Prima c’era il sistema piramidale con a capo il grande mega presidente imperiale con ufficio dalle poltrone in pelle umana e sotto di sé (ai piani bassi) tanti piccoli omini oberati di lavoro ma contenti di lavorare nella musica, perché sai che soddisfazione? Il disco che esce, il disco d’oro, di platino, ecc ecc.. e poi la radio, la tv musicale, il festivalbar e tutti in giro a festeggiare i successi raggiunti.
Ora tutto è molto più grigio e più ristretto. I piani diminuiscono, come diminuiscono le persone mentre diminuiscono le copie vendute. Tutti lì a dire che si fa fatica, non si vendono più i dischi, gli omini si attaccano all’ultima scialuppa di salvataggio mentre chi deve ha già messo i piedi in salvo.
Intanto fuori da qui cosa succede? Ci sono tante realtà, che un tempo si chiamavano “indipendenti” che ora sono più che altro “proud to be independent” oppure per dire all’italiana… “emmenomale!”
I dati di vendita delle indipendenti che prima facevano orrore alle major adesso farebbero tirare un respiro di sollievo e gli artisti, se possono (e possono), fanno da soli e fanno meglio.
La musica va avanti, per fortuna, la gente ha voglia di scoprire, di ascoltare qualcosa che possa essere scoperto, e non rifilato col cucchiaino.
Dai talent ci arrivano cucchiaiate abbondanti di lacrime, di Alessandra, di Emma, di Gerardo (?), tigri addestrate al pianto e all’urlo.
Pianti e grida gestiti in maniera encomiabile dalla signora per eccellenza della tv (di questo genere), la quale, giustamente, detiene il suo personale impero e lo difende con le unghie dai signori della discografia che talvolta sono autorizzati a raccogliere qualche “prodotto” del suo sacco per sperare di lanciare un nuovo talento.
Io intanto resto qui, e mi godo lo spettacolo, costretta al minimo intervento causa mancanza di appendici fisiche (non è, giuro, l’ennesimo sfogo femminista, qui le grandi decisioni le prendono solo gli uomini).
Ogni tanto mi si chiede qualche consulenza. E intanto le classifiche hanno prima i Club Dogo primi in classifica, poi Justin Bieber, a seguire Max Pezzali con Jax….viene da pensare che chi compra i dischi lo fa ben prima dell’uscita dell’obsoleto cd, ha qualche decina di anni in meno di noi e ci fa le pernacchie mentre ci passa davanti, ascoltando musica dal suo smartphone e aggiornando velocemente gli stati di Twitter e Facebook .
Riflessioni di una che a volte manda giù bocconi amari, ma spesso sorride, sorniona, e prova quasi tenerezza per questi uffici ancora divisi per dipartimento.
Sarebbe così bello condividere la musica, come un bel regalo, anziché un fardello.
Per fortuna ho ancora orecchie e cervello fuori da qui.