Come preannunciato venerdì scorso, Nicole Minetti non ha deposto in Tribunale a Milano nel processo Ruby, quello a carico dell’es presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per concussione e prostituzione minorile. Chiamata come teste-imputata in procedimento connesso, quindi con la facoltà di non rispondere alle domande dell’accusa,  la consigliera regionale, che dal Cavaliere ha ricevuto solo qualche mese fa un bonifico che ha permesso all’ex igienista dentale di pagare le spese legali, aveva chiesto di  essere esonerata per un legittimo impedimento: la seduta del consiglio regionale della Lombardia chiamato a discutere sul bilancio. La sua richiesta è stata accolta e verrà ascoltata il 13 luglio.

Avvicinata dai giornalisti nella bouvette del Pirellone, il consigliere regionale non ha voluto rilasciare dichiarazioni limitandosi a offrire un caffè a tutti i cronisti presenti prima di rientrare in aula.  La Minetti, imputata nel processo Ruby bis con l’ex direttore del Tg4 Emilio Fede e Lele Mora (che invece ha informato il Tribunale che si sarebbe avvalso della facoltà di non rispondere, ndr) aveva depositato alla cancelleria del Tribunale istanza di legittimo impedimento e oggi infatti in aula  a Milano non si è presentata. L’accusa, per il processo “Ruby bis” ha comunicato ai giudici di rinunciare alla testimonianza di Lele Mora.

Alla scorsa udienza erano state ascoltate le testimonianze di Chiara Danese, che aveva dichiarato di non sapere che Berlusconi fosse il proprietario di Mediaset, e l’ex fidanzata di Luca Risso (ora compagno di Ruby, ndr) Serena Facchineri. Quest’ultima aveva scambiato alcuni sms con Risso la sera in cui la marocchina, spacciata la notte del 27-28 maggio 2o1o per l’ex presidente egiziano Mubarak, era stata “interrogata” da un misterioso “emissario di Lui”. Secondo la tese quell’incontro era stato organizzato “evidentemente per proteggere Silvio Berlusconi”. 

Nessuna domanda potrà essere fatta, come disposto dai giudici, sui contenuti delle telefonate intercorse tra Silvio Berlusconi e Nicole Minetti, oltre che a Michelle Conceicao. Gli inquirenti, attraverso i tabulati telefonici, avevano individuato appunto contatti tra il consigliere regionale e la giovane brasiliana con l’ex premier, ma è stata accolta la citazione della difesa e quindi per ordinanza il tribunale, “non ammette le domande che abbiano come oggetto i contatti telefonici tra l’imputato parlamentare” e le utenze “in uso a Nicole Minetti e a Michelle Conceicao”. Inoltre la procura di Milano rinuncia alla testimonianza di Ruby nel processo che prende il nome dalla giovane marocchina. 

 

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