Ha destato scalpore il soldato americano che cantava mentre polverizzzava dall’alto del suo aereo, un uomo, ( a quanto pare un contadino) che passava su una strada della provincia di Wardack in Afhanistan, cantava ..come cantano, sghignazzano, esultano, i giocatori on line mentre sparano ai soldati virtuali dei giochi di guerra della play station.
Qualcuno ha deciso di mettere in rete la “normalità” della guerra, e noi, molto ipocritamente ci siamo sentiti offesi, turbati… Come se facesse differenza uccidere cantando o uccidere in silenzio, se non avessero pubblicato quel piccolo video nessuno avrebbe saputo niente di quell’ennesimo civile disintegrato dai sofisticati modernissimi aerei da guerra che sorvolano il cielo afghano (e non solo quello) scaricando tonnellate di ordigni che hanno provocato ad oggi la morte di migliaia di uomini, donne, bambini. Nessuno avrebbe prestato attenzione a quei i famosi “danni collaterali”, questo è il nome con cui in guerra si usano chiamare le vittime civili, ormai noi, tutti noi, ci siamo abituati alle notizie terribili che ci arrivano dalle zone di conflitto, è come se avessimo accettato di considerare le guerre una sorta di calamità naturali, come le alluvioni, i terremoti… e purtroppo ci siamo abituati anche a quei “danni collaterali”, come se quelle entità astratte non avessero un nome, un lavoro, una casa, una famiglia, dei figli, come se quei bambini non avessero una scuola, dei giochi, una vita da vivere, come se le lacrime di una madre di fronte al corpo martoriato di un figlio non fossero frutto, come per tutti, del dolore più grande che un essere umano possa sopportare.
Ci siamo sentiti offesi per quell’esultanza, come se facesse differenza uccidere cantando o uccidere in silenzio, facciamo finta di non sapere di che cosa sono capaci gli esseri umani, come quelli che si fanno fotografare con i piedi sul corpo della vittima, come se fosse un trofeo di caccia grossa, gli stessi essere umani che torturano, stuprano, o aizzano cani sui prigionieri nudi, bendati, che armano le mani di bambini ridotti in schiavitù rendendoli soldati feroci, capaci di atrocità alle quali l’immaginazione non arriva. Con molta ipocrisia ci siamo stupiti del fatto che si puó uccidere con la “normalità” con la quale si sbuccia una mela, cosí: ..”cantando”.
La verità è che a volte, come in questo caso, ci capita di vedere nel buco della serratura della guerra e sentiamo quello che non dovremmo sentire e vediamo quello che non dovremmo vedere e allora ci ricordiamo che la guerra rende gli uomini malvagi e li abitua all’unica cosa alla quale un essere umano non dovrebbe mai abituarsi: la morte dei propri simili, riportando gli uomini alla condizione che precede la posizione eretta.