Cronaca

Roma, indagato per violenza sessuale tunisino scagionato da australiana

Il procuratore aggiunto Maria Monteleone ha aperto un fascicolo per poter compiere più approfonditi accertamenti. La psicologa del Policlinico che ha parlato con la giovane ricoverata è convinta che la 22enne abbia subito uno stupro ma che preferisce negarlo 

E’ stato iscritto nel registro degli indagati della procura di Roma il tunisino identificato nella giornata di ieri dagli investigatori della Squadra Mobile per aver trascorso la notte insieme alla turista australiana di 22 anni soccorsa all’alba di ieri per una emorragia. Anche se gli accertamenti degli investigatori hanno evidenziato un rapporto sessuale consenziente tra i due, gli inquirenti della procura di Roma del pool reati sessuali, coordinati dal procuratore aggiunto Maria Monteleone, hanno deciso di iscrivere il tunisino nel registro degli indagati con l’ipotesi del reato di violenza sessuale. Questo al fine di poter compiere più approfonditi accertamenti. Ieri mattina la ragazza era stata trovata esanime e in una pozza di sangue vicino alla stazione Termini. Trasportata d’urgenza al Policlinico Umberto era stata sottoposta a un intervento chirurgico. Le ferite e lo choc avevano fatto pensare a un abuso. Una volta sveglia la ragazza aveva smentito lo stupro e anche il ragazzo rintracciato aveva parlato di un rapporto consenziente.  Dichiarazioni che sembravano confermate dalle immagini di una telecamera che ha ripreso i due ragazzi per strada. 

Pamela Bruni, psicologa del pronto soccorso dell’Umberto I,  è convinta che la ragazza “ha subito uno stupro”, ma ha deciso di “non denunciarlo. La giovane ha deciso di non denunciare la violenza subita per un sentimento di vergogna. Immagino che l’abbia fatto per liberarsi dal peso mediatico che l’ha circondata immediatamente in queste ore e per evitare la trafila giudiziaria che l’avrebbe attesa. Una risposta emotiva diffusa tra le donne che subiscono aggressioni di questo tipo. Credo di non essere tanto lontana dalla verità prosegue Bruni-  rispetto all’avvenuto abuso sessuale, perché per la giovane ammettere la violenza si sarebbe tradotto anche nel dovere rimanere a Roma, mentre non vede l’ora di andare via dall’Italia e lasciarsi alle spalle l’intera vicenda”.