La giornalista della Rai vuole portare in tribunale il social network per i tweet critici sulla sua conduzione delle trasmissioni sportive durante gli Europei. Ma la sua decisione scatena altri sfottò
A chi è nato e cresciuto in epoca di media “uno a molti” – come la tv – la libertà di Internet non piace proprio. Paola Ferrari, conduttrice di RaiSport, volto di Notti Europee e di numerosi programmi calcistici Rai, si è imbufalita per le critiche e i commenti caustici di molti utenti che non hanno gradito la sua conduzione in tv prima e dopo le partite. Per tutta risposta ha deciso di citare in giudizio per diffamazione non uno o più utenti Twitter, bensì Twitter in quanto tale, ovvero una piattaforma con oltre 150 milioni di utenti sparsi in tutto il mondo. In particolare, riferisce l’Agi, causa scatenante di tanta rabbia sono stati “epiteti anonimi e offensivi, alcuni dei quali irripetibili, con pesanti allusioni fisiche, insulti riferiti all’età e a presunti rifacimenti estetici”. La Ferrari chiederà un “maxi-risarcimento” che, se ottenuto, verrà devoluto totalmente a favore delle famiglie delle vittime del terremoto in Emilia.
La giornalista ha accompagnato questa sua decisione con dichiarazioni di fuoco alla trasmissione Klauscondicio: “Lavoro nel giornalismo da più di 30 anni e da 20 in Rai e ho sempre accettato le critiche, anche quelle più dure e a mio avviso immotivate, ben sapendo che fanno parte del gioco. Tuttavia con questo atto voglio dire un no chiaro”. Il web, aggiunge, “non può diventare solo una bacheca della diffamazione anonima, dell’insinuazione volgare e del razzismo solo perché nel web c’è la libertà di espressione. Non è giusto usare la rete e i social network per insultare le persone, senza la possibilità di un contraddittorio, e questo accade soprattutto con Twitter”.
L’ATTACCO della conduttrice – che è stata anche candidata in Parlamento per “La Destra” della sua amica Daniela Santanchè – è anche politico, al punto da riesumare una norma di legge proposta all’interno del Dl intercettazioni dal ministro della Giustizia Paola Severino – che imporrebbe la rettifica obbligatoria anche ai siti web. “La mia sarà una battaglia per un’informazione più civile che si basa su una semplice regola: sì e sempre alla libertà di critica, ma no alla libertà d’insulto”. Com’era prevedibile, molti utenti Twitter hanno preso le dichiarazioni della Ferrari come un vero e proprio attacco frontale e come conferma dell’incapacità di confrontarsi con critiche anche dure – che per le trasmissioni di Rai Sport, tra l’altro, sono arrivate anche da gran parte della carta stampata.
Ieri su Twitter, l’hashtag più gettonata era “Querela con Paola”, ovvero tweet che scimmiottavano querele strampalate. Tra i tweet, da segnalare, “Querelo Apple perché in un sms invece di ‘se’ ho scritto ‘Sto Arrivando’ e sono dovuto andare a una festa orrenda” scrive Buddy; “Dio querela il CERN: ‘Bosoni sarete voi’” il tweet di Macchianera; “Querelo la Barilla. Perché le penne non scrivono e le farfalle non volano. E le orecchiette non sentono” quello di seimitica_90. Chissà se Paola Ferrari querelerà anche loro.