Intervista al re dei paparazzi che, considerato "pericolo pubblico", deve rientrare a casa alle 21: "Da due anni non commetto reati, così si trattano i mafiosi". E su Grillo e Berlusconi: "Non è un comico che risolve i problemi. B? Tornerà e vincerà. Il fatto con lui è come Zenigata con Lupin"
Deve rientrare a casa alle 21 e non uscire prima delle 7. Per i giudici è persona “pericolosa per la sicurezza e per la pubblica moralità”. Due anni e 8 mesi di carcere per estorsione, tentata estorsione e spendita di monete false: sentenze definitive. Più i 5 anni in appello per l’estorsione a David Trezeguet. Fabrizio Corona, 38 anni da Catania.
Come si vive da “sorvegliati speciali”?
È una condizione che si usa solo per i mafiosi, ma io sono Corona e devo pagare per tutti. Richiesta nel 2007, entrata in vigore adesso. Neanche posso uscire per una birra con gli amici. Da due anni che non faccio reati, ho ridato 2 milioni di euro a Equitalia, verso 25mila euro al mese e pago le tasse. Mi hanno fermato 30 volte e non ero mai con malavitosi. È vergognoso.
Un martire anche lei?
Macché. Tutti, in carcere, dicono di essere innocenti. Le cavolate dei soldi falsi, l’aggressione a pubblico ufficiale, la pistola: le ho fatte. Per tutto il resto sono innocente.
Lele Mora è in carcere. E lei lo ha abbandonato.
Il carcere preventivo può durare sei mesi, lui è ancora lì. Spero che, dopo la sentenza Diaz, anche i tutori dell’ordine paghino. Lele l’ho rinnegato, ma non potevo fare altrimenti: ‘Se continui a frequentarlo’, dicevano gli avvocati, ‘becchi 20 anni’.
E Belén?
Non la sento da quattro mesi. Vedo ancora Cecilia, sua sorella minore: la mia cucciolina. Ero pazzo, se Belén stava con me le rovinavo la vita. È giusto che si goda la sua giovinezza. Però lavoriamo ancora insieme. La trovata della farfallina era pianificata, due giorni prima che la foto fosse su tutti i giornali abbiamo brevettato il marchio: borse e mutande con la farfallina. I soldi si fanno così e io so farli.
Berlusconi?
Un grande imprenditore, ha cambiato l’Italia. Lo stimo. Non mollerà e alle prossime elezioni avrà successo. Non sono di sinistra e neanche di destra, ma la storia del bunga bunga è ridicola. Chi ha i soldi vive così, affari loro. Altrimenti andrebbero indagati anche i direttori di giornali, che si scopano la segretaria e poi la promuovono. Ok, Berlusconi ha incarichi pubblici, ma il reato non c’è. E invece voi del Fatto fate come Zenigata con Lupin.
Eh?
Mio padre Vittorio era vicedirettore de La Voce e molti di voi li conosco. A casa ho tutta la collezione de La Voce e pure un numero zero di un quotidiano che sarebbe diventato Il Fatto. Travaglio lo sa bene. Siete bravi, ma ce l’avete troppo con Berlusconi. Vi siete accaniti per anni, vi divertivate. E ora non sapete che scrivere. Doveva rimanere in carica, come Lupin: se Zenigata lo prende, poi la storia finisce.
È gentile a preoccuparsi, ma i Lupin continuano a non scarseggiare. Grillo le piace?
Un fenomeno mediatico. A sinistra c’è il vuoto, Bersani non rappresenta nessuno. Così molti votano Grillo perché va controcorrente ed è simpatico. È una novità, ma i problemi non li risolve un comico.
Eppure lei credeva e crede in Berlusconi.
Battuta da Fatto, ma lui per voi non è un comico: è un criminale. Parliamo di Santoro?
Se vuole.
È un ‘eroe’ che fa tutto per soldi. Quando doveva gestire la trattativa Rai per la liquidazione, ha cercato Lucio Presta. Con Servizio Pubblico ha perso il 40%. Lo vedo giù, c’è rimasto male. Senza Berlusconi ha perso il 30 di share. Travaglio, da solo, gli fa metà programma. E fatturano meno anche i suoi uomini. Come si chiamano? Ah sì, Baffino e Formigli.
Ricostruzione appena personale. Comunque “Baffino” è Sandro Ruotolo e Formigli non lavora più con Santoro.
E fa bene. Di Santoro ho una foto quando era biondo. L’ho scattata io. Sarà stato il 2006. Era a a casa di Lele Mora. C’era anche Costantino. Lele aveva un pantalone di lino bianco, ciabatte, si vedevano i peli: orrendo. Li guardo, dopo pranzo, e gli dico: ‘Dai, scattiamo una foto’. Tutti in posa. Santoro era lì per politica o soldi?
Altri sassolini da togliersi?
Fazio: un furbettino finto perbene che si è intascato 10 milioni di euro con la mega truffa di Telemontecarlo. E Saviano: un prodotto commerciale, che andava a Occupy Wall Street per farsi vedere. Come se andassi in Emilia per sfruttare il terremoto. Gomorra l’ha copiato da chi si fa il culo ogni giorno nelle pagine regionali del Mattino. La mafia napoletana l’ho conosciuta: neanche sanno chi cazzo è Saviano. Però va in giro con la scorta. Che paghiamo noi.
A volte sembra uno Stracquadanio palestrato. E Monti?
Se dico quello che penso, mi danno l’ergastolo. Quando Libero e Il Giornale hanno scritto che Monti porta sfiga, sono stati buoni. Ho visto la finale degli Europei al mare in un posto normale – sa, io frequento il popolo – e lo odiavano tutti. Abbia il coraggio di colpire i partiti politici e le Minetti che prendono 10mila euro al mese, non i poveracci. Altro che Imu.
Napolitano?
Napoletano (testuale, Nda) sembra una brava persona, ma quando parla non lo ascolto mai.
Briatore?
Era povero, si è fatto da sé. Bravo. Ma ora tutti si allontanano da lui. La Melandri, quella di sinistra, è stata una settimana ospite a casa sua e ora finge di non conoscerlo. Facile, eh?
Parli bene di qualcuno, su.
Oscar Giannino fa provocazioni giuste. Però l’unico giornalista incorruttibile era mio padre.
Il migliore giornalista italiano?
Enrico Mentana. Quando ero in carcere fece una puntata sbagliatissima di Matrix su Vallettopoli. Mia madre chiamò in diretta e gliene disse di tutti i colori. Lui il giorno dopo la cercò e chiese scusa. Un signore. È ripartito da capo e ha creato l’unico tg indipendente. Lo leggo su Vanity Fair, lo ascolto in radio. Grande uomo.
Lei è tamarro di suo o si impegna?
È una strategia commerciale. Se non uscivo dal carcere vestito in quel modo, rimanevo uno stronzo come tutti. Ho fatto certe dichiarazioni per conquistare una fetta di pubblico precisa. Quella trash. Ha funzionato. La gente mi ferma per strada e mi dice che sono un grande.
Adesso i giudici vogliono che conduca una vita onesta.
Sono onesto. Da tre anni e mezzo.
Con la sua Bentley, a 250 km orari sulla A1, stava per uccidere Ferruccio Sansa. L’ha raccontato lui su queste pagine, il 30 luglio 2010. Quando vi siete trovati in un autogrill, lei dal finestrino ha risposto: “Chi cazzo sei? Che cazzo vuoi?”
È possibile. Molto possibile.
Anche andare a 250 orari è un reato. Ed era due anni fa, non quattro.
(sorride) Va be’, che c’entra. Parlavo di reati veri. E poi, si sa, donne e motori son gioie e dolori. Soprattutto per me.
da Il Fatto Quotidiano dell’8 giugno 2012