della ricerca pubblica iniziata dal governo Berlusconi”, lamenta il segretario generale della Flc-Cgil Mimmo Pantaleo. Un giudizio negativo che non viene attenuato nemmeno dallo stanziamento di 103 milioni di euro per assicurare libri scolastici gratuiti.
La replica del Miur: “Nessun allarme”. Le “drammatiche grida di soccorso per l’istruzione pubblica” lanciate oggi da “autorevoli commentatori su ancor più autorevoli quotidiani nazionali” sono il frutto di un “curioso riflesso condizionato”, del tipo di quello legato per sempre al cane dello scienziato russo Ivan Pavlov. Per fare chiarezza in tema di “spending review”, il ministero dell’Istruzione, della Ricerca e dell’Università ricorre all’arma dell’ironia sull’homepage del proprio sito. “Non che manchino le preoccupazioni in tal senso – si ammette nel testo – soprattutto in momenti cosi’ difficili per l’Europa e per l’Italia”.”Esse sono generalmente piuttosto condivise, e per questo stesso fatto addirittura vanno a costituire una consapevolezza perfino utile per far ripartire tutto il sistema ed accompagnarlo vitale nel futuro. Ciò che meraviglia non è tanto il grido in sé quanto il curioso riflesso condizionato per il quale viene emesso. E’ bastata l’identità della cifra proposta per il taglio al fondo di funzionamento ordinario delle Università (200 milioni) con quella postata in bilancio (come ogni anno, prima dell’estate) a completamento della dotazione ordinaria per le scuole paritarie, oltre che la coincidenza temporale, a far scattare in prestigiosi commentatori un vivacissimo riflesso condizionato: si toglie all’università pubblica per dare alla scuola privata!”.
I rettori: “Provvedimento esiziale”. Sarebbe un provvedimento “esiziale per il Paese” il taglio di 200 milioni di euro del fondo per il finanziamento ordinario dell’università. E la situazione degli atenei, già colpiti negli ultimi anni dai tagli, diverrebbe “apocalittica”. Usa toni più che allarmati il presidente della Conferenza dei Rettori Marco Mancini, che spera perciò in un ripensamento del governo. “Nel 2009 il finanziamento ordinario era di 7 miliardi e 400 milioni; oggi, senza considerare il possibile taglio di 200 milioni, siamo a 6 miliardi e 500 milioni. Il che vuole dire che già negli ultimi anni 900 milioni si sono persi per strada”. Per questo un nuovo taglio di risorse sarebbe insostenibile.
“Mi appello alla razionalità di un governo tecnico, che per la stessa estrazione dei suoi ministri, non può non comprendere l’importanza dell’Università e della ricerca”, dice Mancini, augurandosi che non si arrivi al taglio dei 200 milioni. E rispetto all’analoga somma destinata alle scuole paritarie, Mancini si dice “esterrefatto”, se si trattasse dell’applicazione di un principio di “vasi comunicanti”. I rettori temono anche che le univesità siano inserite all’interno del nuovo blocco del trun over previsto per la pubblca amministrazione. “Le Università già adesso soffrono un taglio del 50% del turn over”.Se si andasse oltre , “ci troveremmo ad abilitare migliaia di giovani che poi non potremmo assumere”.
Gli studenti: “Rischio sfascio”. Stessa opinione degli studenti della Rete della conoscenza che replicano al ministero. “Il Miur deve sapere che se confermerà questi tagli, l’università italiana andrà incontro al definitivo sfascio e gli studenti non rimarranno a guardare”. Gli studenti si sono sentiti chiamati in causa dal paragone con il cane di Pavlov, per aver manifestato “dissenso in merito al taglio del finanziamento all’università per 200 milioni e al rispettivo finanziamento alle scuole private di altrettanti fondi”.
Soldi alle università private, Bonelli: “Perché?”. Poi c’è il finanziamento per 10 milioni di euro alle università private che ha fatto saltare sulla sedia il presidente dei Verdi Angelo Bonelli: “Il ministro Profumo spieghi immediatamente perché nella bozza del decreto sulla spending review ci sono i 10 milioni per le università private. Si tratta di una ‘mancetta’ per la Bocconi, la Luiss o per la Cattolica? O per tutte e tre?”. “E’ davvero una vergogna – continua – che il governo tagli 200 milioni alle università pubbliche per trasferire risorse alle scuole private e che in un provvedimento lacrime e sangue trovi spazio una mancetta per le università private. La spending review non solo è un furto con destrezza ai danni dei cittadini – prosegue – ma rappresenta un vero e proprio insulto a studenti e docenti dell’istruzione pubblica che dalla riforma Gelmini hanno subito tagli per 1,5 miliardi di euro”.