Alla riqualificazione dello storico Mercato di Mezzo del centro città partecipa anche la sanità pubblica con un quarto della cifra totale. Defranceschi (M5S): "Aiutino alle cooperative amiche. Perchè non costruiscono il poliambulatorio di Monzuno che costerebbe proprio la cifra usata per Eataly?"
Un’operazione che proprio per questo non piace al Movimento 5 Stelle. “Sembra l’ennesimo aiutino alle coop – dice Andrea Defranceschi, capogruppo in regione dei grillini – Il recupero del Mercato è una svolta di certo positiva ma ci lascia interdetti il ruolo di Asl. Non è compito suo investire 800mila euro per una riqualificazione commerciale e un investimento che non è nemmeno detto dia dei frutti”. Per Defranceschi l’azienda sanitaria bolognese non dovrebbe occuparsi di “investimenti immobiliari, anche se ipoteticamente dovessero risultare fruttiferi. Secondo noi – argomenta il grillino – i fondi dell’Azienda Sanitaria non dovrebbero essere usati per operazioni del genere ma, ovviamente, per finanziare la sanità pubblica. Anche perché si stanno tagliando posti letto, si contrae la spesa sanitaria e invece a Bologna abbiamo un’azienda sanitaria che ha 800mila da investire per fare un’operazione commerciale. Come lo spieghiamo ai cittadini questo?”. Insomma, per Defranceschi la scelta di Ausl di contribuire con quasi un milioni di euro è stata “tutta politica, e guarda caso sempre a favore delle coop. Sarebbe stato meglio – conclude – vendere l’edificio e investire il ricavato, ad esempio, per il Poliambulatorio che a Monzuno aspettano da tempo, guarda un po’, proprio 800.000 euro”.
I lavoro per il nuovo Mercato di Mezzo partiranno entro luglio e dureranno un anno. Dentro il grande edificio troveranno posto marchi di prestigio come Eataly, Granarolo, Grandi Salumifici Italiani, Alce Nero e Libera Terra. Alla fine quello che aprirà al pubblico sarà una sorta di replica della Libreria Ambasciatori. Spazi dedicati ai prodotti locali e alla ristorazione, ma per il Mercato di Mezzo niente libri. Una volta terminati i lavori saranno due gli spazi a marchio Coop nel cuore di Bologna, e per giunta a poche decine di metri uno dall’altro. “Con 900.000 ingressi all’anno – ha spiegato Adriano Turrini, presidente Coop Adriatica, colosso da 9mila dipendenti e 2 miliardi di euro di fatturato -la scommessa dell’Ambasciatori è stata vinta. Ora andiamo avanti”.
Una situazione questa che non mancherà di sollevare perplessità. Già nel 2008 l’allora consigliere comunale Enzo Raisi (oggi è deputato in quota Futuro e Libertà) criticò fortemente l’operazione Ambasciatori, denunciando possibili irregolarità nel bando di gara e l’invasione del centro storico da parte della grande distribuzione cooperativa. Con lui si schierano anche i commercianti cittadini che prima tentarono invano di acquistare lo spazio, poi puntarono il dito contro comportamenti a loro giudizio scorretti della Coop. Addirittura prese posizione anche Andrea Forlani, democratico e presidente del quartiere San Vitale in corsa per le primarie del centro sinistra contro Sergio Cofferati: “Mi hanno chiamato i commercianti: in realtà qui si sta aprendo un supermercato”.