L'ex ministro dell'Istruzione smentisce il suo segretario, che aveva ipotizzato il ruolo di vice da assegnare a una dirigente di partito. Tra le priorità una nuova legge elettorale che permetta ai cittadini di scegliere "altrimenti rischiamo di consegnare il 40% del consenso a Beppe Grillo"
Un ticket per la prossima corsa elettorale del Cavaliere, casomai insieme con una donna? Inutile, Berlusconi è indispensabile per recuperare gli indecisi e semmai ha bisogno di avere alle spalle un partito forte guidato da Angelino Alfano: questa in sintesi l’opinione di Mariastella Gelmini, ex ministro dell’Istruzione e deputata pidiellina, che secondo alcuni potrebbe competere col segretario per il ruolo di vice. La Gelmini smentisce così il segretario del Pdl che in un’intervista al Corriere della Sera aveva parlato dell’ipotesi dell’affiancamento di una donna in ticket con il Cavaliere.
Alfano ha parlato di una corsa a due: il Cavaliere in ticket con una donna.
Se Berlusconi scende in campo lo fa da solo, non ha bisogno di nessuno. Personalmente, se dobbiamo parlare di ticket, vedo bene Alfano che, comunque, resta il punto di riferimento del partito. D’altra parte, Berlusconi ha sempre dato grande spazio alle donne. Basti pensare a Letizia Moratti a Milano come al vertice della Rai. Uno spazio che aumenterà se ci sarà la preferenza di genere.
Però è stato proprio Alfano a parlare di un ticket al femminile.
Probabilmente proprio per valorizzare ulteriormente il ruolo delle donne.
Non è che ha giocato d’anticipo, per non vedersi escluso in favore di altri?
Assolutamente no. Io, come tanti altri dirigenti, do un contributo all’interno del partito, ed è proprio quello il luogo che potrà rafforzare Berlusconi. Alfano è fondamentale perché Berlusconi arrivi in forma alla competizione: è intelligente, corretto e con la capacità di fare squadra. Con questi presupposti, il Cavaliere non ha bisogno di un ticket, è perfettamente in grado di fare da solo.
Resta la proposta di Alfano. E tra i nomi in lizza c’è pure il suo.
No, non è sul tavolo. Non è di questo che dobbiamo parlare. Piuttosto dobbiamo preoccuparci di come far sì che ci siano meno spesa pubblica e meno tasse, di come attuare finalmente la nostra rivoluzione liberale. Il confronto non è sul ticket, bensì sulla spending review, il decreto sviluppo o le dismissioni.
Ma se non è lei la donna giusta, chi vedrebbe bene nella competizione elettorale insieme con Berlusconi?
Ci sono tante donne capaci nel Pdl. Giorgia Meloni, Stefania Prestigiacomo, Lella Golfo che guida un’associazione molto importante. Poi Annamaria Bernini e Mara Carfagna. I nomi, insomma, non mancano.
E Daniela Santanché?
La stimo, ma abbiamo posizioni politiche diverse. Io sono più moderata. Volendo usare un simbolismo ornitologico, io sono la colomba e lei è un falco. Detto questo, credo che faccia benissimo il suo mestiere, capace com’è di catalizzare la destra. Non so però se basterebbe per fare lo stesso con il centro.
Niente ticket, allora?
Il ticket proprio non lo vedo. Immagino invece Berlusconi candidato con una squadra forte, che confermi i ruoli e e faccia perno sul lavoro di Alfano nel partito.
Molto dipenderà dalla legge elettorale.
La legge elettorale peserà molto sul dopo-Monti, inciderà sulle alleanze. Noi abbiamo un’idea di riforma istituzionale, siamo per l’elezione diretta del presidente del Cosniglio, per il senato federale e per la riduzione dei parlamentari. Ma, soprattutto, ora bisognerà dare ai cittadini la possibilità di scegliere chi mandare in Parlamento. Altrimenti rischiamo di consegnare il 40% del consenso a Beppe Grillo.
Il Porcellum però è una vostra creatura. Senza Grillo l’avreste messa in discussione?
Non è stato tanto Grillo, quanto il referendum a farci riflettere. E il porcellum, comunque, non è il male assoluto: conferma il bipolarismo, evita la frammentazione e dà potere ai cittadini di sapere chi sarà il presidente del Consiglio.
Ma non di scegliere chi votare.
Sì, a questo aspetto si è voluta dare una rilevanza anche un po’ demagogica, ed è apparso come un vulnus alla democrazia. Ma se così è, non trinceriamoci dietro i collegi e le liste bloccate. Se così è bisogna tornare alle preferenze. E mi sorprende la sinistra che dopo aver tanto protestato, ora rifiuta di realizzare questo risultato.
Vi aspettate che rinuncino a una vittoria certa con il vostro Porcellum?
Credo che la sinistra perderà comunque. Non ha le ricette giuste per la crisi. Qui bisogna tagliare, c’è poco da fare. Sorrido a pensare agli attacchi contro di me quando facevo il ministro dell’Istruzione, mentre ora si accettano senza battere ciglio interventi ben più pesanti dei miei. E poi la foto di vasto mi appare ingiallita. La verità è che nessun partito può assumersi la responsabilità di andare al voto con questa legge e non seguire l’invito del capo dello Stato Giorgio Napolitano.