Una nuova legge elettorale “non è più rinviabile”. E i partiti devono depositare le loro proposte in Parlamento, smettendola di confinare il dibattito “nell’ambito di consultazioni riservate tra partiti”. Giorgio Napolitano prende carta e penna e scrive ai presidenti delle Camere, Renato Schifani e Gianfranco Fini, per sollecitare il superamento dell’impasse sulle nuove regole del voto, di cui si discute da molto tempo senza che però si intraveda uno sbocco concreto. Anche perché – ma questo naturalmente il presidente non lo scrive – il Pdl asseconda l’intenzione di Silvio Berlusconi a temporeggiare per valutare l’opzione più favorevole

”Mi auguro che l’autorevole opinione dei presidenti delle Camere, nel loro continuo rapporto con i presidenti dei gruppi parlamentari, possa concorrere a sollecitare la oramai opportuna e non rinviabile presentazione in Parlamento di una o più proposte di legge elettorale”, scrive Napolitano. E se i partiti non trovano un accordo preventivo, aggiunge, presentino le loro proposte separatamente e si rimettano “a quella che sarà la volontà maggioritaria delle Camere”. Anche per alzare il velo sul “confronto, che è bene non resti ulteriormente chiuso nell’ambito di consultazioni riservate tra partiti”. 

Troppo il tempo perso, afferma il presidente della Repubblica, con una critica diretta e mirata che non lascia spazio a interpretazioni: “‘Stanno purtroppo trascorrendo le settimane senza che si concretizzi la presentazione alle Camere da parte dei partiti che hanno da tempo annunciato di voler raggiungere in proposito un’intesa tra loro di un progetto di legge sostitutivo di quella vigente per l’elezione della Camera dei Deputati e del Senato. Debbo ricordare – continua il presidente – che su questa materia (e più in generale su quella di possibili modifiche istituzionali) consultai nel gennaio scorso i rappresentanti di tutte le forze politiche presenti in Parlamento, ricevendone indicazioni largamente convergenti anche se non del tutto coincidenti a favore di una nuova legge elettorale”.

Il primo plauso all’intervento di Napolitano arriva dal Pd. La lettera è “sacrosanta” per la capogruppo al Senato Anna Finocchiaro. “Ribadisco che le nostre proposte sono da tempo depositate in Parlamento e che da domani il Pd è disponibile a una discussione trasparente e alla luce del sole, nelle aule parlamentari”.

Dal fronte del Pdl risponde il capogruppo a Palazzo Madama Maurizio Gasparri, che giudica “condivisibile” l’appello, ma chiede di approvare “le grandi riforme costituzionali” e solo “poi si passi alle questioni relative a una legge elettorale che dia più potere ai cittadini”. La forma di governo “e l’elezione diretta da parte dei cittadini del presidente della Repubblica”, spiega Gasparri, “hanno un’incidenza anche sulle questioni riguardanti la legge elettorale”. 

Per una volta anche l’Italia dei valori si trova in piena sintonia con il Colle: “Napolitano ha messo nero su bianco quello che l’Italia dei valori dice da tempo: ci vuole una nuova legge elettorale”, dichiara il presidente dei senatori Felice Belisario. Tanto che “nel timore che il Parlamento restasse, come è successo, paralizzato dal mantenimento degli equilibri di potere -aggiunge- abbiamo raccolto un anno fa le firme per abrogare il porcellum per via referendaria. Basta con i nominati calati dall’alto che non rispondono al Paese del loro mandato”.

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