Spending review, oh yes! Ma quanto suonano bene le parole anglofone in un Paese nel quale si tende a mistificare tutto, affinché non si comprenda bene cosa si voglia effettivamente fare. Appunto, fare, che suona tanto con af-fare, arraf-fare, sopraf-fare, cammuf-fare, arruf-fare. Chiariamo subito: la “revisione della spesa” – questa la vera traduzione di spending review – non è solo cosa buona e giusta ma era la prima cosa da fare quando il governo dei tecnocrati aveva il consenso quasi assoluto dell’opinione pubblica e forse anche dei partiti.
Nei primi 2 mesi Monti-squieu avrebbe veramente potuto varare il nuovo “Spirito delle leggi” tracciando la teoria rivisitata della separazione dei poteri, e ribadendo la considerazione che il “potere assoluto corrompe assolutamente”. Invece ce l’ha serbata come ammazzacaffè. In Italia il potere assoluto dei partiti (l’oligarchia gerontocratica divenuta dolce dittatura nei decenni) ha corrotto assolutamente una classe di dirigenti che si è prorogata sino all’eternità, assicurandosi l’impunità e creando una struttura di affarismo, familismo e scambismo (trasversale, senza colori) senza eguali. Un’Italia governata da una decina di persone, insieme ad un migliaio di affaristi, in un intreccio inestricabile tra politica, Vacuo-tano, criminalità.
La magistratura tenta di svelarci tutto ciò da anni, nella persona di magistrati seri e indipendenti, ma la grande melassa tenta sempre di coprire la verità. Perché la grande melassa penetra ovunque, zuccherosa. In tale tragica farsa venne infine chiamato l’uomo “indipendente”, illuminato, grande “filosofo e pensatore”, il quale ci avrebbe indicato la nuova retta via, pur se da intraprendere a carponi e Bocconi. Più che retta si è presto rivelata “retto”.
Sia ben chiaro, per il popolo bue non certo per l’aristocrazia che tiene compagnia a Monti-squieu. L’Illuminato ha presto varato grandi e durevoli riforme, che tutto il mondo plaude: la riforma del mercato del lavoro che presto consentirà a tutti i giovani di entrare nel mondo del lavoro e di essere più tutelati (?), grazie alla Fior-nero, la quale ha solo trascurato (peccatuccio veniale) di creare migliaia di esodati (che il popolo bue pagherà); le liberalizzazioni che han reso finalmente l’Italia un Paese nel quale il libero mercato trionfa e dove abbiamo visto un drastico abbassamento delle tariffe (banche, assicurazioni, energia etc.) e anche un miglioramento della qualità (?); un fisco più equo con l’aggressione ai grandi e medi evasori (paradisi fiscali, abusi del diritto etc.) e una riforma fiscale improntata a principi sacrosanti quali la certezza del diritto, semplificazione delle norme, proporzionalità, riduzione delle aliquote, parità delle armi tra pubblica amministrazione e contribuente (?); una giustizia più efficiente e celere, ben organizzata e con cause che durano di meno, magistrati chiamati a rispondere dei gravi errori (?).
E infine, dopo avere donato con generosità tutto ciò al popolo bue, finalmente l’apoteosi: la spending review. Un taglio serio agli sprechi. Poffarbacco! Un taglio netto alle Province e via alle città metropolitane (istituite solo oltre 20 anni fa), un taglio netto a tutti gli enti inutili (ospedali, 400 tra tribunali-sedi distaccate-procure) e riduzione della spesa. Segnali forti e coraggiosi. In tutto ciò ci si dimentica forse di tagliare le migliaia di enti veramente inutili, creati ad hoc solo per foraggiare portaborse, trombati ed esodati della politica, di eliminare le scandalose società partecipate, di sopprimere tutte le Province, di eliminare il finanziamento ai Partiti (come volle il popolo con l’obsoleto istituto di “democrazia diretta”), di tagliare nettamente la spesa politica e militare, di intervenire con rigore sulla corruzione. Bazzeccole che avrebbero garantito qualche decina di miliardi all’anno di risparmio, altro che di 5 all’anno.
Ma per fare tutto ciò occorrevano almeno 3 elementi: indipendenza, coraggio, lungimiranza. Il nostro premier si distingue per altre doti. E con le sue gran doti oggi ci siam dotati di una vera e propria shocking review che si sposa simmetricamente con le altre grandi riforme precedentemente varate. Come cantava il grande De Gregori, “Viva l’Italia, l’Italia liberata, l’Italia del valzer, l’Italia del caffè. L’Italia derubata e colpita al cuore, viva l’Italia, l’Italia che non muore. Viva l’Italia, presa a tradimento, l’Italia assassinata dai giornali e dal cemento, l’Italia con gli occhi asciutti nella notte scura, viva l’Italia, l’Italia che non ha paura. Viva l’Italia, l’Italia che è in mezzo al mare, l’Italia dimenticata e l’Italia da dimenticare, l’Italia metà giardino e metà galera, viva l’Italia, l’Italia tutta intera.”.