Troppo abituati a vedere la loro aula frequentata da greche e stellette formalmente molto ossequiose, un paio di senatori della commissione Difesa si sono lamentati perché hanno ricevuto email da cittadini che protestavano per i contenuti del disegno di legge di riforma dello strumento militare attualmente in discussione.
Del resoconto della seduta del 4 luglio: “interviene, sull’ordine dei lavori, il senatore Carrara (CN:GS-SI-PID-IB-FI), osservando di aver ricevuto numerose e-mail di avviso contrario al disegno di legge n. 3271 e che detto fenomeno sembra aver interessato anche molti altri parlamentari”. Fin qui tutto bene: potrebbe essere un sussulto di dignità di un parlamentare che vuole ascoltare i cittadini. Macché, “tale atteggiamento – prosegue il verbale – configurerebbe, però, un’indebita pressione sulla Commissione ed i suoi componenti, che dovrebbero, al contrario, vedersi riconosciuta la possibilità di esaminare un provvedimento così delicato liberi da qualsiasi condizionamento. Sollecita pertanto la Presidenza della Commissione ad attivarsi per segnalare tale problematica”.
Piccola esegesi. Quella interminabile sigla tra parentesi è uno dei misteri gloriosi del nostro Parlamento. Significa “Gruppo Coesione Nazionale (Grande Sud-Sì Sindaci-Popolari d’Italia Domani-Il Buongoverno-Fare Italia)”. Chi sono? Nessuno lo sa, forse nemmeno il senatore Valerio Carrara. E chi è costui? Originario di Oltre il Colle, provincia di Bergamo, è “nominato” al Senato da tre legislature, prima con Forza Italia, poi con il PdL fino ad approdare al CN:GS-SI-PID-IB-FI a seguito di una delle tante alchimie escogitate da Berlusconi per far sopravvivere il governo.
Prosegue Carrara: le e-mail “di avviso contrario” sarebbero un “fenomeno” che ha interessato anche altri parlamentari. Un “fenomeno”? Lasciamo perdere. “Configurerebbe un’indebita pressione”. Il valoroso senatore, non abituato forse a ricevere suggerimenti e sollecitazioni da elettori qualunque che si firmano con nome e cognome, si sente condizionato nella sua libera determinazione. Cosa che non sarebbe successa se a scrivergli o telefonargli fosse stato qualcuno dal ministero. In quel caso, lo sappiamo, si tratterebbe solo di “utili suggerimenti”.
Infine sollecita “a segnalare tale problematica”. A chi? Al dio delle raccomandazioni?
Va beh, restasse da solo nella sua protesta, Carrara potrebbe sembrare un buontempone. Ma in suo soccorso interviene, come il Settimo cavalleria ai bei tempi degli indiani, il senatore Mauro Del Vecchio di professione (leggo la scheda sul sito del Senato) “generale di corpo d’armata”. Professione generale di corpo d’armata? Bisognerà dire all’Istat di aggiornare in fretta i compendi. Dopo impiegato, operaio aggiungere “generale” nella varie declinazioni: brigata, divisione, tenente generale, brigadier generale, e poi di squadra aerea, e avanti così. Lo stesso naturalmente per gli ammiragli, i commissari, i questori.
Del Vecchio, che è un nominato del Partito democratico, aggiunge il suo carico da novanta agli arzigogoli lessicali di Carrara. Leggo ancora dal verbale: “Concorda il senatore Del Vecchio, sottolineando che le predette e-mail risultano inviate ad indirizzi specifici di posta elettronica che non dovrebbero essere di pubblico dominio”. Il Signor Generale non si fa beccare mai con la guardia abbassata: chi ha diffuso informazioni riservate, forse segrete, come gli indirizzi email? Se fosse ancora in servizio avrebbe già chiamato i Carabinieri. Glielo diciamo al generale, rischiando di essere accusati di intelligenza con il nemico? Gli indirizzi e-mail dei senatori sono pubblicati sul sito del Senato: basta cliccare sul nome del senatore e l’e-mail si apre. Maledetti bolscevichi.
Naturalmente il teatrino non potrebbe finire senza il confortante avvallo della presidente Roberta Pinotti, del Pd, la quale, anziché insegnare ai due cos’è la democrazia, “fornisce assicurazioni” dice sempre l’asettico verbale “riservandosi di approfondire la problematica sollevata”. Adesso si capisce perché alle elezioni per sindaco i genovesi non l’abbiano votata.
Toni De Marchi
Giornalista
Politica - 6 Luglio 2012
Scrivi al senatore? È un’indebita pressione
Troppo abituati a vedere la loro aula frequentata da greche e stellette formalmente molto ossequiose, un paio di senatori della commissione Difesa si sono lamentati perché hanno ricevuto email da cittadini che protestavano per i contenuti del disegno di legge di riforma dello strumento militare attualmente in discussione.
Del resoconto della seduta del 4 luglio: “interviene, sull’ordine dei lavori, il senatore Carrara (CN:GS-SI-PID-IB-FI), osservando di aver ricevuto numerose e-mail di avviso contrario al disegno di legge n. 3271 e che detto fenomeno sembra aver interessato anche molti altri parlamentari”. Fin qui tutto bene: potrebbe essere un sussulto di dignità di un parlamentare che vuole ascoltare i cittadini. Macché, “tale atteggiamento – prosegue il verbale – configurerebbe, però, un’indebita pressione sulla Commissione ed i suoi componenti, che dovrebbero, al contrario, vedersi riconosciuta la possibilità di esaminare un provvedimento così delicato liberi da qualsiasi condizionamento. Sollecita pertanto la Presidenza della Commissione ad attivarsi per segnalare tale problematica”.
Piccola esegesi. Quella interminabile sigla tra parentesi è uno dei misteri gloriosi del nostro Parlamento. Significa “Gruppo Coesione Nazionale (Grande Sud-Sì Sindaci-Popolari d’Italia Domani-Il Buongoverno-Fare Italia)”. Chi sono? Nessuno lo sa, forse nemmeno il senatore Valerio Carrara. E chi è costui? Originario di Oltre il Colle, provincia di Bergamo, è “nominato” al Senato da tre legislature, prima con Forza Italia, poi con il PdL fino ad approdare al CN:GS-SI-PID-IB-FI a seguito di una delle tante alchimie escogitate da Berlusconi per far sopravvivere il governo.
Prosegue Carrara: le e-mail “di avviso contrario” sarebbero un “fenomeno” che ha interessato anche altri parlamentari. Un “fenomeno”? Lasciamo perdere. “Configurerebbe un’indebita pressione”. Il valoroso senatore, non abituato forse a ricevere suggerimenti e sollecitazioni da elettori qualunque che si firmano con nome e cognome, si sente condizionato nella sua libera determinazione. Cosa che non sarebbe successa se a scrivergli o telefonargli fosse stato qualcuno dal ministero. In quel caso, lo sappiamo, si tratterebbe solo di “utili suggerimenti”.
Infine sollecita “a segnalare tale problematica”. A chi? Al dio delle raccomandazioni?
Va beh, restasse da solo nella sua protesta, Carrara potrebbe sembrare un buontempone. Ma in suo soccorso interviene, come il Settimo cavalleria ai bei tempi degli indiani, il senatore Mauro Del Vecchio di professione (leggo la scheda sul sito del Senato) “generale di corpo d’armata”. Professione generale di corpo d’armata? Bisognerà dire all’Istat di aggiornare in fretta i compendi. Dopo impiegato, operaio aggiungere “generale” nella varie declinazioni: brigata, divisione, tenente generale, brigadier generale, e poi di squadra aerea, e avanti così. Lo stesso naturalmente per gli ammiragli, i commissari, i questori.
Del Vecchio, che è un nominato del Partito democratico, aggiunge il suo carico da novanta agli arzigogoli lessicali di Carrara. Leggo ancora dal verbale: “Concorda il senatore Del Vecchio, sottolineando che le predette e-mail risultano inviate ad indirizzi specifici di posta elettronica che non dovrebbero essere di pubblico dominio”. Il Signor Generale non si fa beccare mai con la guardia abbassata: chi ha diffuso informazioni riservate, forse segrete, come gli indirizzi email? Se fosse ancora in servizio avrebbe già chiamato i Carabinieri. Glielo diciamo al generale, rischiando di essere accusati di intelligenza con il nemico? Gli indirizzi e-mail dei senatori sono pubblicati sul sito del Senato: basta cliccare sul nome del senatore e l’e-mail si apre. Maledetti bolscevichi.
Naturalmente il teatrino non potrebbe finire senza il confortante avvallo della presidente Roberta Pinotti, del Pd, la quale, anziché insegnare ai due cos’è la democrazia, “fornisce assicurazioni” dice sempre l’asettico verbale “riservandosi di approfondire la problematica sollevata”. Adesso si capisce perché alle elezioni per sindaco i genovesi non l’abbiano votata.
Articolo Precedente
Sentenza Diaz, il capo della Polizia Manganelli: “E’ il momento delle scuse”
Articolo Successivo
“Deriva della politica”: il tweet della deputata Pdl Santelli su Diaz
Gentile lettore, la pubblicazione dei commenti è sospesa dalle 20 alle 9, i commenti per ogni articolo saranno chiusi dopo 72 ore, il massimo di caratteri consentito per ogni messaggio è di 1.500 e ogni utente può postare al massimo 150 commenti alla settimana. Abbiamo deciso di impostare questi limiti per migliorare la qualità del dibattito. È necessario attenersi Termini e Condizioni di utilizzo del sito (in particolare punti 3 e 5): evitare gli insulti, le accuse senza fondamento e mantenersi in tema con la discussione. I commenti saranno pubblicati dopo essere stati letti e approvati, ad eccezione di quelli pubblicati dagli utenti in white list (vedere il punto 3 della nostra policy). Infine non è consentito accedere al servizio tramite account multipli. Vi preghiamo di segnalare eventuali problemi tecnici al nostro supporto tecnico La Redazione
Mondo
Israele rompe la tregua e attacca Hamas: “Oltre 400 morti, pure il premier di Gaza”. I parenti degli ostaggi contro Netanyahu: “Fermi l’uccisione dei nostri cari”
Cronaca
La lettera del Papa dall’ospedale: “Dobbiamo disarmare le parole per disarmare le menti e la Terra”
Mondo
Telefonata Trump-Putin tra le 14 e le 16. Kiev: “Mosca ora accetti la tregua senza condizioni”. Tasse e debito: corsa al riarmo dell’Est Europa
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "ribadire la ferma contrarietà all'utilizzo dei Fondi di coesione europei per il finanziamento e l'aumento delle spese militari". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo di "scegliere senza esitazioni e ambiguità, di fronte alle minacce globali e alle sfide inedite rappresentate dalla nuova amministrazione americane, l’interesse europeo, all’interno del quale si promuove e realizza il nostro interesse nazionale, anche una attraverso la costruzione di alleanze, a partire dai paesi fondatori dell’Europa, per collocare l’Italia sulla frontiera più avanzata dell’integrazione contro le spinte disgregatrici e i ripiegamenti nazionalisti". E' quanto si legge nella risoluzione dem sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Ribadire la ferma condanna della grave, inammissibile e ingiustificata aggressione russa dell'Ucraina e a continuare a garantire pieno sostegno e solidarietà al popolo e alle istituzioni ucraine, mediante tutte le forme di assistenza necessarie, nel rispetto di quanto previsto dall'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, promuovendo con urgenza un’iniziativa diplomatica e politica autonoma dell'Unione europea, in collaborazione con gli alleati, per il perseguimento di una pace giusta e sicura, che preservi i diritti del popolo ucraino a partire da quello alla propria autoderminazione, l’ordine internazionale basato sulle regole e offra le necessarie garanzie di sicurezza per una soluzione duratura". E' quanto si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Il piano ReArmEU, proposto dalla Presidente della Commissione europea Von der Leyen, va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo dei 27 Stati membri e va radicalmente cambiato, poiché così come presentato non risponde all’esigenza indifferibile di costruire una vera difesa comune che garantisca la deterrenza e un percorso di investimenti comuni in sicurezza realizzati non a detrimento delle priorità sociali, di coesione e sviluppo dell’Unione". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
"La difesa non può essere considerato un bene pubblico separato dal benessere sociale, ma è parte integrante di una strategia globale che prevede di garantire non solo la sicurezza fisica dei cittadini europei, ma anche la loro sicurezza sociale ed economica: tanto più l’affermazione dei nazionalismi disgregatori dell’unità europea è legata anche alla percezione di insicurezza economica e sociale, nonché alla paura nei confronti delle sfide globali".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Sostenere una risposta europea ed unitaria alle politiche dei dazi dell’amministrazione Trump, che escluda ogni controproducente e inadeguata tentazione di bilateralizzare la risoluzione del conflitto commerciale, e che ampli le contromisure includendo i servizi e i diritti di proprietà intellettuale delle Big Tech, rilanciando anche l’iniziativa multilaterale per l’introduzione della Global Minimum Tax". E' quanto chiede il Pd al governo nella risoluzione sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - Il Pd chiede al governo, nella risoluzione presentata sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni, di "collocare l’Italia da protagonista nella costruzione di una vera difesa comune europea e non di un riarmo degli eserciti nazionali privo di coordinamento, esprimendo la chiara volontà politica di andare avanti nel percorso di realizzazione di un’unione della difesa, anche partendo da forme di cooperazione rafforzata o integrazione differenziata tra Stati membri".
Roma, 18 mar. (Adnkronos) - "Promuovere, nell’attuazione del Libro bianco sulla difesa europea, tutti gli strumenti che puntano a una governance democratica chiara del settore, agli investimenti comuni necessari per realizzare l’autonomia strategica e colmare i deficit alla sicurezza europea, al coordinamento e all’integrazione della capacità industriali europee e dei comandi militari, all’interoperabilità dei sistemi di difesa verso un esercito comune europeo". Si legge nella risoluzione Pd sulle comunicazioni della premier Giorgia Meloni in vista del Consiglio europeo.