Incidenti sul lavoro ai minimi storici nel 2011. Secondo l’Inail, infatti, sono stati 920 i casi mortali nello scorso anno. Un numero ancora drammaticamente alto ma in diminuzione rispetto agli anni precedenti. Tre quarti delle denunce sono però registrate al Nord e il tasso di “irregolarità” delle aziende rimane altissimo: l’85 per cento di quelle che hanno ricevuto la visita dell’Istituto è risultata non conforme. Fra i settori occupazionali si registrano aumenti di decessi in agricoltura, e nell’industria metalmeccanica, mentre gli incidenti sono in flessione in tutti i comparti produttivi.

Che il tema sia ben lontano da una soluzione è stato chiarito anche dal presidente della repubblica Giorgio Napolitano: “Pur in presenza di una flessione del fenomeno negli ultimi anni si conferma la necessità di superare le carenze e contraddizioni da tempo rilevate nelle azioni volte alla salvaguardia della salute dei lavoratori”. Napolitano ha parlato anche della crescita di denunce per malattia professionale (+9,6%): “Un fenomeno che sta emergendo anche in virtù di una migliore sensibilizzazione sul tema e che merita la più attenta vigilanza considerata la natura spesso silente di patologie fatali. L’Inail con la sua attività concorre fattivamente alla maturazione di una più diffusa sensibilità ai temi della tutela della salute e della integrità fisica dei lavoratori”.

Guardando nello specifico ai dati, gli incidenti mortali hanno segnato una flessione tendenziale del 5,4 per cento e si sono attestati a 920 contro i 973 del 2010. Per il secondo anno consecutivo, quindi, i morti sul lavoro si tengono sotto quota mille. Gli infortuni hanno riportato lo scorso anno una diminuzione pari al 6,6 per cento, passando da 776mila a 725mila. L’istituto però non può fornire dati precisi sul mondo del sommerso, ma tenta comunque delle stime: presumendo l’esistenza di quasi 3 milioni di lavoratori “in nero” si ipotizzano circa 164mila incidenti avvenuti in questo ambito (erano 165mila sul 2010). Il 75 per cento degli infortuni registrati avviene nel Nord Italia (di cui il 42,3% nel Nord-Est e il 32,7% nel Nord-Ovest); nel Centro è concentrato il 17,9 per cento delle denunce; il Sud registra il 5,2 per cento; le Isole l’1,9 per cento.

Del resto è nel Mezzogiorno che nel 2011 si sono registrati i maggiori cali sia di infortuni che di incidenti mortali: (rispettivamente -8,1% rispetto alla media del -6,6% e -14,9% rispetto alla media del -5,4%). A livello Paese, il calo riguarda più o meno tutti i settori – dai trasporti alle costruzioni, su cui però pesa anche la crisi e dunque il calo occupazionale – ma meno di tutti le colf (-3,4% rispetto per esempio al -14,7% delle costruzioni). Mentre guardando ai casi mortali è tra le poche voci a registrare un incremento (insieme alla meccanica +27,3%; alla metallurgia +19,0%, al commercio +8,4%) con una percentuale che aumenta del 75 per cento, passando in termini assoluti dai 4 morti del 2010 ai 7 del 2011. Diminuiscono i morti sul lavoro anche al Centro (-0,5%) e al Nord (-1,8%), così come gli infortuni (-6,1% Nord-Ovest, -6,2% Nord-Est, -6,4% Centro). Nel Nord – sottolinea il rapporto dell’Inail – continua a concentrarsi oltre il 60 per cento degli infortuni, trattandosi del territorio a maggiore densità occupazionale (52% degli occupati nazionali nel 2011).

Guardando i diversi rami di attività, la diminuzione degli infortuni ha interessato l’industria (-8,2%), l’agricoltura (-6,5%) e i servizi (-5,5%). Tra le attività industriali, la riduzione più elevata riguarda le costruzioni, con un -14,7 per cento, a fronte comunque di un calo occupazionale del 5,3 per cento; a seguirlo la meccanica (-6,7%) e la metallurgia (-6,6%). Nei servizi il calo è da imputare principalmente ad alcuni settori più rilevanti dal punto di vista dimensionale quali: trasporti (-11,3%), servizi alle imprese e attività immobiliari (-9,7%), commercio (-9,6%). Per il settore del personale addetto ai servizi domestici si segnala un calo contenuto del 3,4%. Per quanto riguarda i casi mortali, nel complesso, la diminuzione è stata sensibile nei servizi (-9,4%) e nell’industria (-3,7%), mentre per l’agricoltura si segnala un +2,7%. Una riduzione molto elevata si è verificata in particolare nei trasporti (-30,7%), nei servizi alle imprese e attività immobiliari (-26,2%) e nelle costruzioni (-10,6%). In aumento, viceversa, le vittime occupate nell’Industria pesante della metalmeccanica.

Nel 2011 l’Inail ha controllato 21mila 201 aziende (il 63% aziende del terziario, il 32% dell’industria): 18mila e 145 sono risultate irregolari (l’85,59%). Sono stati regolarizzati 48mila e 716 lavoratori (nel 2010 erano stati 56mila e 751), di cui 41mila e 207 irregolari e 7mila e 509 “in nero” (4mila e 426 nel terziario, 2mila e 675 nell’industria).

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