Scienza

Il bosone che non ha distrutto la terra

Come ormai sapete al Cern hanno (probabilmente) trovato le prove dell’esistenza del bosone di Higgs, una particella elementare che occupa un posto cardine nella moderna teoria della materia. Senza questa particella non si potrebbe spiegare perché le altre particelle, anche quelle di cui siamo fatti io e voi, abbiano una massa.

Avrete già visto decine di servizi filmati: per spiegare l’importanza storica di questo evento, per illustrare quante persone hanno lavorato a quegli esperimenti, per descrivere l’emozione della comunità scientifica o per glorificare un po’ (ci sta, perché no?) l’importante contributo di scienziati italiani a questa scoperta.

Io però volevo segnalarvi un servizio dedicato a questi esperimenti girato qualche anno fa, dal titolo “Potrebbe un esperimento distruggere la terra?

Dal servizio:

“LHC: consiste nel far entrare in collisione frontale ad energie altissime mai sperimentate prima particelle particolari. Queste condizioni estreme permetteranno di avventurarsi nello sconosciuto. Così sconosciuto da suscitare inquietanti interrogativi da parte di autorevoli scienziati.

Mario Bruschi – Fisico – Università La Sapienza di Roma:

“Alcuni fisici teorici dicono che vi è una possibilità che nel corso dell’esperimento si verifichi una situazione tale da portare alla distruzione dell’intero genere umano, delle piante, degli animali di tutto pianeta. Questo e’ il rischio, questo il pericolo a cui si può andare incontro”.

E ancora, sempre Bruschi

“Questa decisione di partire con l’esperimento nonostante non sia stata stimata in maniera attendibile la probabilità di un evento così catastrofico, come la distruzione dell’intero pianeta, e’ una decisione assurda, stupida, irragionevole e soprattutto e’ una decisione immorale. Se io fossi cattolico direi che e’ una decisione peccaminosa da un punto di vista religioso.”

Gli fa eco un altro fisico: Francesco Calogero

“La probabilita’ di produrre questa particella assassina e’ piccola. Se questa probabilita’ e’ piccola il fatto che non la si sia prodotta subito non garantisce che non possa essere prodotta piu’ tardi. Quindi da questo punto di vista non e’ vero che se l’esperimento e’ cominciato e non e’ successa subito una catastrofe una catastrofe non puo’ avvenire in seguito”.

Il servizio intervista ovviamente anche scienziati che pensavano che quelle preoccupazioni non fossero fondate (come in realtà la quasi totalità dei fisici esperti di quel campo), ma il servizio è spesso costruito con la tecnica comunicativa del “panino”, per cui la sequenza di batti e ribatti inizia e quasi sempre finisce con l’intervistato le cui tesi si vogliono supportare o quantomeno mettere in evidenza, in modo da far risaltare l’”opinione fuori dal coro”.

Qualcuno si starà chiedendo perché segnalo qui un filmato di Voyager, la nota (e purtroppo popolare) trasmissione finto-scientifica. No, non è Voyager. Mistero? No, non è neanche Mistero. È Report. Puntata del 5/11/2000.

Non manca una spruzzata di populismo:

“Ma quali benefici usciranno da queste collisioni? Riuscirete a trovare il modo di sconfiggere il cancro? O di risolvere il problema energetico?”

Come se la ricerca si debba occupare solo di cancro ed energia. Poi magari sono i primi che manifestano a favore della ricerca o contro la fuga dei cervelli. Io penso che sia giusto avere una discussione pubblica sul costo (molto alto) di certe ricerche, ma non partendo dall’idea balzana che la ricerca di base sia da contrapporre alla ricerca applicata!

“Ci si sta dando da fare per trovare l’origine della materia per leggere la mente di Dio e una soluzione al problema più urgente del pianeta come il petrolio, in quanto fonte di energia, o il motore a scoppio, come produttore mondiale di inquinamento, non si e’ mossa di un millimetro, e’ ancora tutto fermo ad un secolo fa.”

Questo atteggiamento era già stato messo in evidenza dal fisico-divulgatore Amedeo Balbi che si era lamentato di Report: illustrando i finanziamenti erogati dalla fondazione del Monte dei Paschi di Siena

“sottolineando come accanto a “tante cose buone”, la fondazione, in tempi di crisi, abbia finanziato anche “tantissime astrusità”: tra cui, per esemplificare, una borsa di studio di 20.000 euro per studiare “Omega Centauri, il possibile anello di congiunzione tra gli ammassi globulari e le galassie sferoidali nane”.

Perchè mai se studi Omega Centauri stai studiando una “astrusità” ?

Qualche mese fa avevo scritto un articolo in cui criticavo Report per il modo con cui affronta temi scientifici. Molti lettori non l’avevano presa bene perché probabilmente ero andato a toccare un loro “santino”. Nei giorni di euforia per il bosone di Higgs mi è sembrato opportuno ricordare un altro servizio allarmistico a sfondo scientifico di questa trasmissione.

Il giornalismo “a tesi” di Report è proprio inconciliabile con i temi scientifici (in realtà anche in altri campi, ma non sono in grado di dare un giudizio di merito quando tratta di economia o altro). Anche nella puntata che avevo segnalato la volta scorsa c’era un “esperto” (che esperto non era). In questa puntata il compito di portare avanti la tesi di Report invece è affidata ad uno scienziato vero. Un fisico, che però non si occupa di particelle elementari, ma di dinamica non lineare, oltre che di “fenomeni paranormali”.

Dovete sapere che anche nel mondo scientifico, per qualsiasi opinione, per quanto bizzarra, si può sempre trovare qualcuno che la sostenga davanti ai microfoni. Con un po’ di pazienza si possono trovare medici che davanti alle telecamere dicono che fumare non fa male (per la gioa delle multinazionali del tabacco) oppure che il bicarbonato cura il cancro, biologi che l’evoluzione è un falso, climatologi che il riscaldamento globale è fantasia e così via. Ecco perché in una discussione scientifica ci si deve basare solo sulle pubblicazioni scientifiche serie e non sulle dichiarazioni spontanee di qualche scienziato. Le opinioni non contano nulla, ma proprio nulla, se non sono supportate da fatti accertati o ragionamenti solidi. L’idea prevalente nel giornalismo “generalista” che si debbano far sentire “le due campane” è totalmente priva di senso in campo scientifico, se le due campane non sono entrambe supportate da dati scientifici affidabili e pubblicati su riviste serie. L’idea di mettere sullo stesso piano tesi opposte nella comunicazione scientifica non va bene e compie un cattivo servizio verso il pubblico. In un servizio scientifico non si intervista un creazionista parlando dell’evoluzione. Non si intervista un astrologo parlando di astronomia per “fare sentire l’altra campana”. E ovviamente anche nel caso di pubblicazione di una tesi controversa su una rivista scientifica, questo è solo il primo passo, e non implica assolutamente che tale tesi sia ormai dimostrata e che lo studio non sia esente da errori. Se dovessero sparire per miracolo tutte le pubblicazioni scientifiche poi risultate sbagliate si libererebbe un sacco si spazio sugli scaffali delle biblioteche. È il normale decorso della scienza.

Come ho già detto non credo sia un problema di “mala fede”, ma piuttosto di incapacità da parte di giornalisti non scientifici di capire le dinamiche della scienza e della sua corretta comunicazione (e mi spiace dirlo ma lo vedo anche qui su Il Fatto Quotidiano)

La struttura portante comunicativa di molti servizi di Report di argomento scientifico è simile: si trova un ricercatore “indipendente” (parola idiota e priva di senso ma che piace molto in certi ambienti) che sostiene una tesi controcorrente. Ancora meglio se la scienza “ufficiale” (altra parola idiota e priva di senso ma che piace molto sempre negli stessi ambienti) la pensa diversamente. Se poi ci sono di mezzo multinazionali, enti potenti o governi, che ovviamente tentano di coprire la scoperta, o il malfatto, siamo a posto: “il mondo deve sapere la verità”. Con ampio uso della tecnica del “panino”.

Che si parli di aspartame, additivi, chimica, elettrosmog o cure “alternative”, l’approccio “a tesi” di Report è sempre lo stesso. Con i soliti ingredienti: complotti, presunti conflitti di interessi, lancio di sospetti, verità nascoste al pubblico ed esperti non rappresentativi delle tesi accettate dalla maggioranza della comunità scientifica. Il che non vuol dire che controversie scientifiche serie non esistano. Esistono eccome, sempre dibattute nella letteratura scientifica (l’Aspartame ne è un esempio). Quello che non sopporto è quando un servizio sposa a priori una tesi e viene costruito comunicativamente per supportarla.

Ecco perché da tempo non guardo più Report (solo qualche servizio in streaming che amici scienziati indignati mi segnalano di volta in volta, giusto per farmi il sangue amaro).

La televisiun la g’ha na forsa de leun
la televisiun la g’ha paura de nisun
la televisiun la t’endormenta ‘me un cuiun.
(Enzo Jannacci)