Dopo il richiamo di Napolitano, la conferenza dei capigruppo approva la proposta di Schifani. Contrario il Pd. Finocchiaro: "Paradossale, non sappiamo neppure quale sarà la forma di governo e il numero di parlamentari"
Dieci giorni di tempo per arrivare a un testo base sulla riforma della legge elettorale, da sottoporre all’esame del parlamento. Il giorno dopo il deciso richiamo del presidente della Repubblica, la conferenza dei capigruppo del Senato ha approvato, a maggioranza, la proposta del presidente Renato Schifani di affidare alla prima commissione dieci giorni di tempo per arrivare al testo.
La proposta non ha trovato d’accordo il Pd, il cui capogruppo Anna Finocchiaro rileva: “E’ una decisione che fa entrare la riforma elettorale in rotta di collisione con quelle istituzionali, perché come si fa a realizzare una nuova legge elettorale se non sappiamo quanti saranno i parlamentari e quale sarà la forma di governo?”. Per questo, continua Finocchiaro, “avevamo proposto, intanto, di accantonare le riforme istituzionali e stralciare la parte sulla riduzione del numero dei parlamentari. Ma Pdl e Lega non sono d’accordo è così ci troviamo in questa situazione paradossale”.
Di tutt’altro avviso il presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri: “Noi riteniamo di non dover arrestare il processo delle riforme. Anzi, rallentarne il percorso significa impedire il via libera ad una conforme riduzione del numero dei parlamentari. Sarebbe vero e proprio ostruzionismo, un macigno sulla stessa riforma elettorale”.
La discussione comincia in Senato in base a un accordo tra Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini.