Rimini getta uno sguardo sul suo passato. Lo fa riproponendo a 40 anni di distanza e in versione restaurata La prima notte di quiete di Valerio Zurlini. Un film melodrammatico, ambientato in una Rimini ritratta nella sua veste più malinconica e crepuscolare, quando d’inverno i turisti e i clamori dell’estate sono solo un ricordo sbiadito.
La proiezione del film, questa sera alle 21,30 nella corte dell’ex convento degli Agostiniani di via Cairoli 42, è l’evento speciale dell’edizione 2012 di “Cinema sotto le stelle”. La rassegna, ideata dalla cineteca di Rimini, in collaborazione con Notorius Rimini Cineclub, propone in 30 film, dal 10 luglio al 18 agosto, il meglio della stagione cinematografica appena trascorsa.
Un uomo solo sul molo di Rimini, in un’alba d’inverno. È il professore Daniele Dominici, interpretato da un Alain Delon avvolto in un cappotto di cammello. Il bavero rialzato, la sigaretta agli angoli della bocca, un grosso anello al mignolo sono i tratti, un po’ di maniera, che connotano da subito il disilluso supplente di Lettere. E sembra quasi di sentirlo il freddo pungente della marina fuori stagione, un rigore atmosferico che non tarda a farsi quinta teatrale di un amore impossibile per Vanina Abati, la più affascinante delle sue allieve, che nel film ha il volto di una ventenne Sonia Petrovna.
Accanto ai due protagonisti vi è un cast d’eccezione, nel quale spiccano Giancarlo Giannini, Lea Massari, Alida Valli, Renato Salvatori, Adalberto Maria Merli e Salvo Randone. Ad accompagnare la proiezione serale per i 40 anni della pellicola sarà, ospite d’eccezione, madame Petrovna, un’elegante sessantenne nel cui sguardo è vivo tutto lo charme della Vanina che fece perdere la testa al personaggio interpretato da Alain Delon.
Che impressione le è rimasta della Rimini che si vede nel film?
Rimini quando girammo il film, d’inverno, era tutta grigia, pioveva, faceva freddo e tirava vento. Era completamente vuota, non c’era nessuno per la strada. Era tutto chiuso. Lavoravamo da mattina a sera e, a parte il clima, non ricordo molto della città, eccetto una piccola casa vicino al mare, alcuni interni e il delfinario, anch’esso vuoto, dove ho toccato per la prima volta un delfino che sembrava di plastica. Ora è la prima volta che torno dopo 40 anni e Rimini, così piena di gente e turisti, non la riconosco affatto.
Qual è stata la maggiore difficoltà che ha incontrato a recitare ne La prima notte di quiete?
Beh, credo di non avere avuto particolari difficoltà. Era il mio primo lungometraggio, ma io mi fidavo totalmente di Zurlini e mi sono lasciata andare. Non mi sono fatta molte domande, ho solo cercato di fare del mio meglio, concentrandomi su ciò che mi veniva richiesto.
Com’è stato lavorare con Valerio Zurlini?
Mi piaceva la maniera in cui mi parlava, credevo di capire che cosa voleva da me ed era molto paziente. Un grande regista e un uomo stupendo. Ricordo però che era anche teso, all’inizio ciò mi ha sorpresa molto. Sapeva esattamente cosa voleva ma era molto stressato e il mio desiderio era che si rilassasse. Ignoro perché fosse così teso, non l’ho mai saputo esattamente. Ho sentito che aveva qualcosa di molto triste, di terribile dentro. Non gliel’ho mai detto, ma avrei desiderato che fosse contento, avrei voluto rassicurarlo.
Com’è stato trovarsi a recitare accanto ad Alain Delon? Ne era intimorita?
No, affatto. All’inizio non lo conoscevo neanche e gliel’ho detto. Non sapevo fosse una grande star e l’ho scoperto durante il film. Allora venivo dal mondo della danza e non prestavo molta attenzione al cinema. Alain è stato molto carino con me, mi ha aiutato tanto, abbiamo lavorato molto bene assieme, dunque ne ho un ottimo ricordo.
Si è sentita a suo agio nel recitare la scena di nudo con Delon?
Sì, era una scena necessaria, non era messa lì per mostrarmi senza veli. Credo fosse naturale che venisse inserita in quel punto del film.
Tra tutti i personaggi del film quello di “Spider” (Giancarlo Giannini) si differenzia dagli altri per la sua cultura e sensibilità…
Sì, è un personaggio sensibile e molto fragile. Devo dire che anche Giannini è stato molto gentile con me, in quelle poche scene che abbiamo girato assieme. Ha contribuito a farmi sentire adottata dal gruppo.
Che sensazione ha provato recitando la scena a Monterchi, davanti alla Madonna del Parto di Piero della Francesca?
Il racconto che Daniele Dominici fa a Vanina Abati di quella bellissima Madonna è pieno di poesia. Tutta la scena è speciale e mi è rimasto dentro come un senso di grande mistero. Da quel quadro e dalla descrizione che ne viene fatta emana qualcosa di intangibile.