Alcuni di loro se ne sono accorti in tempo e sono scesi poco prima del fischio del controllore. Altri , più sfortunati, hanno scoperto di essere in viaggio verso la città sbagliata solo una volta partiti, e non hanno potuto fare altro che scendere alla prima fermata e cercare un treno che li portasse a casa. È successo questo pomeriggio ai pendolari diretti a Ravenna. Per un errore nei tabelloni della stazione di Bologna, si sono ritrovati, a loro insaputa, sul regionale diretto a Ferrara. Così un tragitto di poco meno di un’ora e mezza si è trasformato in un’odissea di ore. 

A raccontare l’episodio, che ha del surreale, è Legambiente. “Il regionale in partenza alle 16:06 dalla stazione centrale di Bologna è stato inizialmente annunciato in orario, poi con 15 minuti di ritardo”. Dopo un quarto d’ora, sul binario arriva un treno e tutti i viaggiatori in attesa salgono sulle carrozze, tirando un sospiro di sollievo. Peccato però che il regionale non sia diretto in Romagna. “I viaggiatori, non tutti molti convinti a dire il vero, sono finalmente saliti, in attesa di poter partire, quando qualcuno (meno fiducioso degli altri) ha continuato a guardare il pannello luminoso. Per fortuna sua e dei suoi compagni di sventura è stato così possibile notare il contrordine”. Pochi minuti prima della partenza, infatti, il pannello luminoso cambia versione: il treno va a Ferrara.

I più attenti allora scendono giù velocemente, e si mettono alla ricerca del treno per Ravenna, che, nel frattempo, è stato cancellato. Le disavventure per loro non sono ancora finite.  “Giusto il tempo di arrivare in sala d’attesa che l’altoparlante dà ancora un’altra versione (solo l’altoparlante però, nessuna indicazione sui pannelli luminosi): è possibile prendere il treno delle 16:35 diretto ad Ancona, scendere a Castelbolognese e lì trovare il convoglio per Ravenna”.

Arrivati a Castelbolognese, l’ennesima, amara sorpresa: la coincidenza non c’è. I pendolari, alcuni infuriati, altri demoralizzati, chiedono al personale, che però fa spallucce.  Alla fine non c’è scelta: bisogna aspettare un’altra ora. 

“Con le nevicate di febbraio Trenitalia giustificò i disservizi, ritardi e cancellazioni di treni, con il piano neve – ha commentato Yuri Rambelli, presidente di Legambiente Bassa Romagna – ora ci troviamo con i treni trasformati in forni dalla calura estiva, ma i disservizi per pendolari e turisti non sembrano essere diminuiti. Dopo il piano neve non vorremmo dover assistere ad un altrettanto sconfortante piano sole”.

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