Il vino naturale? “Non esiste”. L’eterno dibattito teorico sui vini non trattati chimicamente è stato risolto in senso negativo e drastico da due funzionari ministeriali che si sono presentati da Bulzoni, una delle migliori enoteche romane, e hanno intimato al proprietario di ritirare le bottiglie con l’etichetta “vino naturale”. Povero Dioniso, schiacciato da Solone. Incredulo, Alessandro Bulzoni, che rischia una denuncia per frode in commercio, non ha potuto far altro che abbozzare: “Esercito quest’attività da sempre, insieme a mio fratello. La mia famiglia ha questa attività da tre generazioni. La mia domanda è sempre: come posso consigliare al meglio il consumatore?».
L’Enoteca Bulzoni esponeva fino al mese scorso una serie di vini tra cui i friuliani del Collio o i bianchi laziali della zona di Piglio: tutti etichettati con la dicitura “vino naturale”. Di cosa si tratta lo spiega sempre Bulzoni: «Naturale vuol dire che non ha altra sostanza additiva al di là del mosto: oggi la legge permette la trasformazione del mosto in uva usando più di 100 sostanze additive come i tannini, i lieviti selezionati o la gomma arabica». Anche il vino biologico, che si immagina puro come il contadino l’ha vendemmiato, in realtà «può contenere fino a 60 sostanze additive, così come permesso dalle normative europee». Quindi tutti i vini che beviamo quotidianamente sono alterati? Di sicuro, non sono esattamente la stessa mistura alcolica che bevevano i nostri nonni e per lungo tempo i nostri padri. La prova sta nel fatto, spiega ancora Bulzoni, che «oggi il vino non diventa più aceto. Perché viene arricchito da sostanze che ne permettono la conservazione e quindi ne facilitano l’export».
Ecco quindi cosa è successo. A giugno scorso due funzionari dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali si presentano dai Bulzoni, intimando di ritirare le bottiglie di “vino naturale”: la loro vendita e diffusione attraverso un’etichetta che in realtà non ha disciplina normativa potrebbe essere fuorviante e quindi dannosa per altri produttori. Il ministero ha risposto così alle richieste di chiarimento: «La dizione “vino naturale” non esiste e non ha, quindi, nessuna corrispondenza nelle denominazioni ammesse, e perciò non è verificabile. Una simile denominazione non esiste nei regolamenti che disciplinano la commercializzazione del vino in Italia e in Unione Europea. Ogni denominazione è regolamentata da una serie di regole e di disciplinari che hanno l’obiettivo di garantire il consumatore e il produttore».
Non è solo una questione tecnica, per il ministero: «L’etichettatura “vino naturale” è un messaggio non corretto, anzi distorto, che danneggia le nostre produzioni vitivinicole». Hai detto niente: così Bulzoni finisce sulla tavola imbandita degli indagati perché rischia una sanzione pecuniaria e una penale per frode in commercio. La nota del dicastero commenta infine il sequestro nell’enoteca romana: «Con questa azione l’Ispettorato ha quindi tutelato da una parte la corretta informazione dei consumatori e dall’altra i produttori italiani e gli esercenti da fenomeni di concorrenza sleale». Insomma, da una parte c’è l’enoteca romana che afferma “pane al pane, vino al vino”: se i miei prodotti sono privi di qualsiasi sostanza additiva, non è detto che siano meglio o peggio di altri ma sicuramente sono naturali e io voglio che si sappia. Dall’altra c’è il ministero delle Politiche agricole che ribatte: forse è anche vero, ma io devo far rispettare la legge e – come diceva Nanni Moretti in “Palombella rossa” – per la legge le parole sono importanti.
Peccato però, perché forse basterebbe poco per capirsi meglio. La definizione di “vino naturale, al di là della legge, è controversa e coinvolge anche altri aspetti, oltre alla mancanza o al basso livello di solfiti aggiunti. Ma, fermo restando il pieno diritto di chi realizza un vino biologico o industriale e rispetta i disciplinari di legge nazionali ed europei di non vedere svalutato il proprio prodotto, bisognerebbe preservare il diritto dei Bulzoni di tutto il Bel Paese di vendere “vino naturale”, e informare il consumatore, semplicemente perché offrono un’alternativa in più. Anche perché un verace Dioniso che rischia una condanna, senza altra colpa che non sia il tentativo di far conoscere e apprezzare i vini naturali, è un epilogo triste che in cuor suo forse neanche Solone si augura.
di Gianluca Schinaia
Piacere quotidiano
Il vino naturale? Per il ministero non esiste
Nella storica enoteca Bulzoni di Roma, ispettori delle Politiche Agricole hanno intimato al titolare di ritirare le bottiglie etichettate come "vino naturale". Una definizione che dovrebbe servire per garantire i consumatori, ma che per il ministero e l'Unione Europea non esiste
Il vino naturale? “Non esiste”. L’eterno dibattito teorico sui vini non trattati chimicamente è stato risolto in senso negativo e drastico da due funzionari ministeriali che si sono presentati da Bulzoni, una delle migliori enoteche romane, e hanno intimato al proprietario di ritirare le bottiglie con l’etichetta “vino naturale”. Povero Dioniso, schiacciato da Solone. Incredulo, Alessandro Bulzoni, che rischia una denuncia per frode in commercio, non ha potuto far altro che abbozzare: “Esercito quest’attività da sempre, insieme a mio fratello. La mia famiglia ha questa attività da tre generazioni. La mia domanda è sempre: come posso consigliare al meglio il consumatore?».
L’Enoteca Bulzoni esponeva fino al mese scorso una serie di vini tra cui i friuliani del Collio o i bianchi laziali della zona di Piglio: tutti etichettati con la dicitura “vino naturale”. Di cosa si tratta lo spiega sempre Bulzoni: «Naturale vuol dire che non ha altra sostanza additiva al di là del mosto: oggi la legge permette la trasformazione del mosto in uva usando più di 100 sostanze additive come i tannini, i lieviti selezionati o la gomma arabica». Anche il vino biologico, che si immagina puro come il contadino l’ha vendemmiato, in realtà «può contenere fino a 60 sostanze additive, così come permesso dalle normative europee». Quindi tutti i vini che beviamo quotidianamente sono alterati? Di sicuro, non sono esattamente la stessa mistura alcolica che bevevano i nostri nonni e per lungo tempo i nostri padri. La prova sta nel fatto, spiega ancora Bulzoni, che «oggi il vino non diventa più aceto. Perché viene arricchito da sostanze che ne permettono la conservazione e quindi ne facilitano l’export».
Ecco quindi cosa è successo. A giugno scorso due funzionari dell’Icqrf (Ispettorato centrale della tutela della qualità e repressione frodi dei prodotti agroalimentari) del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali si presentano dai Bulzoni, intimando di ritirare le bottiglie di “vino naturale”: la loro vendita e diffusione attraverso un’etichetta che in realtà non ha disciplina normativa potrebbe essere fuorviante e quindi dannosa per altri produttori. Il ministero ha risposto così alle richieste di chiarimento: «La dizione “vino naturale” non esiste e non ha, quindi, nessuna corrispondenza nelle denominazioni ammesse, e perciò non è verificabile. Una simile denominazione non esiste nei regolamenti che disciplinano la commercializzazione del vino in Italia e in Unione Europea. Ogni denominazione è regolamentata da una serie di regole e di disciplinari che hanno l’obiettivo di garantire il consumatore e il produttore».
Non è solo una questione tecnica, per il ministero: «L’etichettatura “vino naturale” è un messaggio non corretto, anzi distorto, che danneggia le nostre produzioni vitivinicole». Hai detto niente: così Bulzoni finisce sulla tavola imbandita degli indagati perché rischia una sanzione pecuniaria e una penale per frode in commercio. La nota del dicastero commenta infine il sequestro nell’enoteca romana: «Con questa azione l’Ispettorato ha quindi tutelato da una parte la corretta informazione dei consumatori e dall’altra i produttori italiani e gli esercenti da fenomeni di concorrenza sleale». Insomma, da una parte c’è l’enoteca romana che afferma “pane al pane, vino al vino”: se i miei prodotti sono privi di qualsiasi sostanza additiva, non è detto che siano meglio o peggio di altri ma sicuramente sono naturali e io voglio che si sappia. Dall’altra c’è il ministero delle Politiche agricole che ribatte: forse è anche vero, ma io devo far rispettare la legge e – come diceva Nanni Moretti in “Palombella rossa” – per la legge le parole sono importanti.
Peccato però, perché forse basterebbe poco per capirsi meglio. La definizione di “vino naturale, al di là della legge, è controversa e coinvolge anche altri aspetti, oltre alla mancanza o al basso livello di solfiti aggiunti. Ma, fermo restando il pieno diritto di chi realizza un vino biologico o industriale e rispetta i disciplinari di legge nazionali ed europei di non vedere svalutato il proprio prodotto, bisognerebbe preservare il diritto dei Bulzoni di tutto il Bel Paese di vendere “vino naturale”, e informare il consumatore, semplicemente perché offrono un’alternativa in più. Anche perché un verace Dioniso che rischia una condanna, senza altra colpa che non sia il tentativo di far conoscere e apprezzare i vini naturali, è un epilogo triste che in cuor suo forse neanche Solone si augura.
di Gianluca Schinaia
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Gaza, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - Hamas ha accusato Israele di "mettere in serio pericolo l'intero accordo di tregua" dopo la decisione del governo israeliano di rinviare il rilascio di 620 prigionieri palestinesi che avrebbero dovuto essere liberati in cambio del ritorno di sei ostaggi israeliani a Gaza. "Ritardando il rilascio dei nostri prigionieri, il nemico si comporta come un delinquente e mette seriamente in pericolo l'intero accordo" di tregua, ha dichiarato Bassem Naïm, un alto funzionario di Hamas, invitando i mediatori che hanno reso possibile l'accordo, "in particolare gli Stati Uniti", a "fare pressione sul nemico affinché applichi l'accordo e rilasci immediatamente questo gruppo di prigionieri".
Kiev, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - La Russia ha lanciato 267 droni contro l’Ucraina nella notte tra sabato e domenica, “un record” dall’invasione russa del 24 febbraio 2022, ha dichiarato l’aeronautica ucraina, alla vigilia del terzo anniversario dell’attacco russo su larga scala. "Sono stati avvistati nel cielo ucraino 267 droni nemici, il record per un singolo attacco" dall'inizio dell'invasione, ha scritto su Facebook il portavoce dell'aeronautica ucraina Yuri Ignat, secondo cui 138 sono stati intercettati dalla difesa aerea e altri 119 sono stati "persi" senza causare danni.
In un comunicato separato pubblicato su Telegram, l'esercito ha riferito che diverse regioni, tra cui Kiev, sono state "colpite", senza fornire ulteriori dettagli. Un attacco missilistico russo ha ucciso un uomo e ne ha feriti cinque a Kryvyi Rig, città natale del presidente ucraino Volodynyr Zelensky nell'Ucraina centrale, hanno reso noto le autorità regionali.
Beirut, 23 feb. (Adnkronos/Afp) - I media statali libanesi hanno riferito di attacchi israeliani in Libano, a circa 10 chilometri dal confine meridionale, mentre i fedeli si riunivano a Beirut per il grande funerale del leader di Hezbollah assassinato, Hassan Nasrallah. "Aerei nemici hanno lanciato due raid contro la zona tra Qleileh e Sammaaiyah, nel distretto di Tiro", ha affermato l'agenzia di stampa nazionale ufficiale.
Tel Aviv, 23 feb. (Adnkronos) - Le Idf confermano di aver effettuato attacchi aerei nel Libano meridionale. Uno degli obiettivi era un sito militare di Hezbollah contenente lanciarazzi e altre armi, dove l'esercito afferma di aver individuato attività da parte del gruppo terroristico.
Secondo l'esercito, l'attività di Hezbollah nel sito costituisce una "violazione degli accordi tra Israele e Libano". Inoltre, le Idf affermano di aver colpito diversi altri lanciarazzi di Hezbollah nel Libano meridionale, "che rappresentavano una minaccia per i civili israeliani".
Berlino, 23 feb. (Adnkronos) - Urne aperte in tutte la Germania per le politiche. Quasi 60 milioni di persone voteranno oggi fino alle 18 per scegliere un governo che dovrà fare i conti con il crollo dell'alleanza transatlantica sotto Donald Trump e con le nuove minacce alla sicurezza europea, proprio mentre il modello economico del Paese sta entrando in crisi. Secondo gli ultimi sondaggi, sarà il capo dell'opposizione conservatrice (Cdu/Csu) Friedrich Merz il nuovo cancelliere: dovrebbe vincere con il 29,5% di voti favorevoli. "Le grandi aspettative rispecchiano le grandi sfide che dovrà affrontare fin dal primo giorno del suo probabile mandato di cancelliere", ha affermato il settimanale tedesco Der Spiegel. "Una Russia aggressiva, un'America ostile e un'Europa che si sta allontanando: Merz potrebbe essere messo alla prova più duramente di qualsiasi cancelliere della repubblica del dopoguerra".
Merz ha recentemente ammesso che l'effettivo abbandono da parte di Trump delle promesse di difesa europee e l'aggressivo sostegno del suo vicepresidente JD Vance all'estrema destra Alternative für Deutschland (AfD) annunciavano "cambiamenti tettonici nei centri di potere politico ed economico del mondo". La Germania, ha detto, non ne sarebbe uscita indenne. L'indebolimento della Nato da parte di Trump e il tradimento dell'Ucraina sono "un pugno straziante allo stomaco", ha affermato Ursula Münch, direttrice del think tank dell'Accademia per l'educazione politica in Baviera, in particolare per l'Unione cristiano-democratica (Cdu) di Merz, che ha "solidarietà e amicizia con gli Stati Uniti nel profondo del suo Dna". "La sfida più grande per la Germania sarà quella di mettere insieme una dimostrazione di forza unita da parte dell'Ue e del Regno Unito".
Secondo i sondaggi, i socialdemocratici del cancellieri Olaf Scholz, si attestano al 15% dei consensi, 10 puntiin meno delle preferenze ricevute 4 anni fa, mentre l'Afd si attesta al 21%, oltre il doppio (era al 10,3%) rispetto al 2021.
Londra, 23 feb. (Adnkronos) - Il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha dichiarato che domani annuncerà un nuovo importante pacchetto di sanzioni contro la Russia. Lo riporta ITV News. "Domani ho intenzione di annunciare il più grande pacchetto di sanzioni contro la Russia dall'inizio del conflitto, per indebolire la sua macchina militare e ridurre le entrate con cui si sta accendendo il fuoco della distruzione in Ucraina", ha affermato il ministro, aggiungendo che Londra "lavorerà con i partner americani ed europei per raggiungere una pace giusta e sostenibile", riconoscendo chiaramente l'Ucraina dev'essere coinvolta".
E' "un momento critico nella storia dell'Ucraina, della Gran Bretagna e dell'intera Europa" - ha detto ancora - Il sostegno all'Ucraina dovrebbe essere "raddoppiato" e si dovrebbe ricercare "la pace attraverso la forza". "Sul campo di battaglia, Londra resta impegnata a fornire un supporto militare di 3 miliardi di sterline all'anno per mettere l'Ucraina nella migliore posizione possibile e siamo pronti a contribuire con truppe britanniche alle forze di mantenimento della pace, se necessario".
(Adnkronos) - “La notte è trascorsa tranquilla, il Papa ha riposato”. Lo fa sapere oggi 23 febbraio il Vaticano aggiornando sulle condizioni di Papa Francesco ricoverato al Gemelli da venerdì della scorsa settimana.
Ieri sera l’ultimo bollettino diramato dalla Santa Sede sulle condizioni di salute di Bergoglio avevano restituito una situazione in aggravamento con una serie di criticità che i bollettini precedenti non avevano mai evidenziato. Nel dettaglio ieri il bollettino ha riferito che le “condizioni del Santo Padre continuano ad essere critiche, pertanto, come spiegato" dall’équipe medica che lo ha in cura, “il Papa non è fuori pericolo”.
Ieri mattina, si spiegava, “Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoriaasmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi. Gli esami del sangue odierni hanno inoltre evidenziato una piastrinopenia, associata ad un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua ad essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri. Al momento la prognosi è riservata”. Per Francesco è scattata una maratona di preghiere nelle chiese di tutto il mondo.