A due settimane dall'inizio dei Giochi il governo britannico si è reso conto che la compagnia privata assunta a caro prezzo per fornire parte delle unità di terra non è in grado di farlo. Prime critiche nonostante il miliardo di sterline speso per evitare incidenti
Sarà una città militarizzata oltre ogni limite, con oltre 1 miliardo di sterline di spesa per la sicurezza tra jet militari a pattugliare il cielo e mezzi anfibi a scandagliare i canali. Per non parlare dei missili terra-aria posizionati sui tetti delle abitazioni civili in caso di attacchi aerei. Ma a sole due settimane dall’inizio delle Olimpiadi di Londra 2012 il governo britannico si è reso conto che G4S, la compagnia privata assunta a caro prezzo per fornire parte delle unità di terra, non è in grado di farlo. E così in tutta fretta il governo si è trovato costretto a richiamare dalle vacanze 3.500 soldati, alcuni dei quali appena tornati dall’Afghanistan, per supplire alla mancanza di uomini e impiegarli nelle strade cittadine, senza comunque fare in tempo a fornire loro il necessario addestramento.
G4S è una multinazionale britannica del settore sicurezza, da tempo in prima fila nel business della security cittadina: un affare da oltre un miliardo e mezzo di sterline che prevede che in alcune regioni dell’Inghilterra, come le West Midlands o il Surrey, la polizia privata cominci a soppiantare gli agenti nel pattugliamento delle strade. Era già ai disonori della cronaca nel 2010 per la morte di Jimmy Mubenga, un angolano di 46 anni che, legato e implorante pietà, fu fatto salire vivo su un aereo per essere deportato e che ritornò a terra, morto, pochi minuti dopo il decollo. Nonostante le proteste di molti testimoni, tre guardie di G4S furono rilasciate su cauzione e nessuno fu mai accusato dell’omicidio.
Questo non ha impedito a G4S di continuare a occuparsi delle deportazioni per conto dell’Home Office britannico né della sicurezza agli aeroporti, come quello di Heathrow. E proprio da tutti i problemi sorti in questi giorni nello scalo londinese – dalla mancanza di staff alle code di oltre quattro ore che si formano alle dogane per i cittadini non europei, dove tra l’altro devono passare la maggior parte degli atleti e degli staff olimpici che stanno arrivando in questi giorni a Londra – è emerso il problema della mancata erogazione di G4S di parte dello staff per cui era stata pagata oltre 300 milioni di sterline. Ora il governo ha annunciato che chiederà indietro parte dei soldi già corrisposti, ma si trova costretto a mandare nelle strade e negli aeroporti 3.500 militari impreparati e non addestrati allo scopo. In questo modo i militari impiegati sul campo sarebbero 16.500, ben 7.000 in più di quelli utilizzati in Afghanistan, dove c’è una guerra in corso.
Ma Londra tra agenti della pubblica sicurezza, militari, contractors privati e agenti del FBI sembra oramai da tempo una zona di guerra. Eppure solo tre settimane fa Jonathan Evans – il capo del MI5, il servizio segreto che si occupa della sicurezza interna – in una delle sue rare sortite pubbliche aveva ammesso: “Tutto può essere garantito, tranne la sicurezza”. Una preoccupazione confermata oggi dall’emittente televisiva britannica Sky News, secondo cui un suo ‘informatore’ all’interno della sicurezza dei Giochi ha denunciato enormi falle nelle difese. In particolare ci sarebbero il 50 per cento di possibilità di riuscire ad entrare armati nelle strutture che ospitano le Olimpiadi. Inoltre, secondo la stessa fonte – che ha detto: “Sembra ci sia stato un approccio debole all’addestramento delle forze di sicurezza” – falsi ordigni improvvisati e armi sono riuscite a passare i controlli nelle esercitazioni effettuate nelle scorse settimane. Da Londra città militarizzata, a Londra città aperta.