Poste Italiane ha appena inviato all’Agcom il piano per la chiusura e la riorganizzazione degli uffici postali “anti-economici” in tutta Italia. Complessivamente, come emerge dalla black list, ci sarebbero 1.156 sportelli da chiudere e altri 638 da razionalizzare riducendo l’orario e i giorni d’apertura. Bisogna tenere conto delle mere “chiusure amministrative”, ma in Emilia Romagna rischiano grosso circa 130 uffici da Piacenza al mare: oltre 100 in Emilia, una ventina nelle tre province romagnole. E una trentina figurano nel solo Modenese, dove verrebbero colpiti dai tagli diversi Comuni segnati dal terremoto (Mirandola, Cavezzo, Novi di Modena, Concordia sulla Secchia, San Felice sul Panaro). Poste Italiane sostiene che non si tratta necessariamente di chiusure e che il report è una lista dovuta ogni anno all’Agcom. Ma che per Poste si tratti di sportelli al di sotto dei parametri di economicità non c’è dubbio. Per non tagliarli vanno trovati accordi con gli enti locali e trasformare gli uffici in questione in centri multiservizi. La realtà è che il traffico postale continua a calare (-10% nel 2011 rispetto al 2010) e gli uffici devono riciclarsi: “Per esempio, offrire al Comune di occuparsi della cartografia digitale- spiega al sito web Massimo Sarmi, amministratore delegato di Poste Italiane- per un piccolo ente costerebbe circa cinque mila euro. Oppure aprire al cittadino una serie di servizi a pagamento, come il rilascio di certificati anagrafici o la possibilità di saldare il ticket sanitario”.

Andando a spulciare nella lista, per Bologna e provincia ci sono 21 uffici a rischio: Livergnano (Pianoro); Castel dell’Alpi (San Benedetto Val di Sambro); Cereglio e Tolè (Vergato); Creda (Castiglione dei Pepoli); Vidiciatico (Lizzano in Belvedere); Bagnarola (Budrio); Mordano e Bargi (Camugnano); Bombiana e Santa Maria Villiana (Gaggio Montano); Granaglione e Molino del Pallone (Granaglione); Lagaro (Castiglione dei Pepoli); Piano di Setta e Grizzana Morandi (Grizzana Morandi); Ponte di Verzuno (Camugnano); Portonovo (Medicina), Rocca di Roffenno e Villa d’Aiano (Castel d’Aiano); Selva Malvezzi (Molinella).

Nel Modenese di preannuncia una ‘strage’, con 31 uffici nel mirino terremotati inclusi: Benedello (Pavullo nel Frignano); Dogana Nuova (Fiumalbo); Montefiorino e Vitriola (Montefiorino), Acquaria (Montecreto); Boccassuolo (Palagano), Castellaro nel Frignano (Sestola); Ciano nel Frignano Zocca); Cortile (Carpi); Fontanaluccia (Frassinoro); Fossa di Concordia, Vallalta come chiusura amministrativa (Concordia sulla Secchia); Gavello, Quarantoli e San Martino Spino (Mirandola); Montecenere (Lama Mocogno); Montegibbio (Sassuolo); Motta sulla Secchia (Cavezzo); Rocchetta Sandri (Sestola); Samone (Guiglia), San Biagio in Padule (San Felice sul Panaro); San Giacomo Maggiore (Montese); Sant’Andrea Pelago (Pievepelago); Sant’Antonio in Mercadello (Novi di Modena); Savoniero (Palagano); Stuffione (Ravarino); Trentino nel Frignano (Fanano); Varana e Pompeano (chiusura amministrativa) e Riccò nel Frignano (Serramazzoni); Modena Est (chiusura amministrativa, Modena).

A Parma e dintorni tremano 21 sportelli: Ostia di Borgo Val di Taro (Borgo Val di Taro); Ranzano (Palanzano); Vianino (Varano De’ Melegari); Pieve Otto Ville (Zibello); Ricò (Fornovo di Taro); Cereseto e Strela (Compiano); Costamezzana (Noceto); Cozzano e Pastorello (Langhirano); Gravago (Bardi); Marzolara e Ravarano (Calestano); Mediano (Neviano degli Arduini); Molino dell’Anzola (Bedonia); Montechiarugolo; Mozzano e Scurano (Neviano degli Arduini); Ponteceno (Bedonia); Varano Marchesi (Medesano); Viarolo (Parma).

Per il Ferrarese in lista ne finiscono 16: Alberone di Guarda e Ruina (Ro); Anita e Ospital Monacale (Argenta); Burana e Gavello (Bondeno); Marrara, Monestirolo e Villanova di Denore (Ferrara); Massenzatica e Monticelli (Mesola); Reno Centese (Cento); Rovereto Ferrarese (Ostellato); Sabbioncello San Vittore e Saletta (Copparo).

A Reggio Emilia e provincia nove sportelli: Gazzano e Civago (Villa Minozzo); Regnano (Viano); Trinità (Canossa); Casoni (Luzzara); Gatta (Castelnuovo ne’ Monti); Montalto e Pecorile (Vezzano sul Crostolo); Rondinara (Scandiano).

In Emilia chiude il Piacentino a quota sette: Villò (Vigolzone); Bacedasco Sotto (Vernasca); Brugneto (Ferriere); Mezzano Scotto (Bobbio); Santimento (Rottofreno); Vigoleno (Vernasca); Trevozzo (chiusura amministrativa, Nibbiano).

Passando alla Romagna, il tema tagli nei servizi postali tiene banco da un po’: a Rimini ieri i sindacati hanno annunciato battaglia contro Poste Italiane per la riduzione di 22 zone di recapito e il ricollocamento di 29 postini. Complessivamente, nelle tre province in questione possono essere tagliati otto uffici nel Ravennate, sei nel Cesenate, tre nel Riminese e tre nel Forlivese.

Nel Ravennate sono in lista Filetto (Ravenna), Marzeno (Brisighella), Campiano (Ravenna), Belricetto (Lugo), Cosina (Faenza), San Cassiano (Brisighella), Santa Maria in Fabriago (Lugo), Villa San Martino (Lugo). In provincia di Rimini nel mirino gli uffici di San Clemente (San Clemente), San Vito di Romagna (Santarcangelo), Montecolombo (Montecolombo). Nel Cesenate risultano anti-economici Calisese (Cesena), Gattolino (Cesena), Linoro (Mercato Saraceno), Pieve di Rivoschio (Sarsina), Selvapiana (Bagno di Romagna), Villamarina di Cesenatico (Cesenatico) per cui ci sarebbe una chiusura amministrativa. Per il Folivese ecco San Benedetto in Alpe (Portico e San Benedetto) e ben due uffici nel territorio comunale di Predappio (Predappio Alta e Tontola). Sbotta sul piano di Poste il segretario del Pd forlivese, Marco Di Maio: “Ci auguriamo che si tratti di un piano obsoleto o comunque in fase di revisione poiché se venissero confermati i tagli e le riduzioni che vengono apportate, sarebbe un ulteriore tegola per territori già in difficoltà”.

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