Sul buco milionario nei conti dei gioielli della sanità cattolica romana ora indaga anche la Direzione distrettuale antimafia capitolina. Dopo le rivelazioni di Giuseppe Incarnato, direttore generale dell’Idi e del San Carlo di Nancy, due ospedali della Congregazione dei figli dell’immacolata concezione, nell’inchiesta della Procura di Roma sulla gestione dei fondi ci sarà anche il coordinamento dei pm della Dda. I magistrati antimafia dovranno trovare riscontri alla clamorosa denuncia del manager, raccontata in esclusiva da ilfattoquotidiano.it, che Incarnato ha confermato anche nel corso dell’interrogatorio davanti al pubblico ministero Michele Nardi.

La pista che gli inquirenti seguono è quella di una possibile infiltrazione della ‘ndrangheta nei rivoli di malagestione degli istituti. Incarnato, dopo aver cancellato alcuni fornitori, ha raccontato di aver ricevuto intimidazioni da soggetti ancora da identificare. “Mi ha beccato qui davanti una persona, e mi ha detto: ‘Diretto’, qua ci tocca sparare’. Per questo c’è la guardia armata qui fuori. Era un calabrese, secondo me uno della ‘ndrangheta”. Minacce sarebbero arrivate anche al suo braccio destro: “Sono andati sotto casa di Rosichini, il mio collaboratore e lo hanno minacciato sempre calabrese. Rosichini fa una denuncia ai carabinieri , spiegando la cosa e ora è sotto scorta… Io sto scardinando un sistema e i magistrati indagano me?”.

Giuseppe Incarnato è indagato per associazione a delinquere finalizzata all’appropriazione indebita insieme con altre sei persone tra cui padre Franco Decaminada, fino allo scorso gennaio consigliere delegato dell’Idi, il suo successore Aleandro Paritanti, Eugenio Lucchetti, capo della Congregazione dei Figli dell’Immacolata, Domenico Temperini, ex direttore amministrativo, Giovanni Rusciano, imprenditore legato in passato all’Idi e Antonio Nicolella, ex agente del Sismi consulente del gruppo religioso fino allo scorso marzo.

I magistrati dovranno passare in rassegna i contratti milionari sottoscritti nelle passate gestioni, i fornitori sospetti, le sigle che porterebbero, stando al racconto di Incarnato, fino alle ‘ndrine calabresi. Una nuova pagina nella mega inchiesta sui conti dell’Idi e del San Carlo di Nancy, i due ospedali della Congregazione. Un colosso, un gruppo potente, con 1600 dipendenti, caduto da mesi in una profonda crisi, con un buco nei bilanci che – secondo fonti accreditate – sfiora i 600 milioni di euro, un dato che fa presagire un nuovo caso San Raffaele, al centro di un’inchiesta della Procura di Milano. Per scongiurare il crac e capire le ragioni del dissesto la Santa Sede sta predisponendo una “task force” di esperti della quale potrebbe far parte anche l’ex ministro della Salute Ferruccio Fazio, già dirigente dell’Istituto San Raffaele.

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